Racconti dal Passato -e sta volta per davvero- #15 (Capitolo 59.5)

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Voce narrante di Denki

Quando ero piccolo mi piaceva molto giocare a Yu-Gi-Oh, ma Kurogiri non mi dava mai abbastanza soldi per comprare tutti i pacchetti che volevo e quindi Tomura, che già da bambino aveva iniziato ad affinare le sue tattiche da borseggiatore, rimediava derubando le varie edicole della zona. La parte divertente in tutto ciò è che gli impiegati ci conoscevano, spesso facevamo anche due chiacchiere, e nessuno s'era mai accorto che i ladri eravamo noi.

–Quali vuoi?– mi chiese un giorno Tomura, quando io avevo nove anni e lui circa quattordici.
–Quelli sullo scaffale a destra– bisbigliai piano, attento a non farsi sentire dal commesso.
Lui annuì, ne prese un paio e mi diede i soldi di Kurogiri. –Vai a pagarli, io ti aspetto fuori.
–Va bene– gli risposi senza obiettare; riponevo fin troppa fiducia nella sue capacità di ladruncolo.
Andai dal cassiere, gli porsi i pacchetti e qualche banconota. Lui, un pigro ragazzo dall'aria annoiata, non fece caso a mio fratello che nel frattempo aveva svaligiato la mensola a destra e mi fece lo scontrino come se nulla fosse.
–Grazie e torna a trovarci!– mi augurò quasi in automatico, come un robottino.
–Arrivederci!– lo salutai io e, saltellando, raggiunsi Tomura fuori dalla porta.

Mi sorrideva con un espressione soddisfatta in volto. Andammo a nasconderci in un vicoletto vicino e affatto trafficato per poter discutere dei nostri loschi affari infantili.
–Venti pacchetti ti bastano?– mi chiese, mostrando la refurtiva che aveva nascosto dentro il suo zainetto.
–Oh Dio!– esclamai, gli occhi divenuti due stelline dalla felicità. –Sei fantastico, grazie, grazie, grazie!
Mi lanciai sul mio fratellone e lo strinsi in un abbraccio, facendolo quasi cadere a terra. Ricambiò la stretta con un sorriso, facendo bene attenzione a non sfiorarmi con tutte e cinque le dita delle sue mani.
–Grazie, ni-san!– ripetei ancora. –Ti voglio bene!
–Per così poco, dai..!– fece lui, per poi grattarsi gli occhi.

–Non ti grattare!– lo rimproverai. –Stai diventando sempre più brutto!
–Ma... ehi!– esclamò, restando quasi a bocca aperta. –Ritira subito quello che hai detto!
–No!– gli feci la linguaccia, afferrai lo zaino corsi giù per il vicolo, con lui che mi inseguiva senza smettere di ridere.
–Denkiiii– fece lui. –Chiedimi scusa!
–Non c'è da scusarsi per la verità!– obiettai, pretendo delle parole che lui stesso mi aveva detto tempo prima.
–...razza di insolente!– mi rimproverò. –Smettila di assomigliarmi così tanto!

The Void Behind Your Eyes 2‐ShinkamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora