Patto con il Diavolo

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"Demoni, eh? Quindi sono ancora in vita."

Quella notte non riuscii a prendere sonno. I pensieri riguardo l'accaduto al Ravenswood mi assalivano ogni volta che provavo a chiudere gli occhi. Era tarda notte e messaggiavo con Riley, che aveva deciso di farmi compagnia. Anche lui mi era sembrato molto preoccupato riguardo alla questione demoni.

"Ero convinto fossero stati tutti uccisi, dodici anni fa, non capisco." mi aveva risposto lui "Per fortuna che con Jarvis avevamo studiato quell'esorcismo, altrimenti non so se saremmo sopravvissuti"

"Siete stati grandiosi!"

"Tu non sei stata da meno! Come facevi a sapere che cantando saresti riuscita a salvare Meg?"

"Lo so. Mi sembra ancora assurdo... ho solo sentito il bisogno di farlo e l'ho fatto." Provai a fare mente locale e ricordare se avessi avuto una qualche motivazione razionale che mi avesse spinto a cantare quella strana canzone, ma alla fine avevo agito d'istinto. Menomale che l'avevo fatto, anche perché altrimenti Margaret sarebbe morta.

"Qualsiasi cosa fosse, sono contento che l'abbia fatta" mi disse lui.

"Grazie, Riley, sei davvero dolce." gli risposi.

"Bella, hai sonno?" mi chiese ad un certo punto. 

Guardai l'orologio: segnava le tre meno un quarto. "No. Tu?" scrissi.

"Neanche... senti perchè non ci vediamo?" mi domandò, strappandomi un sorriso.

"Ma adesso?" chiesi conferma.

"Esatto, perchè no?"

"Perchè no?" ripetei.

"Ottimo, allora aspettami lì, ti passo a prendere".

Uscii da sotto il piumone, privandomi del caldo tepore che mi offriva, e mi levai il pigiama. Al suo posto, mi infilai un paio di pantaloni di velluto a coste verdi e un maglioncino nero. Guardai nuovamente l'ora e mi resi conto che erano passati solo cinque minuti. Casa mia e quella di Riley distavano un quarto d'ora a piedi l'una dall'altra. Non erano molto lontane. 

Decisi di iniziare ad uscire di casa. Non ero mai uscita di soppiatto e la cosa mi intrigava e spaventava contemporaneamente. Pensai di provare la classica discesa dalla finestra. Camera mia si trovava al primo piano, ma fortunatamente si affacciava sul retro della casa, dove da qualche mese avevamo installato una pergola. Presi il cellulare, il portafogli e il mio mazzo di chiavi e mi calai giù, sperando con tutta me stessa che la pergola fosse resistente. Fortunatamente lo era e la discesa fu agevole.

Mi arrivò una notifica che illuminò lo schermo del mio cellulare. "Ancora un minuto" mi informava Riley. Gli risposi che l'avrei raggiunto. Scavalcai il cancelletto della recinzione e mi feci strada verso casa di Riley, la torcia del cellulare che illuminava la strada.

-Bella!- mi chiamò Riley dall'altro lato della strada, era venuto in bicicletta. Lo raggiunsi. Ci scambiammo un bacio per salutarci.

-Ehi! Dove volevi andare?- gli chiesi.

-C'è un posto bellissimo vicino alla scuola.- mi disse.

-Quale, non ce l'ho presente?- gli chiesi.

-Lo vedrai.- mi rispose misterioso lui. Gli sorrisi intrigata. Salii sul portapacchi della bicicletta e mi strinsi forte al suo petto, quindi partimmo. Indossava la sua solita giacca di pelle, i capelli biondi erano sciolti e svolazzavano a causa del vento. Winchester di notte era incantevole, così buia, ma anche calma e romantica.

Arrivammo a scuola e Riley agganciò la bicicletta ad un palo della luce, quindi si tolse la giacca, rabbrividendo per il freddo di quella sera di febbraio.

Noumenon - Premonizioni #wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora