San Valentino, la festa degli innamorati. Ero sdraiato sul mio letto e fissavo lo schermo del cellulare. Il dispositivo mi avvertiva che era martedì, quattordici febbraio, che erano le otto di mattina e che fuori c'erano appena cinque gradi. Tuffai la testa nel cuscino e vi soffocai un urlo. Nelle ultime settimane, quel buffo sfogo era entrato a far parte della mia routine mattutina. Il motivo? Arabella Smith. Da quando l'avevo vista quel sette gennaio, in classe, non avevo smesso di pensare a lei. La sua pelle era liscia, olivastra. I suoi capelli erano di un bel biondo cenere. I suoi occhi erano grigi e impenetrabili. Le sue labbra erano rosee, sottile quello superiore, più carnoso quello sotto. Mi passai la mano tra i capelli, rassegnato. Arabella era la fidanzata del mio migliore amico, Riley Powell. Mi sentii così in colpa: come avevo potuto innamorarmi proprio di lei. Amore... dopotutto si trattava proprio di questo. Quel desiderio che provi quando pensi a lei e alla prossima volta che la rivedrai, una miscela di adorazione e di fame; le farfalle nello stomaco ogni volta che i vostri occhi si incrociano; quel senso di impotenza e rabbia quando la pensi con il tuo migliore amico. Il destino era stato così sleale con me.
Ci mancava solo la sua telepatia. Ogni volta che ero con lei dovevo limitarmi, impedire a me stesso di pensarla, fragilmente raccolta tra le mie braccia, le nostre labbra che si incontrano in un leggero, seppur passionale, bacio. Chissà se aveva provato a leggere la mia mente, quando ci trovavamo assieme. In aula, in corridoio, a casa di Sophie... tutto ciò a cui volevo pensare era lei, ma ciò a cui, invece, dovevo pensare era: "avrò detto a Meg di non frugare nel mio armadio?" oppure "gli alieni esistono veramente? In fondo tutto è possibile...". Se mi avesse scoperto a fantasticare su di lei, su di noi... probabilmente sarebbe stato imbarazzante e sicuramente sarebbe finita male.
Perchè, poi, proprio Riley? Alla fine lo capivo. Lui era convenzionalmente bello: gli zigomi pronunciati, il naso dritto, i capelli lunghi e biondi da surfista. Io al contrario sembravo un fantasma: pallido, con il setto nasale leggermente deviato e gli occhi talmente chiari da sembrare trasparenti. A rendermi ancora più antiestetico era quella cicatrice, macabra, penosa. Che poi c'era a chi piaceva tutto quell'aspetto da ragazzo misterioso, a dimostrarlo c'erano tutte quelle ammiratrici che mi pedinavano per i corridoi. Ma non mi interessava di piacere a loro, io volevo lei.
Non sapevo bene quando, ma avevo deciso che avrei parlato a Riley della mia cotta per Bella. Forse non era giusto che lui lo sapesse: dirglielo avrebbe sicuramente significato che avrebbe dovuto fare qualcosa al riguardo. Eppure io, in tutta sincerità, non volevo più tenermi questo peso e avevo un assoluto bisogno di alleggerirmi.
Riley era come un fratello e mi sentivo sporco a dovergli nascondere una cosa così grande. In più non mi andava di sostenere quell'ansia di poter essere scoperto a causa della telepatia di Bella.
Decisi che era ora di mettersi l'uniforme e di filare a scuola. Per l'ingresso mancava solo mezz'ora, in fin dei conti.
Guidavo spedito la mia Harley. Me l'aveva regalata mio padre qualche anno prima, in uno di quei nostri incontri padre-figlio in giro per l'Europa. Non mi mancava spesso, ma, quando lo faceva, nel mio petto pareva aprirsi un baratro, profondo e doloroso. Dopo pochi minuti di guida, avevo già raggiunto il parcheggio della scuola. Ancora ci vedevo, Arabella ed io, quel giorno in cui l'avevo convinta a montare in sella e a vederci da me. In quel periodo provavo un forte interesse nei suoi confronti, forse curiosità, forse già attrazione. Quel pomeriggio avevo deciso di non rivelarle nulla sul Noumenon e sul suo dono. Non ero sicuro del mio sospetto, ma ero intenzionato ad indagare. Forse mi aveva creduto freddo, distaccato.
Raggiunsi Bella e Riley davanti al cancello dell'ingresso. Stavano parlando con Sarah Quentin. Bella ci aveva raccontato, qualche settimana prima, di aver avuto un'altra visione. A detta sua, due studenti della King's School, sarebbero stati attaccati dal mostro proprio quella sera di San Valentino. Si trattava del ragazzo di Sarah, Dawson, e di una ragazza con cui, a quanto pareva, la stava tradendo, una certa Rina. Se quello che Bella aveva visto si fosse dimostrato vero (e di questo ne ero certo), allora il legame tra le vittime della Ombre era palese: tradimenti.
STAI LEGGENDO
Noumenon - Premonizioni #wattys2021
ParanormalneNiente è come sembra: oltre ciò che ci appare c'è il Noumenon, una dimensione in cui vivono mostri e demoni di ogni tipo che solo alcune persone con doti speciali possono vedere. Arabella, 17 anni, crede di essere una ragazza come tante: un padre a...