3 - Memories

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We keep this love in a photograph

We've made these memories for ourselves


Michael's pov


«Amore, alzati», sentii mormorare nel mio orecchio, «Mike? Mikey? Michael Gordon Clifford, alzati subito!».

Sapevo che quando Jamie usava il mio nome completo era un problema, ciò non mi impedì tuttavia di continuare a dormire - o almeno, cercare di continuare a dormire. «Perché?», borbottai lamentandomi, «Sono in vacanza, Jamie».

«Se ti dicessi che c'è tua zia Constance?».

Gli occhi mi si sgranarono. «La z-zia Constance?», chiesi, intimorito.

Tra tutti i miei parenti, la zia Constance era quella che odiavo di più. Una vecchia zitella con credenze medievali e più gatti di un rifugio per animali, i capelli sempre ordinati nella crocchia elegante, un abito di raso per ogni occasione e le unghie sempre laccate di fresco. Non menzioniamo poi il suo carattere snob e freddo e la sua tendenza ad impicciarsi negli affari degli altri. Non la vedevo dall'ultimo Natale che avevo passato a Sydney, e avrei preferito non vederla proprio più.

«Che ci fa quella vecchia megera qui?!», quasi strillai, sedendomi composto sul letto e sbalzando Jamie, che fino a quel momento era seduto sul mio sedere, giù da esso, «Oddio, stai bene?».

Jamie annuì, alzandosi. Si stiracchiò, facendo una smorfia con la bocca. «Mi fa un po' male il culo e sono indolenzito, ma questo non c'entra molto con la caduta... Non sapevo che l'Australia ti facesse diventare così, uhm, passionale».

Arrossii, grattandomi la nuca in imbarazzo. «Già, scusa», dissi, anche se ad essere sinceri non mi dispiaceva per niente, «Davvero c'è la zia Constance qui?».

«Sì. Non l'avevo mai conosciuta prima d'ora, mi sembra simpatica, anche se è stata un po' invadente e pensava che fossi un certo Luke- a proposito, chi è Luke?».

Mi irrigidii mentre un silenzio carico di tensione scendeva sulla stanza e Jamie mi guardava curioso, con un sopracciglio alzato. Non avevo mai raccontato a Jamie di Luke, perché avrei dovuto farlo quando volevo - e potevo - lasciarmelo alle spalle? Pensavo che non sarebbe mai venuto a saperlo. E in effetti, non sarebbe mai dovuto venire a saperlo. Avevo cancellato ogni traccia di Luke nella mia vita prima di partire per l'America, la nostra storia insieme era solo un ricordo ed esisteva solo nella mia testa, avevo detto ad Ashton di non menzionare il nome Luke, avevo pianificato tutto, insomma, per far sì che Jamie non sapesse mai chi era Luke e che ruolo avesse avuto nella mia vita. Ma ovviamente, per un piccolo imprevisto (tale l'odiosissima zia Constance), ecco che il mio piano va in fumo!

«Un vecchio amico, nessuno di importante», liquidai la faccenda, alzandomi ed infilando una maglietta a caso. Uscii da camera mia con Jamie alle calcagna, il biondo non era sicuramente soddisfatto delle mie spiegazioni.

«E perché non mi hai mai parlato di lui? Conosco tutti i tuoi amici di qui, perché lui no? Lo conosce addirittura la zia Constance».

Tirai un respiro profondo. «Perché non ci parliamo più da anni, saremmo stati amici per qualche anno», mentii.

Mi faceva male, mentire al mio ragazzo su una parte così importante della mia vita, ma non potevo fare altrimenti. Avrei dovuto spiegargli tantissime altre cose, parlargli di come quel ragazzo mi aveva buttato giù e risvegliato le mie peggiori paure, e sapevo che potevo farlo, che di Jamie potevo fidarmi, ma non volevo parlargli del giovane, insicuro e depresso me. Perché faceva parte del passato, proprio come Luke. E perché Jamie non avrebbe dovuto conoscere quella parte della mia vita che mi imbarazzava così tanto...

Just Saying || Muke (WAYF sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora