17 - Confessions

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Maybe you could change me

Maybe you could be the light that opens up my eyes


Luke's pov


Quando aprii gli occhi, quella mattina, pensavo di aver sognato tutto. Almeno finché non guardai accanto a me trovando Michael che dormiva, le sue labbra poggiate sulla mia spalla. Dovevamo esserci mossi durante la notte. Restai a guardare Michael dormire pacifico, sentendomi come quando otto anni fa, in gita, lo guardavo dormire e mi sentivo fortunato anche solo a stargli accanto. Se potessi tornerei indietro nel tempo a schiaffeggiare il me diciassettenne per ciò che ha combinato. Perché ho dovuto rovinarmi la vita?

Michael che apriva gli occhi mi distrasse dai miei pensieri. Il suo brillante sguardo verde mi scrutò per qualche secondo, prima che le sue labbra si curvassero in un sorriso.

«Buongiorno», lo salutai, chiudendo gli occhi e sorridendo a mia volta.

Sentii le labbra di Michael spostarsi dalla mia spalla, raggiungendo la mia nuca. Sentii il suo respiro su di essa e mi si rizzarono i peli sul braccio. «Buongiorno. Dormito bene?», mi chiese sensuale, continuando a baciarmi.

Dovetti trattenermi dall'ansimare. Dio, mi stava soltanto baciando! Mi sentivo come un adolescente in preda agli ormoni per colpa sua. «Mh... Benissimo...», risposi, facendo ridacchiare Michael dietro di me. Sicuramente si era accorto del mio improvviso problema a respirare correttamente.

«La tua schiena è perfetta», sbottò all'improvviso, «Così ampia, pallida... Perfetta. E la tua pelle, poi... Mh mh», mugolò, baciando lungo la mia spina dorsale, «Ha così un buon profumo... Mi domando quale sia il suo sapore», aggiunse, leccando lungo il percorso fatto dalle sue labbra.

Lo sentii mordere un punto quasi vicino al fondoschiena e il respiro mi si bloccò in gola. «M-michael, basta», gemetti, cercando di fermarlo non perché volessi davvero che lo facesse, ma perché avevo davvero bisogno di respirare. Avevo paura di morire per aver trattenuto il respiro troppo a lungo.

«Perché dovrei? Ti sto solo facendo dei complimenti, Lukey», disse respirando affannato, tastando il mio sedere con le sue dita fredde. Di nuovo, il respiro mi si mozzò in gola.

«M-mikey», ansimai, seppellendo la faccia nel cuscino.

Michael rise. «Non dovresti chiamarmi Mikey, lo sai che non riesco a resistere», sussurrò nel mio orecchio, risalendo. Il suo respiro caldo provocò una serie di brividi che finirono tutti al basso ventre.

Prima che potessimo andare oltre, il mio cellulare squillò sul comodino. Allungai una mano per prenderlo, ma Michael mi bloccò. Mi voltai verso di lui, fissandolo con un sopracciglio alzato.

«Devi per forza?», mi chiese, imbronciato.

Provai il desiderio di far sparire quel broncio con le mie labbra, cosa che ovviamente feci. «È Calum, sicuramente. Si preoccuperà se non rispondo».

Ovviamente, avevo ragione. Non appena risposi, la voce di Calum riempì il mio orecchio. «Luke!», mi salutò, leggermente sottotono. Probabilmente stanotte non aveva dormito, sta lavorando ad un progetto che lo tiene impegnato la maggior parte del tempo. Almeno, così mi ha detto.

«Hey, Cal», lo salutai di rimando, poggiando il mento sul cuscino, ancora disteso a pancia in giù. Michael si posizionò accanto a me, guardandomi curioso mentre parlavo con il mio migliore amico.

«Ce ne hai messo per rispondere. Ehm... C'è Michael, per caso?», chiese, timoroso.

Sorrisi quando sentii il respiro di Michael sul mio collo. «Sì, è qui. Te lo devo passare?», chiesi, confuso. Mi sembrava un tantino sospetto che Calum mi chiedesse di Michael. Quasi come se sapesse che era qui.

Just Saying || Muke (WAYF sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora