CAPITOLO 6

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<<Ti giuro che non è come pensi, Abby>>

<<Questa l'ho già sentita, vuoi spiegarmi perchè cavolo Evans si è rivolto a te in quel modo? E soprattutto cosa significa il modo in cui sei fuggita ieri sera?>> virgoletta con le dita l'ultima frase.

<<E' una storia lunga>> mi affretto a dire, sperando che la smetta in fretta; non ho davvero nessuna voglia di parlare di Jackson.

<<Abbiamo tutto il tempo del mondo, perchè entrambe abbiamo la prima ora buca, perciò datti una mossa e andiamo in caffetteria a parlarne, prima che ti prenda a calci in culo>>.

<<Sempre molto fine, Abb, complimenti>> e la seguo a ruota, sapendo di essere in trappola.

<<Si da il caso che ieri sera qualcuno mi abbia rovesciato addosso della birra, stavo cercando un bagno e sono accidentalmente capitata nella stanza di quell'antipatico di Jackson>>.

<<Accidentalmente, eh?>> ribatte lei.

<<Esatto, non sapevo fosse la sua stanza, comunque gli ho chiesto di poter usare il bagno, lui mi ha seguita e......>> assurdo, non riesco nemmeno a dirlo.

<<E cosa, Cami??>>

<<Ci siamo baciati, ecco tutto, e dopo aver inconsciamente ricambiato il suo bacio, gli ho dato uno schiaffo e sono scappata. Sono una stupida, lo so, non avrei mai dovuto!>> alzo un po' troppo la voce e attiro l'attenzione di alcuni ragazzi seduti nel tavolo a fianco al nostro.
Ci manca solo che lo venga a sapere tutto il campus adesso.

<<Non avresti dovuto dargli uno schiaffo o non avresti dovuto baciarlo?>> ridacchia e solleva un sopracciglio con fare sospettoso ma divertito.

Con mia grande sorpresa, faccio spallucce e lei sbatte una mano sul tavolino e si alza in piedi.

<<Mi stai prendendo in giro, vero?>> dice con un'espressione accigliata e sorpresa allo stesso tempo.

<<Se non hai altro da aggiungere, ti ringrazio del caffè Abb, me ne vado, ciaooo>> mi alzo frettolosamente e corro via. Pare che sia diventata una mia specialità ormai. Mannaggia a me.

Per tutta la mattinata non riesco a concentrarmi a nessuna lezione. Quando esco dall'aula di storia, un gruppo di ochette sta confabulando nel corridoio.

<<Ti dico di sì, ho passato la notte con Jackson! Ci sa fa proprio fare, ragazze, ve lo assicuro>> dice una biondina, e girandomi ad osservarla meglio, mi rendo conto che è proprio una di quelle oche che stavano avvinghiate a lui quando sono arrivata alla festa ieri.

Questa ragazza non ha un minimo di dignità. Certo è bellissima, potrebbe fare la modella, ma andare in giro a dire chi si scopa no, dai. Passo oltre, non voglio sentire altro.

Subito mi viene in mente che dopo il nostro bacio lui allora è corso da lei. Dovevo immaginarmelo, speravo anche che avesse significato qualcosa? E' stato così intenso che pensavo...

Mi riscuoto dai miei pensieri perchè due braccia possenti e tatuate mi afferrano un polso e mi attirano in uno stanzino umido e stretto usato come ripostiglio. Ma che diavolo?

<<Ti va di finire quello che abbiamo iniziato, piccola?>>

Capisco che si tratta di lui dalla sua inconfondibile voce profonda e roca, ma se i miei occhi incontrano i suoi è la fine. Devo evitare il suo sguardo a tutti i costi.
Un po' difficile visto che lo spazio è talmente ristretto che un claustrofobico potrebbe morire di infarto nel giro di un secondo!

Mi guardo intorno con la coda dell'occhio e capisco di non avere via d'uscita, sono schiacciata dal suo corpo, le sue braccia sono all'altezza della mia testa, le sue mani toccano il muro e il suo viso è a pochi centimetri dal mio.

<<Si può sapere cosa vuoi ancora da me?>> provo a dire, in qualche modo sono curiosa sul serio di cosa lo spinga a cercarmi e cosa lo abbia portato a baciarmi.

Con il pollice mi accarezza il labbro inferiore e io non posso fare a meno di guardarlo negli occhi. Sembra divertito dalla mia domanda.

<<Ti voglio, Camila. E' da quando sei arrivata lo scorso anno che ci penso, c'è qualcosa in te che..>>

Il cuore mi rimbalza nel petto e spero che non se ne accorga, come può essere tanto diretto con qualcuno che neanche conosce?

Non gli lascio finire la frase e ribatto <<Mi sembra di capire che lo schiaffo che ti ho rifilato ieri non sia stato abbastanza per te, ma tranquillo, posso rimediare>>.

Emette una risatina, e in modo veloce ma sensuale, si insinua nel mio collo e inizia a baciarlo e leccarlo, creando dei piccoli cerchi con la lingua e salendo verso il lobo, che finisce per mordicchiare. Sussulto e sgrano gli occhi, mi tremano e sudano le mani.

Non di nuovo, ti prego!

Il magico momento viene interrotto quando sentiamo qualcosa vibrare nella tasca posteriore dei suoi jeans; salvata dal cellulare. Si stacca da me e il mio viso va a fuoco per l'imbarazzo, poi estrae il telefono dalla tasca e apre la porta.

<<Ci vediamo presto, piccola>>bofonchia, e se ne va.

Dio, lo odio, non lo reggo! Come faccio a cadere in continuazione nelle sue trappole?

Stupida, sono una stupida.

Lascio lo stanzino e decido di uscire di qui, mi avvio a lavoro senza neanche pranzare. Ho lo stomaco in subbuglio.


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