*Luke's pov*
Da quando avevo avuto il coraggio di baciarlo tutto era cambiato. Michael sembrava freddo e distante, come se non capisse qualcosa. Io invece sorridevo come un cretino, quando camminavo per strada salutavo tutti con un cenno della mano, andavo spesso al parco..
Cosa mi stava succedendo?
È che ancora non riuscivo a dimenticare il sapore delle sue labbra così rosse sulle mie, non riuscivo a dimenticare con quanta leggerezza ci eravamo abbandonati uno nelle braccia dell'altro, quanto sembrava tutto così vero, così normale.
E mi sentivo anche un coglione, perchè dopo averlo baciato non avevo più avuto il coraggio di parlargli, di salutarlo.
Ero solo riuscito a guardarlo a lavoro, mentre concentrato sistemava i cd, gli strumenti, mentre si cambiava la maglietta...
Ok sto divagando, e la mia mente queste cose non dovrebbe nemmeno pensarle ma ehi, sono umano anche io!Era passata una settimana esatta dalla sua festa, ed era stata una giornata come tante altre.
Il sabato sera precedente non eravamo usciti come al solito, perchè Calum era a Melbourne (stavolta sul serio), e senza di lui non me la sentivo a gestire la sbronza che si sarebbero presi Jack e Matt.Quella sera mi sentivo anche più stanco del solito. Tirai fuori dal frigo uno yogurt alla fragola e lo mangiai svogliatamente.
Insomma, chi è che mangerebbe con gusto uno yogurt?Comunque, finita la mia abbondante cena andai nella mia piccola camera, accesi pigramente la tv e mi tolsi i vestiti, mettendo una vecchia maglietta scolorita degli arctic monkeys e dei pantaloni della tuta, e mi buttai sul letto.
Sono in spiaggia, il suono delle onde che si infragono sulla sabbia è così rilassante che chiudo gli occhi, beandomi di quella sensazione di pace. Ad un tratto però inizia a piovere. Tic, tic, tic..
Mi svegliai improvvisamente. Sentii un'altra volta quel fastidioso rumore che mi stava martellando nella testa, poi capii. Veniva dalla finestra. Guardai il display del telefono, 4:17 am.
"Adesso quei ragazzini imbecilli del primo piano mi sentono" pensai.
Mi alzai velocemente e mi diressi verso la finestra, e trovai Michael con in mano alcuni sassolini, intento a lanciare il quinto. Quando però si accorse della mia presenza li lasciò cadere a terra, e un piccolo sorriso involontario si formò sulle mie labbra.
«Michael, hai una vaga idea di che ore siano?» gli chiesi. Volevo suonare più duro, ma con il sonno che ancora velava i miei occhi e il rumore del mare che ancora aleggiava nei miei condotti uditivi era difficile stare svegli.
«Avevo bisogno di vederti.» fu la sua unica risposta. Iniziai a preoccuparmi, perciò invece di rispondere andai direttamente ad aprire la porta. Lui mi guardò, e il suo sguardo celava paure così grandi e lui sembrava così insicuro.
Avrei voluto abbracciarlo, avrei voluto stringerlo forte e dirgli che io ci sarei stato per lui, ma come sempre mi mancò la forza, e mi limitai a farlo entrare in casa.«scusami» fu la prima parola che pronunciò, dopo alcuni minuti di attesa.
«Non avrei voluto farlo, ma sento che se non lo farò ora non lo farò più»
Iniziavo a preoccuparmi sul serio, ma non lo diedi a vedere.
Ci dirigemmo verso la mia stanza, e dopo esserci seduti sul letto uno accanto all'altro lui iniziò a raccontare.Mi raccontò del sogno. Più andava avanti a raccontare piú la sua voce si faceva rotta, finchè i suoi occhi si riempirono di lacrime, però non ci badò molto e finii di raccontare.
Quando ebbe pronunciato l'ultima parola mi sentivo turbato, agitato, preoccupato e chi più ne ha più ne metta.
Mi spiegò che erano 7 notti che non dormiva, da quando io e lui... Ci eravamo baciati.
E più andava avanti nel suo discorso più il mio sorriso si allargava. mi sentivo bene, mi sentivo felice.
Quando finì di parlare vidi l'imbarazzo sul suo volto, ed abbassò lo sguardo, anche se avrei voluto guardarlo negli occhi per tutta la vita.
E so che poteva suonare egoista, ma ero felice che aveva deciso di aprirsi con me e non con uno stupido psicologo, ne ero felice perchè nessuno voleva parlare con me, nessuno voleva stare con il ragazzo "frocio", come mi chiamavano tutti a scuola.
E lui era arrivato all'improvviso, e con la sua risata illuminava il buio dove ormai vivevo, e mi ero scordato quanto bene facesse la luce, quanto bene facesse avere una persona da amare. E capii che lui sarebbe venuto con me, e che saremmo passati attraverso il buio insieme, raggiungendo entrambi la luce.
E quando io finii di parlare non ci fu imbarazzo, ci furono solo le braccia di Michael intorno al mio collo, e il suono del mio cuore che martellava nel mio petto.
«grazie per essere qui» disse in un sussurro, quasi fosse diretto più a se stesso che a me.
E allora lo zittii, poggiando un dito sulle sue labbra così rosse, e ci baciammo.
Ci addormentammo insieme, abbracciati, e fu la cosa più naturale del mondo.
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*spazio autrice*
Ehiehiehi!
Avrei voluto aggiornare ieri ma non sono riuscita uff
La prossima settimana sará abbastanza stressante, quindi penso che non riuscirò ad aggiornare:/
1k di visualizzazioni! Grazie mille!
Stellinate e commentate, (spero) a presto!
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Voodoo doll ||Muke. [EDITING]
FanfictionMichael Clifford e Luke Hemmings sono due perfetti sconosciuti che lavorano nello stesso negozio di musica. Ma le loro vite in qualche modo sono già intrecciate, e nessuno dei due ha idea di cosa li aspetta.