X

5.6K 284 83
                                    

Harry non vede Louis da una settimana. La palestra è stata chiusa per tutti quei giorni, a causa di un problema nell'impianto idraulico che ha allagato gli spogliatoi e la stanza dei pesi, quindi niente combattimenti. Ad aggiungersi, ha diluviato tutte le sere senza dare un attimo di tregua a quella città e ai suoi abitanti, tradotto niente incontri serali al parco. Inoltre, non è andato a prendere la sorella a scuola nemmeno una volta.

Il liscio non lo ha contattato, va bene che non ha il suo numero, ma la sorella sì e se si fosse interessato avrebbe potuto chiederglielo. Harry non dovrebbe essere rannicchiato nel suo letto il giorno prima del suo compleanno. Non dovrebbe trattenere le lacrime quando, tra poche ore, compirà diciotto anni.

A Zayn alla fine l'ha spiegata quella situazione, quel lunedì fuori scuola- quando ancora non sapeva che Louis lo avrebbe ignorato- prima che arrivasse la loro amica bionda. Il corvino lo ha abbracciato e gli ha sussurrato di farsi trattare bene e di trattarlo bene. Peccato che non ha avuto nemmeno la possibilità.

E ora si trova lì, sotto le coperte, in una felpa troppo grande e le gambe strette al petto. Il tempo fuori che accompagna il suo umore, la pioggia che sbatte sulla finestra chiusa e il vento che produce rumori inquietanti.

-

Non lo sta davvero facendo, se lo sta immaginando. Sbatte la testa contro il volante, schivando il clacson all'ultimo per evitare di svegliare chiunque nei dintorni, vista l'ora tarda.

Vorrebbe piangere dalla frustrazione, mentre stringe forte con la mano tatuata il piccolo pacchetto. Non può credere che abbia speso una piccola parte dei suoi risparmi per comprare un regalo a quel ragazzino che gli sta fottendo il cervello, è la prima volta che non li usa per la sua famiglia e il problema è che non se ne pente, per niente.

Non vuole suonare il campanello, scapperebbe a gambe levate se si trovasse davanti la madre di Harry furiosa perché un pazzo è andato a casa sua a mezzanotte. Quindi aspetta in macchina che spiovi un minimo, per potersi arrampicare su quell'albero che ha visto esattamente davanti la finestra del riccio.

Chiude gli occhi esausto, esausto dalla miriade di sensazioni che sta provando in quei giorni, la sua mente non riposa mai e sente che potrebbe scoppiare come un palloncino. Non vedere Harry lo ha toccato più di quanto immaginasse, non poterlo vedere fare il tifo per lui fra il pubblico è stato come un pugno dritto sul naso, non incontrarlo la sera con Muffin è stato estenuante. Arrivare al parco e aspettare sotto la pioggia che arrivasse, nonostante sperasse che non venisse a causa dell'acqua- l'ultima cosa che vuole è farlo ammalare-.

Pensieri simili li ha quello stesso ragazzino in camera, che risponde ai messaggi di auguri, con un'espressione dolorante in faccia. Si sente una merda perché ha una famiglia fantastica che gli ha portato cupcake e candeline esattamente a mezzanotte, degli amici meravigliosi che lo hanno riempito di messaggi e un cane che gli fa le feste- gli piace pensare che Muffin abbia capito che è il suo compleanno- e invece è seduto al centro del letto a piagnucolare e smangiucchiare dolci.

Sobbalza spaventato quando sente un colpo contro la finestra, poi si ricorda del temporale in atto e alza le spalle. Un altro colpo, più forte, lo fa spaventare e si avvicina piano al vetro, cercando di non farsi vedere da fuori- non vuole esser ucciso il giorno del suo compleanno-. Spalanca gli occhi quando vede il pugile accovacciato sul ramo più sporgente, che dà dei colpi cercando di mantenere l'equilibrio. Sente una sensazione di calore invaderlo, vederlo davanti a lui è come prendere una boccata di aria fresca.

"Oh Dio." Esclama scioccato e apre subito la finestra "Sta diluviando, sei pazzo?" lo tira dentro, chiudendo successivamente tutto, comprese le pesanti tende.

"Probabile." Borbotta, scrollandosi l'acqua di dosso come un cane. Muffin mugola contenta, saltando giù dal letto e correndo dal più grande per farsi accarezzare- probabilmente preferisce lui ad Harry, ne è sicuro-.

"Che ci fai qui?" chiede scontroso, ricordandosi chi ha di fronte e del fatto che non si è fatto sentire per sei giorni di fila.

Louis non sa che dire. Sono qui per farti una sorpresa perché mi mancavi e ora che ti ho davanti mi sembra di aver ripreso a respirare, gli sembra un po' troppo. Quindi alza le spalle con fare indifferente e dice "Qui qualcuno diventa uomo oggi, vero?"

Harry si è già dimenticato perché era arrabbiato fino a tre secondi fa, tutto ciò che riesce a concepire è il fatto che Louis Tomlinson sia davanti a lui, nella sua camera e con un pacchetto in mano. Gli occhi gli brillano senza che possa fermarli, gli angoli delle labbra che si alzano in un profondo sorriso e le ginocchia che tremano, incapaci di sostenere il suo peso.

"Oh sì, da oggi sono un vero uomo." Risponde, gonfiando il petto.

"Non esagerare ragazzino, volevo solo essere gentile." Controbatte, sedendosi sul letto dopo che il riccio lo ha invitato a farlo.

"E' un regalo?" chiede impaziente Harry, fissando insistentemente il pacchetto celeste- adora i regali e si sente un bambino- "Per me?"

Louis se ne è quasi dimenticato, nonostante pesi come un macigno nelle sue mani. Glielo porge, sviando lo sguardo e concentrandosi sulla scrivania bianca su cui sono poggiati vasi e piantine, all'angolo della stanza.

Il più piccolo freme, fa quasi fatica ad aprire la bustina per quando le dita gli tremino. Incastra la lingua fra i denti mentre scioglie il nastro color panna. Sente il respiro venirgli a meno quando sbircia all'interno e vede una piccola polaroid grigia, incartata malamente in una velina. Gli occhi gli si riempiono di lacrime e il labbro inferiore inizia a vibrare.

"Ne stavi straparlando una sera al parco, mi hai detto che l'hai sempre voluta ma che non sai come usarla." Spiega Louis imbarazzato come non mai. Tira i fili del piumone, strappandoli con le dita forti.

"E'- è bellissima." Singhiozza, cercando di asciugarsi le lacrime e di darsi una sistemata, non potendo riordinare quel casino che si è creato dentro di lui "Grazie."

Il liscio alza lo sguardo quando lo sente piangere e gattona velocemente vicino al suo corpo, afferrandogli le guance e asciugandogliele con i pollici. Si sene così stupido e sentimentalista e Liam sarebbe maledettamente fiero di lui.

"Ti piace?" è timido mentre lo dice e se Harry non fosse così sconvolto, lo prenderebbe in giro.

"Io, io." Non sa come esprimere a parole quello che sente. "Posso baciarti?" gli sussurra vicino al viso, le gambe incrociate e le ginocchia che si sfiorano.

Il pugile ride profondamente "Decisamente, non sei ancora un uomo." E poi lo bacia. Un bacio a fior di lampa, poi un altro e un altro ancora. Gli accarezza le guance calde e rosse, fa unire e loro lingue e si avvicina ancora di più.

Passano minuti interi a divorarsi con la bocca e ad accarezzarsi gentilmente. Il riccio gli circonda la vita con le cosce sottili, finendogli cavalcioni. Louis devia i suoi baci, allontanandosi dalle sue labbra rosse e lucide e scendendo sulla mandibola. Lascia soffici baci dietro il suo orecchio e inizia a mordicchiare un punto in cui spalla e collo si uniscono. Succhia leggermente, alternando morsi e baci, lasciandogli un segno chiaro, che entro domani diventerà scuro e ben visibile. Harry sospira, afferrandogli i capelli e tirandoglieli. Si guardano negli occhi, lucidi ed eccitati e il riccio sorride dolcemente, passando le dita sui suoi lineamenti e abbracciandolo. Affonda il naso della sua spalla, strusciando il viso piano e stringendosi forte al suo corpo.

"Tanti auguri, riccio." Gli sussurra fra i capelli.

Non si aspettava decisamente quella svolta, ma gli va bene così- più che bene-. 

Kill my mind | l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora