Per un attimo ebbe paura che potesse trattarsi di un sogno. Cercò di calmare il respiro dopo quel bacio selvaggio che l’aveva ridotto a una pozzanghera, e continuò ad affogare nel suo sguardo.
«Scusa» mormorò Harvey, e solo allora si accorse di massaggiarsi i polsi, sovrappensiero. «Mi sono lasciato un po’ andare.»
Più libero di muoversi, si strinse a lui con sguardo allusivo. «Scuse accettatissime. Anzi, propongo di riprendere l’attività quanto prima.»
«Sicuro? Non ti ho fatto male?»
«Non sono mai stato meglio di così in tutta la mia vita.»
«Bene, perché è da ieri sera che voglio metterti le mani addosso» rispose, iniziando senza perdere tempo a sciogliergli il nodo già allentato della cravatta e poi a sfilargli la giacca con la giusta dose di difficoltà. «Perché i vostri vestiti da ricconi sono così difficili da togliere?»
«Perché in realtà ci odiamo e ci piace soffrire» rispose, piegando la testa all’indietro per lasciargli accesso mentre cominciava a sbottonargli la camicia.
Afferrò a tentoni la bottiglia sulla credenza, che si era fatto stappare dai domestici nel momento in cui l’aveva portata nella sua stanza, e ne bevve un lungo sorso mentre le dita di Harvey continuavano a combattere con il colletto della sua camicia.
Lo sentì sbuffare dalla frustrazione e chiuse gli occhi, godendosi quel momento di intimità e il sapore amarognolo del vino.
«Riconosci questa bottiglia?»
Harvey era appena arrivato al secondo bottone, e interruppe un attimo il lavoro per osservarla.
«No. Dovrei?»
«Assaggiala, poi mi dici!» gli disse, e gliela offrì.
Anziché afferrarla, lui si sporse in avanti e la prese tra le labbra, così Alex gliene versò in bocca un sorso.
Guardarlo bere dalla bottiglia in quel modo, la testa all’indietro e la gola esposta, mentre lui lo imboccava, lo esaltò.
Harvey abbassò la testa e lui ritirò la mano. Aveva capito, era scritto nei suoi occhi. «È la bottiglia che hai rubato quel giorno, a novembre» disse. «Il giorno che ci siamo conosciuti.»
«È un prosecco, un vino italiano molto richiesto di recente, quasi impossibile da trovare. Ma io mi sono messo a cercarlo settimane fa ed eccolo qui! A saperlo allora, non l’avrei rubato. Ecco perché mi stavano cercando tutti…»
Harvey sorrise al ricordo. «Sei davvero assurdo» disse, si allungò verso di lui e gli leccò le labbra. Ad Alex mancò un battito. «Sai di vino. Su di te è più dolce» sussurrò, il volto ancora a pochi millimetri dal suo.
Alexander cercò invano di controllare il respiro. «Ti piace?»
«Non berrei altro che te, lo sai» rispose, slacciandogli un altro bottone senza far nulla per mettere altro spazio tra loro.
Alexander bevve di nuovo, e all’ennesimo bottone aperto la mano gli tremò, e una goccia di vino gli colò lungo il mento e giù per il collo.
Sentì Harvey che la leccava via con un verso di approvazione e non riuscì a trattenere un tremito.
«Ti prego, sbrigati» riuscì a mormorare, perché il concetto era davvero troppo importante per restare incastrato nel torpore del vino e della sensazione della lingua dell’altro sulla sua pelle.
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Vita e Dolori di Alexander Ulysses Woods
RomancePrimavera 1884. Lord Alexander Ulysses Woods è alla vigilia delle sue nozze. Ha diciotto anni, l'amore, un discreto patrimonio, una villa dotata di parco e tutto ciò che un ragazzo della sua età potrebbe desiderare. Unico problema? Il matrimonio è...