XVIII

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"Dove vai?" chiede Lottie, stesa sul divano. È il suo giorno libero e si annoia terribilmente, quindi infastidire il suo fratellone le sembra un'idea fantastica.

"Da Harry." Risponde, allacciandosi le scarpe.

"State insieme?" gli sembra di essere tornato a mesi fa.

"Credo di sì, non lo so." Risposta diversa rispetto all'altra volta.

"Dovresti assolutamente chiederglielo, passate praticamente tutti i giorni insieme e limonate davanti a chiunque. Credo sia arrivata l'ora di ufficializzare la cosa."

Il liscio fa un verso infastidito, non ama quando sua sorella si impiccia delle sue questioni private.

"Ti piace?" non lo guarda mentre lo tartassa di domande, impegnata a cercare un programma in televisione che possa distrarla da quella giornata calda e noiosa.

"Sì." Ammette, senza problemi. Non ha più paura di dire le cose come stanno, di accettare i propri sentimenti.

"E me lo dici così?" la sorella si siede, offesa "Perché non me lo hai detto prima? È una cosa importante."

"Perché tu non me l'hai chiesto."

"Ma-" il liscio la interrompe, lasciandole un bacio fra i capelli, sbrigativo e uscendo di casa.

-

"Salve, Anne." Saluta la donna, quando questa gli va ad aprire la porta.

"Louis, che piacere." Sorride contenta, spostandosi di lato e facendo un gesto con il braccio per invitarlo ad entrare.

Louis ha conosciuto Anne, la madre del riccio, non troppe settimane prima. Di solito aspetta che i proprietari della casa non ci siano, per poter entrare, ma negli ultimi tempi non gli è interessato molto, non ha paura di conoscere i suoi genitori e farla sembrare una cosa troppo seria. Più volte Robin lo ha accolto prima di un appuntamento, facendolo sedere in salotto e parlando amabilmente, aspettando che il ragazzino fosse pronto. Sono persone adorabili, non lo hanno mai guardato con sguardo giudicante- tranne qualche occhiata preoccupata di Anne alla vista di uno dei suoi tanti lividi, ma è pur sempre una madre! – o con pietà, infatti è sicuro che Harry abbia raccontato loro qualcosa, sa del rapporto stretto che hanno, ma non lo infastidisce. Anzi, spesso si sono trovati a parlare del lavoro del liscio, Robin è sembrato molto interessato e gli ha promesso che una sera sarebbe andato a vederlo a uno dei suoi incontri.

"Harry è di sopra." Lo avvisa "Volete un tè?" chiede, andando verso la cucina.

"Ci sono trenta gradi, Anne." Ridacchia, iniziando a salire le scale, ma udendo comunque un "Il tè va bene in qualsiasi stagione." Borbottato dalla donna.

Si avvicina alla porta marroncina, non bussando e spalancando la porta. Muffin lo riconosce immediatamente e gli corre incontro, buttando le sue enormi zampone sulle sue spalle scoperte da una canottiera bianca.

"LouLou!" urla il riccio, alzandosi dal letto e trotterellando nella sua direzione, a piedi nudi. Sembra anche lui un cagnolone alla ricerca di coccole.

"Ehi, piccolo." Fa scivolare il cane a terra, passando le braccia sui suoi fianchi e regalandogli un dolce bacio.

"Mh, mi sei mancato." Mugola sulle sue labbra, aggrappandosi a quelle spalle forti e muscolose.

"Ci siamo visti ieri." Ride allegramente, trascinandolo sul letto e spalancando la finestra "Devi far cambiare l'aria in questa stanza." Lo sgrida, sfilandosi le scarpe e i calzini così da rimanere a piedi scalzi.

"Poi entrano cattivi ragazzi che mi scambiano per un infermiere." Sbuffa, sorridendo, allungando le braccia per trascinarsi il corpo dell'altro sul suo.

Kill my mind | l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora