È un dono prezioso.

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Capitolo 8

Fermo in mezzo alla porta, guardava sua madre e Piton muoversi intorno a quella che era la sua vittima.

Il viso immobile, impassibile, non vi si leggeva pentimento.

Poi udì la voce del padre vicino all'orecchio.

- Dobbiamo parlare noi due. - Draco non si mosse, ma venne spinto di lato da Daphne che, facendosi avanti, chiese

- Se avete bisogno di aiuto, potete contare su di me, basta che mi diciate cosa devo fare. -

Era la seconda volta che andava in aiuto della grifona.

Non sapeva il perchè si sentiva così ben disposta nei confronti dell'altra donna, forse solidarietà femminile, in fondo erano sulla stessa barca, forse perchè non aveva una particolare simpatia per Draco o semplicemente perchè aveva capito che la sua ex compagna era la " pupilla " del Lord, che sembrava  ammirarla.

In fondo era una serpe e, come tale, traeva vantaggi da ogni situazione.

A differenza di Pansy, la sua prima volta non era stata con un serpeverde.
Infatti a differenza della mora, lei si era ribellata a quella legge detta ma non scritta, secondo la quale ogni ragazza della casa di Salazar veniva iniziata al sesso dai leader, che tiravano a sorte fra loro.
In quel caso nel trio Silver, Draco, che era conosciuto per la sua freddezza, era stato il fortunato vincitore.

Una sera, con poca grazia , afferrandola per un polso,  la distolse dal suo chiacchiericcio con le amiche vicino al fuoco, il motivo era ovvio, era stata comunque informata della identità del fortunato estratto a sorte, vincitore della sua verginità.
Pansy stessa l’aveva informata con tono acido, già allora era gelosissima di Draco, ma Daphne era rimasta impassibile, subendo in silenzio i solleciti consigli delle amiche più esperte per quella notte.
La sua freddezza era stata presa per timore virginale ed era stata persino presa in giro per questo dalle sue compagne di stanza, ma si ingannavano, lei aveva solo preso le sue decisioni. Quando Draco con i suoi modi da “ mi è tutto dovuto ” l’aveva afferrata, si era lasciata trascinare fino alla sua stanza, appena chiusa la porta lui l’aveva tirata contro il suo petto con un ghigno da conquistatore, si era ritrovato la bacchetta puntata dritta al cuore, un attimo dopo lei lo aveva schiantato. Non si sarebbe tolto i suoi pruriti con lei.

Non sarebbe stato lui, nè nessun altro a portarle via l'innocenza, il come ed il quando lo avrebbe deciso lei, e lei soltanto.

Da allora tra i due vigeva una sorta di educata tolleranza, solo perchè le famiglie erano legate da un antica amicizia.

Passandogli davanti, ad un cenno di assenso da parte di Narcissa, lo guardò disgustata, aveva visto troppe volte suo padre comportarsi come lui, far valere il suo potere su quelle che per quanto purosangue erano comunque degli oggetti di proprietà, ad uso e consumo dei propri sposi.

Il biondo sentì su di se lo sguardo, ma non si voltò.

La voce del padre lo richiamò con tono autoritario.

- Draco, ora! -

Lui, senza dire nulla, girò le spalle e seguì il genitore nello studio, che vide sigillare ed imperturbare.

Lo vide fare il giro sedersi dietro la scrivania in mogano intarsiato, intrecciare le mani e dire

- Ti rendi conto in che posizione hai messo tutti noi? Devi imparare a controllare la rabbia, o finirai nei guai! - Vedendo che lui sembrava non cogliere la gravità della situazione, riprese

-Hai idea i problemi che ci possono creare i tuoi gesti sconsiderati? Ti sei reso conto vero che l'Oscuro punta su di voi, su di lei? Dovresti essere un po’ più riconoscente alla fortuna che hai avuto, poteva capitarti una Weasley o una Parkinson, almeno lei ha cervello e sembra che, per quanto mezzosangue, sia anche potente - ringhiò cercando di scuoterlo Lucius.

Serva Di Un Solo Padrone. (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora