Capitolo 10

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Sanremo, 10 febbraio 2017. Ore 20:40

La musica del collegamento in Eurovisione suonò a tutti come il segnale che tutto stava per ricominciare: Elena ormai sentiva questo suono da quando guardava il Festival di Sanremo, e tre volte da vicino da quando era coordinatrice delle attività al Teatro Ariston, ma quelle note le davano sempre una certa emozione, come se ogni volta fosse la prima.
Come era successo a sua nonna Giulia, al suo amato Lorenzo e ai loro amici: sentirsi parte di qualcosa di grande, di unico, ecco cosa provavano alle note del collegamento con l'Europa: anche se nel 1967 l'Unione era solo mezza, e cinquant'anni dopo era completa con riserva - a causa del Regno Unito che era uscito a giugno del 2016, causando il fenomeno Brexit.
Suo padre sarebbe venuto l'indomani e lei non sapeva nemmeno se incontrarlo oppure evitarlo, facendosi vedere terribilmente impegnata: non ce la faceva, non dopo tutto quello che pian piano le si svelava davanti agli occhi. La storia della sua famiglia, di cui Lorenzo, Carla, Umberto e Jacopo le elargivano particolari nuovi, cambiava le prospettive che aveva sempre avute su sua madre Alba: mancava ormai poco alla sua nascita, nel racconto a ritroso.
Carlo Conti presentò Maria De Filippi e insieme diedero il via alla quarta serata: la Sebastiani si impose di ritardare i pensieri gravi all'indomani mattina.

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Ore 21:25

<< Elena, eccoti! >> fece una voce maschile dietro di lei. La giovane si girò e vide che si trattava di Umberto.
<< Ma tu non dovresti essere sul palco? >> domandò la coordinatrice delle attività, sorridendo stupita. In realtà le faceva segretamente piacere l'ipotesi che avesse mollato il palco dell'Ariston apposta per stare con lei.
<< In realtà per "Che sia benedetta" la Mannoia si fa accompagnare al piano da Franco, e siccome fino alla prossima canzone saranno prevalentemente violini, bassi e chitarre, ho un'oretta libera >> spiegò lui soddisfatto.
<< E cosa vorresti fare in quest'oretta libera? >> chiese la ragazza, anche se sapeva già la risposta.
<< Non so... Magari passarla insieme a te? >> confermò il pianista.
Elena accettò l'invito, e insieme sgattaiolarono sulla terrazza dell'Ariston.
<< Ma sei sicuro che possiamo venire quassù? >> sorrise la Sebastiani, con l'adrenalina di chi immagina di fare qualcosa di nascosto.
<< Sei troppo ligia alle regole, come tua nonna. Ma sì, ci possiamo salire >> fece divertito Di Biase.
<< E tu sei sfrontato come Lorenzo, anche se non è tuo nonno... >> rise l'una.
<< Intanto che parliamo delle nostre genealogie, rilassati e goditi il panorama. Che il Festival di Sanremo si svolge solo una volta all'anno... >> la esortò l'altro.
La figlia del discografico Antonio Sebastiani ubbidì: da lassù Sanremo era bellissima, in quella notte di inizio febbraio; il cielo era trapunto di stelle,  come affermava Modugno nel testo di "Nel blu dipinto di blu"; il mare luccicava e tirava forte il vento, proprio come sosteneva Dalla in "Caruso"; le luci della città erano distese "come un vecchio addormentato", per parafrasare "Che sarà" di Josè Feliciano.
<< È veramente bellissima! >> esclamò estasiata.
<< È un vero e proprio spettacolo... >> confermò il primo, cingendole le spalle per coprirla dal freddo e per aumentare la vicinanza tra di loro.
Ad Elena batteva forte il cuore: Umberto le piaceva, e per la prima volta non temeva di lasciare qualcuno a causa della paura di aver ereditato le tendenze suicide di sua madre.
Quei racconti stavano lenendo molte sue ferite, e abbattendo i muri che si era costruita intorno negli anni, per non soffrire.
<< Umberto? >> gli domandò perciò.
<< Sì? >> fece questi.
<< In questa oretta faresti in tempo a continuare la storia? >> volle sapere la prima.
<< Ma certo. Eravamo rimasti che tua nonna si era trasferita a casa della mia, dove si era rifugiata anche Rita... >> riepilogò il secondo, mentre si perdevano di nuovo tra i ricordi di quell'anno tormentato e bellissimo.

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