Capitolo 9 "Nightmares"

899 75 23
                                    

Stiamo correndo. Fuggiamo dal passato, corriamo verso il futuro. Ma ad un certo punto mi blocco. Il mare aperto si apre di fronte a me, e un senso di oppressione si impossessa del mio corpo. Luke continua a correre dietro di me, ha gli occhi chiusi, non si accorge di cosa sta per succedere.

«LUKE!» è tutto ciò che riesco a gridare, la paura sempre più grande. Lui apre gli occhi per un secondo, spiazzato, spaventato, ma ormai è troppo tardi. Con un piccolo tonfo cade nell'acqua, e per un momento sembra quasi ce l'abbia fatta, sembra che sia ancora vivo, ma poi non torna più a galla. Non lo fa. E io combatto la mia paura e mi getto nell'acqua gelida per tentare di salvarlo, ma non c'è niente che io possa fare. Niente. Scoppio in lacrime, tenendo il suo corpo tra le braccia, e vorrei che tutto questo non fosse mai successo, vorrei solo sprofondare nell'oblìo...

Mi sveglio urlando, grondante di sudore. È sempre lo stesso incubo, da una settimana. Forse dovrei parlarne con uno psicologo, saprebbe come aiutarmi. Guardo il telefono, sono le 4:03. Rinuncio al sonno, mi alzo e vado in cucina a bere un bicchiere d'acqua, per cercare di calmarmi.
E se invece lo raccontassi a Luke?
Non lo so. Dal giorno del mio compleanno non abbiamo parlato molto, nemmeno a lavoro. Era successo tutto così in fretta, e mi ostinavo a pensare che non era vero, che non poteva essere vero. Non mi era mai successo di pensare ad un ragazzo.. In quel modo. Ma con Luke era diverso; ogni volta che lo vedevo sentivo uno strano calore appropiarsi del mio stomaco, che raggiungeva immediatamente le guance. Adoravo vederlo sorridere, e adoravo ancora di più quando quei sorrisi erano indirizzati a me. Non capivo più niente quando si trattava di lui, come in quel momento. E allora decisi di fare la pazzia più grande della mia vita.

"Te ne pentirai per il resto della vita"

diceva la mia vocina interiore, ma non le diedi minimamente ascolto. Tornai in camera, infilai un paio di scarpe e una felpa sopra la canottiera con cui dormivo, presi le chiavi di casa e della macchina e uscii. Sapevo dove viveva Luke, me lo aveva detto la settimana prima, quando parlavamo ancora. Non era molto lontano da casa mia, ma alle 4 del mattino non è proprio sicuro muoversi a piedi. Arrivai in poco meno di 10 minuti, parcheggiai all'angolo e mi incamminai verso il suo appartamento. Fortunatamente viveva al secondo piano di un piccolo condominio e non sarebbe stato difficile fare quello che avevo intenzione di fare. Raccolsi alcuni sassolini da terra e mi piazzai sotto la finestra che speravo corrispondesse alla sua camera. La luce era spenta. Oh beh, poco male. Iniziai a lanciare i sassolini contro il vetro della sua finestra. Uno, due, tre, quattro.. Stavo per lanciare il quinto sassolino quando il viso di Luke fece capolino dalla finestra.

«Michael, hai una vaga idea di che ore siano?»
mi disse, la voce ancora impastata dal sonno e i capelli arruffati.

«Avevo bisogno di vederti.» fu la mia unica risposta. Lui non rispose, ma si allontanò dalla finestra, venendo ad aprire la porta per farmi entrare.

«vieni dai, ormai mi hai svegliato»
Entrai e lo seguii nella sua stanza. Le semplici lenzuola azzurre erano cadute a terra, evidentemente a causa del brusco risveglio.

«Scusami» esordii.

«Non avrei voluto farlo, ma sento che se non lo farò ora non lo farò mai più»

«oh non preoccuparti, dimmi tutto»

Ci accomodammo sul letto, uno accanto all'altro. Così gli raccontai il sogno, in ogni particolare.

«sono 7 notti che non dormo. Ogni notte è sempre la stessa tortura. È dal mio compleanno che succede. Da quando tu ed io....» non riuscii a completare la frase, perchè lui mi interruppe.

«quindi è per questo che non mi parli più..» mi disse, la voce bassa.

«Esatto. È che da quando ci siamo baciati non ho pensato ad altro. Ho pensato a te, ho pensato alla mia vita, a quello che era successo.. Ogni volta che ti vedo il battito del mio cuore aumenta rapidamente, e non posso fare a meno di sorridere. La tua sola presenza riesce a farmi stare bene, eppure allo stesso tempo non capivo, non volevo capire. Non volevo capire che mi sto innamorando di te. Sì, io mi sto innamorando di te. E so che può sembrare strano, che il mio sentimento potrebbe essere non corrisposto, ma non ce la facevo più a tenere tutto dentro, avevo bisogno di confessartelo.»
E dopo aver tirato fuori tutto questo, dopo essermi messo a nudo di fronte a lui non riuscii più a sostenere il suo sguardo, e abbassai gli occhi, in imbarazzo.
Dopo attimi che sembrarono ore Luke mi rispose.

«Mi fa piacere sentirti dire queste parole. So che può suonare egoista, ma sono felice che tu abbia scelto me per aprirti, sono felice che tu abbia scelto me, un ragazzo vittima di bullismo per il suo orientamento sessuale, un ragazzo che ha dato tanto ma non ha ricevuto niente in cambio dalla vita. E ora quella stessa vita che mi ha fatto stare male mi ha donato te, che sembri un angelo che illumina tutto questo buio. E so anche che le mie parole sono sciocche, sono inutili, ma è la verità. E la verità è che anche io mi sto innamorando di te, Michael.»

Dopo alcuni secondi interminabili si avvicinó a me, e avvolsi lentamente le mie braccia intorno al suo collo.

«Grazie per essere qui» sussurrai.

«ssh» mi disse lui in risposta, poggiando un dito sulle mie labbra. E subito dopo tolse il dito, e annullò la distanza tra me e lui, posando le sue labbra morbide sulle mie. Ci sdraiammo sul letto, e ci addormentammo insieme, abbracciati, come se fosse la cosa più normale del mondo.

______________
*spazio autrice*
Ehiehiehii! Come va?
Io ho appena letto che i Larry erano al ristorante insieme al papà di Harry, il che mi ha un po' deconcentrato per scrivere le ultime righe ew
Grazie per il supporto, davvero. Che dite, ce la facciamo ad arrivare a 100 voti totali? Buonanotte a tutte, bacinii

Voodoo doll ||Muke. [EDITING]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora