Le ore seduto sembravano infinite, a tratti lanciava un'occhiata alla sua sinistra per vedere se fosse comparso nuovamente. Ma comparso che cosa? Chi? Lui esisteva davvero, lo aveva visto coi suoi stessi occhi.
La campanella che suonava ogni 60 minuti sembrava risvegliare Reki dal solito loop che riprendeva qualche istante dopo: una voce che parlava e lui che ascoltava, o meglio, cercava. Il tempo in classe lo passava a fare schizzi su un quaderno a righe, i compagni commentavano ogni volta con: "terrificante" i vari scarabocchi che per il giovane avevano un senso anche un po' ambiguo. Tracciava con la punta del lapis diverse linee non continue, i suoi soggetti più frequenti erano skate e nuovi trick da provare una volta finite le sei eterne ore. Però questa volta non ritrasse niente di tutto ciò, ma bensì un volto agli altri sconosciuto, dalla pelle più chiara della sua, quasi bianca, capelli di media lunghezza tinti di azzurro, gli occhi erano del medesimo colore. Aveva un'espressione seria, per dir la verità sembrava neutra, annoiata, come se non gli succedesse niente di nuovo da anni.
Chissà perché è così? Si domandava grattandosi la nuca mettendo la testa indietro alla sedia.
Guardava la varie luci attaccate al soffitto bianco e immaginava qualche catastrofe."Se quella cadesse io sarei salvo...." Pensava.
"Hai fatto un ritratto?" Chiese una voce femminile che lo fece risvegliare dalle sue fantasie.
Il fulvo sospirò. Non voleva dare spiegazioni su chi fosse colui impresso su carta, non voleva parere pazzo, strano, malato.
"Si...Diciamo di si..." Non alzò la testa per vedere la ragazza tanto interessata, la stava ignorando, era un chiaro segno di voler essere lasciato da solo per riflettere meglio sulla natura di quell'essere.
"Viene in questa scuola?"
Annuì.
"Come si chiama?"
"Langa."
"Sai non l'ho mai sentito questo nome...sicuro che sia in questo istituto?" Insistette lei poggiandosi al banco di Reki.
"Si, oggi era il suo primo giorno, ma è sparito come se niente fosse...sarà timido." Rispose freddo. Davvero non se ne era andata?
"Ho capito, quando lo rivedi mi avverti? Sembra simpatico"
Annuì nuovamente mettendosi il retro della penna in bocca come farebbe un vero artista per osservare la sua opere e per trovare i diversi errori. La ragazza con il volto incognito si diresse verso il suo gruppo di amici. Forse gli aveva mostrato così tanto interesse solo per parlargli alle spalle qualche attimo dopo. Infatti, se vista dall'esterno, poteva effettivamente sembrare questa la scena, ora che la fanciulla stava ridendo sotto i baffi della pazzia del giovane rosso.
Giravano varie voci su di lui: sul perché indossasse sempre quella bandana blu, si diceva che copriva una cicatrice; sul perché indossasse sempre felpe persino d'estate anche se sembravano piuttosto leggere: "Sarà autolesionista" "Sarà uno scheletro" "Le indosserà per nascondere la carne di troppo o le varie cicatrici", si pensava. Si pensava anche che fosse gay, ma questo non era uno scoop su cui perdere tempo, altri scolari dello stesso sesso stavano insieme, lui era uno fra tanti.
Ultimamente non riusciva a dormire bene la notte, si poteva notare dalle occhiaie non tanto evidenti sotto gli occhi, e se una persona non riesce a dormire si pensa subito che sia un tossico. Cosa che lui non era.
Non riusciva a chiudere occhio solo perché pensava al ragazzo di nome Langa che non si era più fatto vedere dopo quell'incontro in corridoio. Ne era ossessionato. Si era persino impegnato a scrivere il suo nome in Kanji perfetti, ordinati e senza una minima sbavatura.Ragazzo sconosciuto
Ragazzo taciturno
Ragazzo angelo
Ragazzo immaginarioSi ripeteva ogni sera come un mantra.
Le giornate erano tutte uguali: lunghe e monotone. Ma a volte gli sembrava di vedere l'amico osservarlo da dietro l'angolo e poi scomparire. Sarà allucinazione no? Ne era più che convinto, ma sembrava così reale per essere solo un miraggio! Quegli occhi erano davvero i suoi, poteva scommetterci tutto l'oro del mondo se solo avesse avuto qualche spicciolo. Di solito lo ignorava, scrollava la testa e continuava la sua strada verso la struttura, ma quella volta c'era qualcosa di diverso, un desiderio strano, voleva riparlarci, voleva essere ascoltato ancora una volta anche se per poco. Appena lo intravide nel solito incrocio si fermò per analizzarlo, per capire se si trattava davvero dell'unico Langa che aveva visto ormai settimane prima.
Il vento scompigliava i loro folti capelli abbastanza lunghi da andargli davanti alla vista rendendola più confusa, si osservarono per diverso tempo, senza muoversi e senza dire una parola di troppo, anzi, non parlarono neanche. Piano piano Reki fece il primo passo verso l'altra figura che sembrava avere un leggero sorriso sulle labbra sottili.
Il telefono del più alto squillò e voltò le spalle al minore per rispondere.
"Ci vediamo" Disse poi salutandolo con la mano che non teneva il telefono, per poi scomparire dietro il solito muretto.
"S-si..."
Ed ecco che era di nuovo solo per quella via, per quell'incrocio.
"Mi sa che oggi salto scuola" balbettò mentre guardava ancora incantato il palo dove era poggiato il fuggitivo.
Spazio autore
Heyyyyy, si alla fine l'ho riletta XD Volevo pubblicarla perché mi sta piacendo troppo questa Renga XD
Boh e niente, domani iniziano le vacanze di pasquaaaaaaaaaaa! Finalmente!
Cercherò di pubblicare un capitolo al giorno come nella Kagehina (anche se ci sono stati un po' di intoppi :3)Vabbè...
SAYONARAAAAAAAAAAAAA
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Mio: Per sempre
FanficL'amore è come un velo trasparente: fine e delicato. Può cambiare ogni secondo, forma e colore, suono e profumo. Reki questo non lo sa, non sa che l'amore è imprevedibile, che può cambiare da un momento all'altro. Non lo sa perché finora non ha a...