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Tornai in negozio e iniziai a sistemare i cd che erano rimasti sepolti nello sgabuzzino da chissà quanto tempo, ma per fare bella figura con il ragazzo nuovo mi era sembrato un gesto azzeccato.

Erano appena scattate le 10 (e lo so per certo perchè avevamo un fastidios..emh adorabile orologio a cucù che fischiava allo scatto di ogni ora) quando un ragazzo con i capelli biondi fece capolino da dietro la porta, facendo tintinnare la campanella. Il suono catturò subito la mia attenzione, e mi avvicinai alla porta.

«serve aiuto?» chiesi al ragazzo, che nel frattempo era entrato e stava osservando attentamente le sue mani, che trovava alquanto interresanti.

«emh ver...» cominciò a balbettare, senza alzare lo sguardo. Non fece in tempo a terminare la frase, che le improvvise parole di Kate alle mie spalle mi fecero sobbalzare.

«Tu devi essere Lucas! Vieni, entra pure» Mi girai verso di lei come intontito, con uno sguardo da "sei lo fai di nuovo ti uccido". Lei in risposta iniziò a ridere, una delle poche volte in cui si lasciava andare ad una risata, ma si ricompose subito e riacquistò il suo solito tono serio.

«Perdonami, di certo non volevo farti spaventare» mormorò con ironia, facendomi fare un piccolo sorriso.

«Comunque, benvenuto da Juke Box Lucas, il negozio di musica più bello della città!» La guardai scettico, ma non dissi nulla.

"Forse il più bello della zona, visto che è l'unico" pensai, ma decisi di tenere quelle parole per me, non volevo rovinare una delle poche visioni felici di Kate sul mondo.

«Ora questo baldo giovane coraggioso ti consegnerà la divisa e ti farà fare il giro del negozio, io devo servire il nuovo cliente». Il biondino cominciò a ridacchiare per una delle solite battutine di Kate a cui ormai non facevo neanche più caso, mentre la guardavo perplesso. Non c'era nessun cliente nel negozio.

Avevo appena finito di formulare quel pensiero che un uomo alto sulla cinquantina si materializzò davanti ai nostri occhi. Sembrava più di una banale coincidenza, ma feci finta di niente e mi voltai verso il ragazzo, che non aveva ancora alzato lo sguardo dalle sue mani.

«Piacere, io sono Michael a quanto ho capito tu devi essere Lucas giusto?» Mi presentai, allungando la mano in modo che potesse stringerla.

«preferisco Luke, comunque piacere mio». Disse mentre stringeva la mia mano. Aveva lunghe dita affusolate e la pelle fredda, il contrario delle mie mani minute e perennemente calde.

La sua voce era tranquilla e melodiosa, al contrario della voce roca che mi aspettavo di sentire. Ma la cosa che mi colpì di più furono i suoi occhi, di un blu intenso e incredibilmente profondi, come l'Oceano.

Quasi spalancai la bocca. Aspettate, ho detto quasi? Evidentemente la spalancai sul serio, visto che neanche un secondo dopo un sorriso si formò sulle sue labbra, sottili e rosee.

«chiudi la bocca, altrimenti ci entrano le mosche. E se continui a stringermi la mano potresti finire sul serio per staccarmela!» Ridacchiò e cazzo, se quello era un sogno decisamente non avevo intenzione di svegliarmi.

Arrossii leggermente, e solo dopo essermi ricomposto gli feci fare il giro del negozio.

«non è molto grande, quindi non credo avrai problemi. Abbiamo diversi reparti per i diversi generi musicali, e tutti i cd sono sistemati in ordine alfabetico secondo l'autore.» ci incamminammo infine verso la parte, per me, più interessante.

«Qui invece ci sono gli strumenti musicali. Le chitarre sono ordinate a seconda del loro tipo, quindi acustiche, elettriche e classiche. Lì invece c'è un pianoforte a coda, un pianoforte verticale e due tastiere. Giù in fondo invece la nostra unica batteria, è qui da tre anni ma nessuno l'ha ancora comprata» spiegai.

«in questo armadio di vetro invece troverai tutti gli archi. A terra ci sono due violoncelli e un contrabbasso, mentre sugli scaffali sono posati diversi violini e viole. Dall'altro lato invece ci sono i nostri fiati e gli ottoni. Dal flauto traverso, alla tromba e al sax. Poi ci sono anc..» ma non finii di parlare che Luke mi bloccò, terminando il mio discorso.

«anche i fagotti e persino una cornamusa. Lo so amico, ci vedo, grazie per l'illustrazione» e sorrise di nuovo.

«va bene va bene, è che mi faccio un po' prendere dal discorso a volte, insomma adoro suonare.» mormorai imbarazzato.

«si nota, ma non preoccuparti, anche io amo suonare» e rilasciò una piccola risata. Era davvero tenera e acuta, sembrava quella di un bambino. Chissà com'era quando scoppiava a ridere.

Riesco a decifrare il carattere delle persone in base alla loro risata. Se una persona ha una risata forte, veloce e piena di singulti vuol dire che la persona in questione ha qualcosa che tiene nascosto, se invece ha una risata tranquilla e limpida allora probabilmente quella persona è davvero felice e sincera con il suo interlocutore.

«Dai andiamo sul retro, devi indossare anche tu la nostra magnifica divisa! Che poi, mi sento sempre un carcerato con questa maglia arancione addosso»
Con questa frase scoppiò a ridere, e potei constatare senza ombra di dubbio che quel ragazzo non aveva avuto una vita facile.

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*spazio autrice*

Perdonatemi per la lunghezza dei capitoli, ma sul serio non mi rendo conto di quanto scrivo. Sembra sempre tanto, poi vado a vedere ed è pochissimo, ew. Okay non mi va di farvi perdere altro tempo, stellinate e commentate, e pubblicizzate! Grazie a tutti!

Voodoo doll ||Muke. [EDITING]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora