Il mattino successivo, Evangeline si svegliò frastornata; la domestica che apriva le tende e sprimacciava tutti i cuscini su cui riusciva a posare le proprie mani obbligò la ragazza ad aprire gli occhi e, con grande rammarico, mettersi a sedere sul letto.
Aveva passato la nottata, o quella che ne era rimasta dopo la conversazione con sua madre, a riflettere sul da farsi e anche - doveva ammetterlo - sulla relazione che Lady Montgomery aveva intrattenuto con quel garzone da giovane.
Non aveva mai pensato che sua madre potesse aver avuto tutto questo coraggio, "però" pensò Evangeline "alla fine ha rinunciato a lui".
La ragazza si alzò senza rivolgere la parola alla propria domestica, che invece non la smetteva di farle domande sulla serata trascorsa e sulla Regina e su mille altre cose che Evangeline non stava nemmeno ascoltando.
Dopo aver indossato un semplice vestito lillà con le maniche di pizzo bianche, la ragazza congedò Sophie e si diresse dabbasso, dove l'aspettava la colazione.
Quella mattina fu la prima a mettersi a tavola, il cameriere le servì un uovo con del pane tostato e del the fumante: stava per alzarsi dopo aver consumato il proprio pasto, quando Evangeline udì delle voci provenire dalla biblioteca; la giovane non resistette e andò ad ascoltare.
-Non è adatto per Evangeline!-
-Non importa, si tratta della nostra sopravvivenza, perché non riesci a capirlo?!-
Evangeline aveva riconosciuto le voci dei suoi genitori e si nascose dietro la tenda di broccato che stava all'ingresso della stanza: cercò di sporgersi e di aprire le orecchie il più possibile per non perdersi nemmeno una sillaba.
-Lei non deve portarsi addosso questo peso, la colpa è solo tua-
-Attenta a come parli, sei sempre mia moglie!-
Lord Montgomery tirò un pugno sul tavolino di fronte a sé.
-Sì - rispose Lady Montgomery glacialmente - sono tua moglie. E come tale merito rispetto. Tu, come marito, avresti dovuto sostentare me e nostra figlia, invece hai sperperato il tuo denaro con le tue sgualdrine e con investimenti sconsiderati! E Dio solo sa con cos'altro...-
Evangeline sentì sua madre singhiozzare e dovette farsi un'immensa violenza per non andare a consolarla: "dunque siamo in bancarotta?".
-È deciso. Non puoi opporti a questo accordo. Il matrimonio con Giacomo risanerà le nostre finanze ed Evangeline avrà un cognome rispettabile-
-Lui è oscuro, non mi piace. Si raccontano tante cose, c'è chi dice che abbia addirittura ucciso sua madre e che per questo sia scomparsa!-
-Pettegolezzi da donnicciole. È un sano maschio inglese, niente di più-
-Metteresti in pericolo la tua stessa figlia, pur di non perdere la faccia con la società?-
Evangeline non udì risposta, però sentì i pesanti passi di suo padre che sbattevano sul tappeto della biblioteca e lo portavano verso l'uscita, così lei si alzò le gonne e rapidamente riprese il suo posto in sala da pranzo.
Finse di leggere il quotidiano che aveva di fronte, quando i suoi genitori entrarono disse:
-Buongiorno padre. Buongiorno madre-
-Buongiorno- rispose solo suo padre, sedendosi.
Sua madre rimase muta, fissando il liquido ramato e fumante che aveva nella sua tazza.
-Devo dire che Robert si è comportato molto bene ieri sera, non ero certo che potesse assolvere un compito tanto importante data la sua giovane età- disse il padre di Evangeline, e Lady Montgomery rispose solo con un breve sorrisetto, per poi fingere di bere il the.
-A cosa vi riferite, padre?- chiese Evangeline, più per rompere il silenzio imbarazzante che si era creato, che per vero interesse.
-Robert. Il mio valletto - rispose lui, tenendo sempre gli occhi fissi sul quotidiano che aveva in mano - ieri sera ha prestato servizio alla festa. il valletto di un giovane lord si è fatto male e lui lo ha sostituito egregiamente-
-Chi era mai costui?-
-Il valletto? Non saprei...- disse Lord Montgomery.
-No, padre - Evangeline soffocò una risatina - il giovane lord rimasto improvvisamente orfano di valletto-
-Ah - esclamò l'altro, pulendosi i baffi con un tovagliolo - non lo conosco, però Robert mi ha detto che parlando con lui aveva scoperto il suo nome. Era inconsueto...-
Lord Montgomery ci rifletté sopra qualche secondo, poi ebbe l'illuminazione:
-Alexander! Ecco come si chiamava. Non rammento tuttavia il cognome. Dev'essere un piccolo lord di provincia-
Evangeline non riusciva a respirare, non sapeva se per via del corsetto o per l'emozione che provava, o per entrambe le cose: se Robert era riuscito a parlare con Alexander, forse era riuscito ad ottenere qualche informazione in più.
"Devo trovarlo e parlare con lui. A tutti i costi!"
-Ebbene padre, madre, purtroppo devo ritirarmi, ho promesso a Miss Fairfax che le avrei inviato il nome del sarto che ha cucito il mio abito, e devo consegnare la missiva a Reginald prima che parta per andare in città-
Reginald era il cocchiere e ogni mattina si recava con la carrozza a Londra per recapitare tutte le comunicazioni dalla tenuta.
-No cara, Miss Fairfax può attendere - la interruppe Lady Montgomery - oggi dobbiamo restituire alcune visite. E tuo padre insiste perché annunciamo il tuo fidanzamento-
Evangeline ebbe l'impressione che la madre avesse capito cosa stava succedendo, così accettò suo malgrado di rimandare il piano per trovare Alexander.
La sua mente però non poteva non vagare ai meravigliosi momenti della sera precedente.
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La Rosa di Evangeline
ChickLitEvangeline è una giovane ereditiera della Londra vittoriana: il suo carattere vivace e curioso è motivo di preoccupazione per i suoi genitori, che intendono trovarle marito. Una mattina il padre di Evangeline, Lord Montgomery, le comunica un'eccitan...