CAPITOLO 3

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<<Speri davvero che ti lasci venire alla festa conciata così?>> non si risparmia di dire la mia migliore amica appena entro in auto. <<Che ha che non va il mio abbigliamento, scusa?>> cerco di giustificarmi, ma Abby ovviamente non ammette repliche <<Ora ti metti questo vestito, ti trucchi un po' e poi possiamo andare, non accetto un no come risposta>>. Sembra proprio che mi toccherà indossare uno stupido vestito... proviene dall'enorme guardaroba di Abby, nel quale entrandoci chiunque potrebbe perdersi, anzi potrebbe addirittura sembrare di stare in un negozio del centro commerciale lì dentro.

Devo ammettere comunque che questo abito non è niente male: azzurro, come i miei occhi, ma un po' troppo aderente, considerando che il mio seno è un po' più prorompente rispetto al suo e la scollatura è un po' troppo ampia; comunque lo indosso ugualmente nei sedili posteriori e in un modo non troppo agile, passo nuovamente nel sedile del passeggero per mettere un po' di mascara sulle ciglia e un rossetto rosso ciliegia. Cerco di districare i nodi dei capelli con le dita, li porto tutti sulla spalla destra, mi giro verso Abby ed esclamo <<Sono pronta, possiamo andare>> <<Ora si che sei perfetta, cara la mia amica!>> esclama Abby, strizzandomi l'occhio, e parte.

Come immaginavo, la festa è stata organizzata da Jason, uno dei giocatori di football, motivo per cui tutti i giocatori saranno presenti, Jackson compreso... sento l'ansia salirmi, perchè gli sguardi di quello proprio non li sopporto.

Il rimbombo della musica assordante si può sentire dal parcheggio, già colmo di macchine di studenti provenienti da tutto il campus. Mi guardo attorno ma tutto ciò che vedo sono solo ragazzi ubriachi che biascicano parole quasi incomprensibili e a stento si reggono in piedi e una serie di ragazze con vestiti striminziti che lasciano ben poco all'immaginazione.

Entrando, la situazione è ovviamente la medesima, con l'aggiunta di gente che balla con bicchieri in mano noncuranti del fatto che gran parte del liquido che ospitano al loro interno si stia rovesciando sul pavimento.

Io e Abby ci dirigiamo verso la cucina per prendere qualcosa da bere, ma la visuale che mi si para davanti non è delle migliori: il nostro capitano di football è seduto lì vicino con due belle ragazze avvinghiate a lui che lo accarezzano e gli baciano il collo.

Che schifo, senza pudore.

Come ad essersi accorto della mia presenza, si gira verso di noi e con un ghigno sul viso mi scruta dalla testa ai piedi, poi con un'abile mossa si porta sulle gambe la biondina accanto a lui e la bacia con passione, senza perdere il contatto con i miei occhi.

Non capisco il motivo di questo suo atteggiamento, ma provo ribrezzo nei suoi confronti in questo momento , distolgo lo sguardo e mi rivolgo ad Abby: <<Che dici, andiamo a ballare?>> <<Questo si chiama parlare, finalmente ti sciogli un po' e ti levi quello sguardo imbronciato signorina! Siamo venute per divertirci, divertiamoci allora!>> mi prende la mano e ci avviamo verso il salotto in cui la musica è così alta che ci perdiamo tra le note agitando i fianchi e portando le braccia in aria.

Per riprendere fiato, dopo aver ballato alcune canzoni, decido di andare in bagno a darmi una rinfrescata veloce; mi avvio verso la scalinata che porta al piano superiore in cui si trovano le camere e i bagni, e in cima ci trovo Jackson, con le braccia incrociate appoggiato al corrimano.

La sua presenza mi rende inquieta, specie dopo la scena di poco prima, perciò con una spavalderia che non mi appartiene, mi rivolgo a lui per la prima volta <<Mi stai seguendo per caso?>>, senza ottenere nessuna risposta mi prende un polso e mi attira a sè, e i nostri nasi quasi si sfiorano. <<Mi guardi spesso, ti piace quello che vedi?>> mi risponde lui, con uno sguardo penetrante.

Sento mancarmi il respiro per un attimo, ma riesco a divincolarmi dalla sua presa e a indietreggiare <<Ma che ti dice il cervello?>> emette una risata che credo di non avergli mai sentito prima, irritante tanto quanto il suo modo di fare, lo vedo avanzare nuovamente verso il mio viso e si ferma a un soffio dal mio orecchio <<A me piace ciò che vedo piccola, ma non essere così scontrosa>> mi strizza l'occhio e mi oltrepassa, scendendo le scale e lasciandomi così.

A quelle parole il mio cuore perde un battito.

Mi ricompongo in un attimo e decido di andare a cercare Abby, voglio andarmene di qui il prima possibile. Questa situazione non fa per me, così come questo ambiente.


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