The Void Behind Your Eyes 2‐Shinkami

Capitolo novantuno

Denki's pov

–Ni-chan?– domandò Tomura, guardandosi intorno. –Che sta succedendo?
Io sciolsi l'abbraccio e lo guardai in faccia, per poi frenare gli istinti e trattenermi dall'abbracciarlo di nuovo.
Il suo corpo fu scosso da un brivido, il che mi fece sobbalzare.
–Ho freddo– mormorò.
–Ti do la mia felpa?
–No, spiegami che sta succedendo– fece lui, alzandosi in piedi.
Si guardò intorno, notò il cadavere di quello e decise di rubargli il mantello. –Dov'è Ujiko? Ed il maestro?– chiese.
Mentre se lo provava mi sembrò un po' indolenzito, dato che era rimasto immobile per mesi interi, ma fece comunque del suo meglio per non farlo notare troppo.
–Siamo sotto attacco– spiegai in fretta, sperando di non fargli prendere un colpo. –Ujiko l'hanno appena preso gli eroi, penso sia inutile andare a cercarlo. Il tuo maestro non so dove sia, non l'ho visto.
–Com'è successo?– chiese ancora. –È stato Hawks?
–Non lo sappiamo, ma non mi sento di escluderlo– risposi. –Dabi è andato a cercarlo.
–Spero lo faccia al forno– sbottò. –Va bene, andiamo.
–Dove?– chiesi io.

–A spaccare il cranio a qualche eroe, mi sembra ovvio– rispose lui, afferrandomi il polso con quattro dita e trascinandomi dietro di lui. –O... aspetta, tu perché sei qui? Devi scappare e tornare dagli eroi, vero?
–Mi hanno scoperto un mese fa– scossi la testa.
Tomura si voltò, alzando gli occhi al cielo. –Wabi-Sabi?
–È ancora lì.
–Ci ha avvertito lei?– chiese ancora. –Altro? Informazioni? Che eroi ci sono?
–In realtà lei non sapeva niente– risposi. –L'ha indirettamente avvertita Hitoshi, senza di lui saremmo stati fottuti.
–Shinsou?
–Già.
–Adoro quel ragazzo– dichiarò, soddisfatto. Poi riprese a camminare, tirandomi a forza fuori dal laboratorio di Ujiko. Tomura... era diventato molto più forzuto di quanto ricordassi, e mi stava stringendo solo con due dita.

–Aspetta, ni-san– lo fermai, sperando di poterlo convincere a mettere fine a quel piano. –Io, prima di andare, ho una cosa da chiederti.
Lui si fermò. –Dimmi.
–Quasi cinque anni fa, tu mi dicesti di voler ricostruire il mondo, te lo ricordi?– spiegai, sperando che si ricordasse anche lui di quella conversazione. –E di fermarti nel caso in cui i piani andassero verso una direzione diversa, perché non era quello che volevi.
–Sì, e quindi?
Indugiai per un attimo. –Tu sei certo che tutto questo, alla fine, porterà alla nascita di quel mondo migliore che hai sempre sognato? Perché, sai, parlando con il dottore e, pensandoci un po', io non sono sicuro che il mae-...
–Io mi fido del mio maestro– fece lui con calma. –Se lui pensa che questa è la strada, io lo seguo.
–Non era questa la domanda– mormorai.
–E qual era?
–È questo quello che vuoi?– gli chiesi, mettendo nelle mie parole quanta più forza possibile. –Perché a me, onestamente, sembra che stiamo solo andando a distruggere, non a ricostruire il mondo! Capisco che bisogna rifare tutto da capo, ma All For One non mi è mai sembrato un rivoluzionario come te...

Lui si fermò per un attimo, forse a pensare per la prima volta a quello cui le sue azioni avrebbero portato.
–Forse c'è qualche punto da rivedere– ammise, grattandosi il capo. –Ora che ci penso, il maestro non mi ha nemmeno spiegato cosa dovrei fare dopo essermi svegliato... beh, sì, gli parlerò. Vedremo che fare.
Io gli sorrisi. –E quindi? Adesso?
–Mh... intanto occupiamoci degli eroi, penso sia la priorità– rispose con la sua solita voce roca. –Poi recuperiamo gli altri, facciamo la conta dei danni, curiamo chi si è ferito e ci riorganizziamo.
–Ci sto!– esclamai, e poi gli diedi il cinque, anche se lui lo batté senza il mignolo.
–Facciamo così: io vado a testare i miei nuovi poteri contro qualche bodybuilder in calzamaglia, tu occupati dei pesci più piccoli e restami lontano, non vorrei polverizzarti per sbaglio– mi ordinò. –Ci rivediamo dopo e sistemiamo i piani... o li facciamo, dato che mi sa che non ne ho proprio.
–Ricevuto, capo!– dissi con un sorriso raggiante; feci per andarmene, ma lui mi richiamò.