Capitolo 3

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Svenni.

Come cadere in coma.

(...)

Aprii gli occhi e mi ritrovai in un posto che non era casa mia, ma era assai familiare: l'ospedale.

Oh no, di nuovo.

Ma stavolta Peeta non era con me.

Non riuscivo né a parlare né ad alzarmi, neanche per chiedere aiuto e sapere cosa fosse successo, o magari, che giorno fosse. Dietro di me c'era tutto un sistema con dei tubicini: dovevo essere stata in coma.

Ma per quanto???

Dato che non potevo fare niente mi limitai a pensare a cosa potesse essere successo: potevo essere semplicemente svenuta, e Peeta non era lì con me perché era al forno. Ma, se non lui, chi poteva avermi portata nell'ospedale??

Mi guardai nuovamente intorno, ancora stordita dalla luce accecante di quella stanza.

Ma in quel momento ero solo preoccupata per Peeta, purtroppo non avevo la forza né per parlare, né per fare anche un solo piccolo movimento.

Ero praticamente ridotta...a un vegetale.

Ma chi lo sa se le piante pensano...perché io pensavo, pensavo a tutto e di più, pensavo a cose bruttissime, pensavo potesse essere successo qualcosa a Peeta.

Tra un pensiero e l'altro mi riaddormentai.

!¡OH MY CONNOR¡!(Sequel to Sani e Salvi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora