CAPITOLO 2

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La mattinata trascorre tranquilla e avendo un'ora buca, mi dirigo alla caffetteria del campus per fare rifornimento di caffè, altrimenti non so proprio come potrei arrivare a fine giornata; da oggi ricomincia anche il mio lavoro alla libreria, perciò non rientrerò a casa subito dopo le lezioni. Questo lavoro mi permette non solo di aiutare i miei a pagare la retta del college, ma anche di immergere il mio naso tra le pagine dei miei libri preferiti e di studiare un po', quando c'è poco movimento.


Mio padre non voleva nemmeno che lavorassi, il suo lavoro di avvocato gli permette di saldare tutti i conti, ma per una questione di principio vorrei contribuire, dopotutto sono i miei studi, no?

Mi posiziono in fila dietro una schiera di studenti che attendono di essere serviti e, nel frattempo, mi guardo intorno. Il mio sguardo viene attirato come una calamita da uno dei tavoli in fondo, dove un gruppo di studenti ride di gusto e tra loro, con una ragazza seduta sulle sue ginocchia, vedo Jackson.

Non ho mai avuto un fidanzato finora, o almeno nessuna relazione che sia durata più di due mesi; mi sono concentrata perlopiù sugli studi, mia madre ci ha sempre tenuto molto che io diventassi una studentessa modello e mantenessi questo standard, perciò ho dedicato ben poco tempo agli esseri viventi di sesso maschile; a dirla tutta, nessuno ha mai attirato particolarmente la mia attenzione.. nessuno ne è mai stato degno.

In questo ragazzo c'è qualcosa che mi indispone, ha un'aria così scontrosa e burbera. Non ci ho mai parlato, ma è dall'anno scorso che mi capita di incrociare il suo sguardo.. ma nonostante ciò, credo si sia già portato a letto metà campus, mentre l'altra metà lo adora e lo venera per le sue conquiste. Non ho nessuna intenzione di diventare una delle tante che si scopa, perciò preferisco ignorarlo, anche se non penso potrebbe mai interessarsi a una come me.

Con in mano la tazza fumante, mi dirigo nuovamente in aula per la lezione di filosofia, dove il professor Perry è appena entrato. Cerco di liberarmi da tutti i pensieri che mi aleggiavano la mente e mi concentro sulle parole dell'insegnante, prendendo appunti più che posso.

Quando finalmente arrivo in mensa, ho lo stomaco che brontola più del dovuto. Intravedo Abby che si alza in piedi e mi fa la mano in segno di raggiungerla; recupero un vassoio con il pranzo e vado a sedermi vicino a lei. <<Indovina un po'? Questa sera ci sarà una festa!>> esordisce. <<Oh, Abby, ti prego, non mi va>>, <<Avanti Cami, non fare la brontolona! E' la festa di inizio anno e non possiamo mancare!>> ribatte lei, <<Ci penserò, d'accordo?>> e lei annuisce mostrandomi uno dei suoi migliori sorrisi, sapendo che tanto, alla fine, la asseconderò come sempre.

Alla fine delle lezioni mi dirigo subito in libreria, essendo vicina al campus preferisco andarci a piedi, perciò invio un messaggio ad Abby in cui le chiedo di venirmi a prendere lì per andare alla festa.

- Grazie, grazie, grazie! A più tardi, buon lavoro :)

Sorrido allo schermo, lo ripongo nella borsa ed estraggo il mio ipod; infilo le cuffie, scelgo la playlist di Ed Sheeran e inizio ad incamminarmi.
Le ore passano tranquille, l'afflusso di gente non è esagerato, perciò mi rilasso e ne approfitto per studiare un po' e iniziare una tesina di storia della letteratura inglese assegnata dal professor White questa mattina.

Senza che me ne renda conto, Abby è fuori che suona il clackson e mi aspetta fuori. Ripensandoci, non ho nessuna voglia di andare alla festa di una confraternita in cui non conosco nessuno, ma non lo dirò alla mia migliore amica per evitare che ci resti male, prendo la borsa, chiudo il negozio e la raggiungo.

Questa serata non prospetta nulla di buono, me lo sento.


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