il calix.

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Capitolo 2

Nella  tetra stanza sul retro del maniero, lontano da occhi ed orecchie indiscrete, le ragazze si domandavano dov'erano, ma soprattutto il perchè fossero lì.

Ognuna nella sua mente aveva uno scenario diverso, ma con lo stesso triste ending.
Tutte, senza eccezione, temevano il futuro che si stava loro preparando. Dai mangiamorte non ci si poteva aspettare nulla di buono, e loro ne avevano viste e subite troppe per sperare in qualcosa di positivo.

I rumori del vicino bosco, con i suoi animali notturni ed il muoversi delle fronde, facevano sembrare quel luogo ancora più spettrale.

Spaventate parlottavano tra loro, poi con un rumore secco la porta si spalancò, lo stesso carceriere entrò.

Camminava a passo marziale e, posizionandosi al centro della stanza a gambe aperte, con tono duro disse

- Ora vi daremo una piuma ed una pergamena sulla quale scriverete il vostro nome, poi la piegherete e metterete in quel cestino. -

Hermione aprì la bocca, ma la richiuse all'occhiataccia dell'uomo, che la incenerì con uno sguardo.

Non capiva la necessità di dare i loro nomi, in fondo non erano altro che manodopera senza valore, utile ma non indispensabile.

Passando tra loro il mangiamorte raccolse i pezzetti di pergamena, fermandosi davanti a lei la fissò , lo sguardo freddo e penetrante sembrava ammonirla.

L'uomo aveva la netta impressione che quella donna gli avrebbe dato non pochi problemi, orgogliosa e fiera non abbassava il capo, sicuramente non era una traditrice ma una sporca mezzosangue e fiera di esserlo.

Eppure lui ne era stimolato, nonostante priva di bacchetta e prigioniera aveva una luce fiera e combattiva negli occhi, abituato alle passive purosangue, quella schiava aveva un non so che di " stuzzicante  ", peccato non poterci giocare un po’.

Hermione non perdeva di vista il mangiamorte, il solo suo tocco le dava i brividi, aveva obbedito, ma certo non era domata.

La sua mente lavorava a tutto spiano per capire cosa stava succedendo.

Nessuna delle prigioniere osò fiatare e lei non fu da meno, sarebbe stato inutile.

Tutte rimasero ad aspettare gli eventi.

Il silenzio della stanza venne rotto dal rumore di una porta che si apriva, svariate ragazze vennero spinte dentro.

Dal loro aspetto sciupato e dall’abbigliamento trasandato era evidente che come loro erano prigioniere.

Ma tra esse un volto noto si fece avanti. – Ginny! – Le due ragazze incredule si buttarono l’una nelle braccia dell’altra in lacrime.

  -  Fate silenzio! Stupide oche! – Esplose una guardia alzando minacciosamente la bacchetta, e facendo schioccare la frusta magica, che come un deterrente le fece zittire tutte allo stesso momento.

Luna, Hermione e Ginny si rifugiarono in un angolo della stanza, parlare non era possibile, ma anche Luna commossa abbracciò Ginny.

Dopo pochi minuti altre donne furono fatte entrare quasi a forza, ma queste non lo fecero in silenzio, continuarono a protestare, alcune si ribellarono cercando di colpire i carcerieri con pugni e calci.

Infatti una porta laterale, che nessuno di loro aveva notato, fu spalancata bruscamente.

Le voci irruppero violente nell’ambiente.

- Come osate! Voi non sapete con chi avete a che fare!- Disse una brunetta strillando.

- Mio padre ve la farà pagare! – Incalzò l’altra.

Serva Di Un Solo Padrone. (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora