10 - Still do

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I talk a lot of shit when I'm drinking, baby

I'm known to go a little too fast


Luke's pov


Sapevo che non sarebbe stata una buona idea venire con Calum alla festa di Michael ed Alex. Io avevo cercato di dissuaderlo a lasciarmi a casa, contando anche sul fatto che la sua ultima idea era stata un fiasco, ma lui aveva insistito dicendo che Jamie si sarebbe incazzato tantissimo se mi avesse visto alla festa, e poi mi aveva fatto gli occhi da cucciolo, e io non posso resistere assolutamente agli occhi da cucciolo di Calum Hood - che poi, come fa un venticinquenne ad avere degli occhi così? Giuro che quel ragazzo è un fottuto mistero. E lo conosco da otto anni, eh!

Ad ogni modo, eccomi ad una festa a cui non volevo andare, con indosso vestiti che Calum mi aveva costretto ad indossare - di nuovo, giuro che quel ragazzo vuole prendere il controllo totale del mio guardaroba -, al mio secondo - forse terzo, avevo già perso il conto e la cosa era grave - shot di vodka liscia. In una situazione come questa non potevo non bere.

Avevo incrociato lo sguardo di Michael solo una volta, quando io e Calum eravamo entrati nel locale. Vederlo aveva provocato le solite sensazioni, il cuore che volava, le ginocchia che tremavano e le farfalle nello stomaco. Almeno finché non avevo visto lo stato in cui era ridotto: i suoi capelli erano scompigliati più del solito sulla testa, le guance più scure rispetto al resto del suo viso e le labbra arrossate e gonfie. Quello aveva arrestato il cuore, congelato le mie ginocchia ed annegato le farfalle - o meglio, aveva spezzato le loro ali, ad annegarle ci stavo pensando io adesso con l'alcool.

Non potevo sopportare che Michael non fosse ridotto così a causa mia. Dovrei essere io a baciargli le labbra fino a consumargliele, dovrei essere io a tenere le mani nei suoi capelli... Dannazione, dovrei essere io. Ma non posso dare la colpa a nessuno se non a me, se quella persona non sono io. Beh, purtroppo è così.

«Dammene un altro», dissi alla barista, che mi guardò compassionevole mentre versava altra vodka in un bicchiere da shot e lo allungava sul bancone.

«Delusione d'amore?», mi chiese, sporgendosi sul bancone e dandomi uno scorcio della sua ampia scollatura - al che ridacchiai. Adoro quando le ragazze ci provano con me, non sapendo del mio orientamento sessuale.

Decisi di rendere note certe cose, mentre l'alcool che avevo appena ingerito bruciava nella mia gola. «Il ragazzo che amo da praticamente sempre è qui con il suo ragazzo, non so se rientri o meno nelle delusioni d'amore».

La ragazza sembrò rimanerci male alla menzione della parola "ragazzo", ma si ricompose subito. Le chiesi di prepararmi un Tequila Sunrise e lei si mise subito al lavoro. «Non credo. Però è sempre una sensazione di merda».

Feci spallucce. «Già, già. Ciò che la rende peggiore è il fatto che io sono stato con lui e me lo sono fatto scappare dalle mani come un dannato idiota, ti rendi conto? Potevo averlo ancora adesso, se non fossi stato tanto una puttana che gioca con i sentimenti altrui».

Non ho la minima idea del perché stia dicendo queste cose ad una barista che non vedrò mai più. Forse, perché mi sembrava una tipa che ascolta ed io ho davvero bisogno di essere ascoltato da qualcuno che non sia Calum, soprattutto ultimamente. Oppure, perché quando sono ubriaco parlo senza filtri. Sono un po' pericoloso sotto quell'aspetto.

La barista mi fissò compassionevole, mentre poggiava il mio Tequila Sunrise sul bancone. «È normale fare errori, nella vita. Non dovresti abbatterti per qualcosa che è successa tanto tempo fa. Piuttosto, perché non vivi il presente e guardi alle cose positive che sono successe nel passato? Sono sicura che deve esserci qualcosa, una persona non può passare solo momenti tristi».

Just Saying || Muke (WAYF sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora