Per i successivi tre giorni ho tentato di trovare una soluzione per parlare con Jackson o cercare di capire cosa sia successo, ma invano; non ho avuto più sue notizie da quella sera che si è presentato a lavoro da me ubriaco fradicio, non so nemmeno dove fosse quando nel svegliarmi nel suo letto non l'ho trovato accanto a me. Non ho il suo numero, non posso scrivergli messaggi tantomeno telefonargli, e non si vede al campus da un po'.
La mia poca esperienza in fatto di uomini mi penalizza parecchio, non ho metri di paragone nè ho la minima idea di come comportarmi senza rendermi ridicola o rischiare di trasformarmi in una patetica sottona.
Ignoro i messaggi di Ben, con forte disappunto da parte di Abby, quando lo vedo al campus cambio strada e faccio finta di non vederlo affatto; mi sento in colpa, ma mi sono posta un obiettivo e ho tutta l'intenzione di portarlo avanti e raggiungerlo.
La mia migliore amica crede che io sia pazza, non mi ha mai visto tanto determinata, ma io sento che questa nuova considerazione che ha di me abbia una nota positiva, in fondo.
Mi armo di tutto il coraggio di cui dispongo e passo alla confraternita con l'intenzione di entrare nella sua stanza e avere un confronto con lui.
Potrò decidere di appuntarla alla lunga lista di decisioni sbagliate che ho preso fino ad ora, perchè quando irrompo nella sua stanza, senza bussare, lo trovo sdraiato sul letto con sopra una ragazza, entrambi completamente nudi.
Rimango immobile sulla soglia della porta, con il braccio aperto e la mano che stringe ancora la maniglia e vago con lo sguardo su ciò che ho intorno; sembra proprio che sia passato un uragano qui dentro.
Varie bottiglie di vodka e liquori giacciono vuote sul pavimento, i vestiti sparsi alla rinfusa in qualsiasi angolo della camera, per terra, sulla scrivania, sulla sedia, persino sul letto. Bustine aperte di preservativi sopra il comodino e un posacenere pieno di cicche attirano la mia attenzione, questo posto sembra un bordello e io non ho la minima idea di cosa mi sia potuto passare per la mente.
<<Ti sei persa, principessa?>> la mora a cavalcioni su di lui si rivolge a me con aria di sfida e un sorriso beffardo le dipinge il volto. Incurante della mia presenza, continua a muoversi lentamente su di lui aggrottando la fronte in segno di godimento.
In tutta risposta lui solleva la schiena appoggiandosi sui gomiti e mi guarda con aria accigliata, sgranando gli occhi e scrutandomi da capo a piedi, come a convincersi che sia veramente io oppure se lo stia immaginando; non mi sorprende, non so nemmeno io cosa ci faccia qui.
Senza dire una parola, mi giro di scatto e me ne vado lasciando la porta spalancata. Mi convinco in quel preciso momento che non posso immischiarmi in questa cosa, lui non cambierà mai e non sarò di certo io il suo giubbotto di salvataggio, ci vuole ben altro. E' disturbato, prima la mia mente lo avrebbe accettato, meglio sarebbe stato per me.
<<Cami aspetta!>>
La sua voce profonda mi fa fermare all'improvviso e il suo profumo mi investe le narici, mi giro e il suo corpo da atleta è lì davanti a me che mi sovrasta in tutta la sua imponenza.
Indossa solo un paio di pantaloni della tuta neri, il petto scoperto e tutti i tatuaggi delle sue braccia in bella vista che gli adornano i bicipiti come un dipinto, ma per quanto la sua visuale mi faccia perdere un battito, non riesco a non pensare alla scena a cui ho appena assistito.
Avvicina un braccio verso di me e mi prende la mano, <<Perchè sei venuta nella mia stanza?>> il suo alito puzza di alcol e sigarette, i suoi capelli sono madidi di sudore e gli ricadono sul viso.
Mi ritraggo dalla sua presa con uno strattone, le lacrime iniziano a riempirmi gli occhi e sento di essere sul punto di sbottare <<Non toccarmi! Mi fai schifo>> gli grido contro, e il mio viso inizia a bagnarsi.
<<Che cazzo ti aspettavi, eh? Sapevi benissimo come sono fatto, credevi davvero che dopo che abbiamo scopato avremmo vissuto la favoletta che sogni tu? Io non voglio legami, Camila! Non ti voglio intorno!>>
Le sue parole mi arrivano dritte in pieno petto e mi colpiscono come un centinaio di lame.
<<Sei venuto tu da me, ricordi? Ubriaco fradicio e desideroso d'affetto, sono stata con te come mi hai chiesto! Ero preoccupata per te adesso, possibile che non lo capisci? Ma tu no, certo, trovi sempre qualcuna pronta a scaldare il tuo letto! Non ti importa di niente e di nessuno, mi fai schifo! Pensi che tutto ti sia dovuto, ti comporti come se le donne dovessero caderti ai piedi ogni volta che ne hai voglia solo perchè pensi di essere il grande Jackson Evans, ma sai che ti dico? Tu sei un fallito, non sei niente. Non ti meriti un cazzo di niente. Indovina un po'? Hai vinto il premio per il più grande coglione mai esistito sulla faccia della terra>>
Il mio petto si alza e si abbassa freneticamente come se avessi appena corso una maratona, le gambe tremanti e i pugni chiusi lungo i fianchi; le lacrime scendono indisturbate e non mi importa più di farmi vedere così, nè da lui nè da nessun altro. Gli ho vomitato addosso tutta la mia rabbia e non ne sono affatto pentita, nonostante ai suoi occhi probabilmente sarò apparsa una pazza.
Me ne vado lasciandolo sbigottito per le mie parole, arrivando ad una consapevolezza: nessuno più si sarebbe permesso di farmi soffrire. Non lo avrei più permesso, tantomeno a uno stronzo come lui.
La mia vita ora sarà diversa, decisamente. Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano, ignorando le sue grida in cui chiama il mio nome senza sosta, ma senza fare un passo, e me ne vado a casa.
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Give me everything
RomanceFinirà mai questa sensazione che mi pervade anima e corpo ogni volta che mi guarda? Camila Wyatt è una studentessa modello che frequenta il Boston College, lavora in una libreria per contribuire alle spese per la retta dell'università, la sua vita n...