La festa di fidanzamento era in pieno svolgimento. Il salone rifulgeva di luci, abiti e gioielli sfavillavano di mille colori, tutti gli ospiti parevano gradire singolarmente i rinfreschi offerti...ed Evangeline aveva odiato e tuttora odiava ogni singolo momento di quella festa. Il momento peggiore era stato quando non aveva più potuto evitare di essere presentata al promesso sposo ed ai suoi genitori: lui, Giacomo, un uomo ombroso di poche parole, francamente poco simpatico, i genitori, o meglio il padre e quella che poteva essere la sua più famosa amante, una coppia di altezzosi nobili, che evidentemente pensavano di fare ad Evangeline e alla sua famiglia un enorme onore, accettando di imparentarsi con loro.
Questa volta non c'era stata nessuna fuga, non era stato possibile nascondersi dietro a nessuna tenda, sebbene Evangeline non avesse alcuna intenzione di rassegnarsi a quel matrimonio combinato. Nella sua mente progettava una fuga che assumeva contorni romantici: un giovane affascinante sconosciuto che la rapiva, naturalmente con la sua attiva collaborazione, sottraendola ad un destino infame: e vissero felici e contenti. Come potesse organizzarsi questa fuga, e soprattutto come individuare lo sconosciuto che tanto occupava i suoi sogni, non le era molto chiaro.
Intanto, però, doveva raggiungere il ballo dei poveri, dove Jean Louis le aveva detto avrebbe potuto incontrare "lui". Guardò in direzione dei suoi genitori, che stavano chiacchierando con i suoi futuri suoceri e – dio non volesse – il suo futuro, sgradevolissimo marito. Con una scusa si defilò in camera e si cambiò il più rapidamente possibile: l'abito di broccato rosso che sua madre aveva scelto per l'evento venne rimpiazzato dal vestito del ballo in maschera. Cautamente la ragazza discese le scale e si avviò fino alla porta del salone, ne uscì sempre controllando di non essere vista, e una volta fuori ruppe in una fuga il più rapida possibile, veloce quanto le era consentito dall'abito ingombrante e dalle scarpette col tacco. Per fortuna, Jean Louis le aveva approntato nella gonna una tasca segreta in cui aveva nascosto la maschera.
Salì al volo sulla sua carrozza e diede al cocchiere l'indirizzo del ballo dei poveri: se il cocchiere fosse rimasto perplesso o sconcertato da quella richiesta, non lo diede a vedere, e spronò i cavalli.
°°
Finalmente giunta al salone del ballo dei poveri, Evangeline si sentì montare una certa inquietudine. Fece un paio di respiri profondi, mise la maschera e scese dalla carrozza, avanzando verso le luci della festa.
Entrò a testa alta, col cuore in gola, e per darsi un contegno afferrò una coppa di champagne dal vassoio del primo cameriere che vide. Nel frattempo, senza parere, cominciò a guardarsi attorno in cerca dell'unica persona che le interessasse trovare. "O mio dio – pensò – e adesso? Se non venisse? Se Jean Louis si fosse sbagliato? Se il lacché gli avesse dato una notizia falsa? Magari senza esserne consapevole?".
Una folla di pensieri le si affacciò alla mente, uno più spaventoso dell'altro, finché, all'ennesimo sguardo preoccupato attorno, lo vide.
Era lì, elegantissimo nel completo nero, la maschera sul viso, ma innegabilmente lui. E come se lui avesse sentito il suo sguardo, si voltò. In quel momento tutto il resto scomparve per Evangeline; il mondo avrebbe potuto smettere di girare e lei non se ne sarebbe accorta, concentrata com'era su di un unico punto della sala. E anche lui sembrò essere attratto come un magnete nella sua direzione.
Lei cominciò ad andargli incontro. Lui lasciò la parete a cui era appoggiato per dirigersi verso di lei.
Al centro della sala si incontrarono.
"Rose" disse lui a bassa voce, prendendole la mano e baciandogliela.
"Alexander" sussurrò lei di rimando.
"Perdonate il mio ritardo, mademoiselle, sono stato trattenuto da uno sgradevole quanto irrinunciabile impegno di famiglia" e mentre lo diceva la sua espressione chiaramente corrucciata le stava dicendo quanto sgradevole fosse stato quell'evento.
"Non vi scusate, signore, anche io sono stata trattenuta, ve l'assicuro contro lamia volontà. Ma non sempre siamo padroni delle nostre vite".
"Ahimé come avete ragione. Gli obblighi sociali e familiari ci impediscono di seguire ciò a cui il nostro cuore anela".
Evangeline arrossì. "Non sono l'unica, allora, che ha un cuore...".
"Certamente no, mia bella sconosciuta. Mi date una grande gioia dicendomi così. Posso osare di sperare che..."
In quel momento, si sentirono delle urla, acute e improvvise. Entrambi si voltarono nella direzione da cui provenivano, ed Evangeline si portò una mano alla bocca. Un gruppo di uomini dagli abiti stracciati e con i volti coperti, ma ben armati, avevano fatto irruzione nel salone, e stavano gridando ordini, intimando alle donne di radunarsi in un angolo della sala e agli uomini di inginocchiarsi.
Alexander si guardò subito attorno in cerca di una via di fuga, ma a quanto pareva tutte le uscite erano sbarrate o guardate da qualcuno dei banditi, che evidentemente conoscevano molto bene il luogo. Fece allora scudo ad Evangeline, cercando di sottrarla alla vista dei malviventi.
Purtroppo, ottenne l'effetto contrario. Mentre un paio di complici si occupavano di spogliare le signore dei loro gioielli e altri tenevano gli uomini sotto la minaccia delle armi, il capo dei briganti si avvicinò loro sfoderando un sorriso inquietante.
"Ma guarda guarda chi c'è...un bel bocconcino..."
"Non azzardatevi a toccare questa ragazza! – esclamò Alexander - Sono disposto ad offrirmi come ostaggio al suo posto. Quando vi avrò detto chi sono, saprete che potrete chiedere un buon riscatto per me."
"Ah, non ti preoccupare, bel giovane. Perché avere uno solo, se possiamo avere entrambi? Ma nel frattempo..."
E così dicendo allungò una mano verso Evangeline, l'afferrò per un braccio, e mentre la trascinava via, le strappò la maschera.
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La Rosa di Evangeline
ChickLitEvangeline è una giovane ereditiera della Londra vittoriana: il suo carattere vivace e curioso è motivo di preoccupazione per i suoi genitori, che intendono trovarle marito. Una mattina il padre di Evangeline, Lord Montgomery, le comunica un'eccitan...