espiazione

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Le convinzioni sono per la verità nemiche più pericolose delle menzogne.

- Friedrich Nietzsche

Mentre la conduceva in mezzo a ombre vestite di nero fuso, su quel parquet pieno di graffi, antiche impronte e storie vaghe ancora impresse nei tasselli ruvidi, sussurrate dagli stessi spifferi che smuovevano i capelli di entrambi, Draco Malfoy azzerò i pensieri, spense ogni percezione, tranne quella tattile, e si concentrò solamente sulla mano della Mezzosangue che stringeva con presa salda.

Quando aprì la porta della propria stanza, le candele si animarono in tante e vive fiammelle, tremolanti sotto il velato e quasi strambo furore del loro signore. Una fragranza di rose appassite attirò per un brevissimo attimo le narici addormentate del giovane e così la melodia profumata di ricordi svegliò dolcemente il serpente che tentava di soffocargli l'anima.

Fu allora che lui la guardò.

Hermione si era lasciata trasportare da Draco senza opporre resistenza, senza pregarlo in alcun modo perché si fermasse e ponesse fine a quella follia che di una dolce promessa aveva ben poco. Il controllo del suo stesso corpo era fluito veloce come linfa dolciastra nelle dita di lui, e adesso quelle dita le racchiudevano delicatamente i polsi e la esortavano a sedersi sul letto intatto. A differenza sua.

«Sdraiati» le ordinò in seguito, la voce soffice eppure perentoria. E lei lo fece, silenziosa, i battiti del cuore talmente congelati da non poter essere sciolti neppure grazie alla calda frenesia che le animava il sangue.

"Non posso crederci! Non posso credere che lui lo stia facendo! Non lui! Non Draco Malfoy!", pensò, negli angoli più silenziosi e segreti di sé. Era sconvolta, ma sconvolta in modo strano, quasi... piacevole.

Delicato, lui sciolse il nodo della cintura che le chiudeva gelosamente la vestaglia e Hermione, ancora una volta, non oppose resistenza. Il fruscio leggero del tessuto che veniva sfiorato parve solleticarle i pensieri. Era la migliore amica di un ragazzo leggendario e il vero primo amore di un campione di Quidditch. Era stata una delle studentesse più brillanti di Hogwarts e, per pochissimi e brevissimi istanti, si era sentita quasi un esempio per i mezzosangue nel Mondo della Magia. Eppure, nonostante tutto, non si era mai sentita davvero importante. Perché cos'era, in fondo, l'importanza? Un assoluto e incontaminato attimo di estrema consapevolezza del proprio essere? Durava poco, molto poco, e allora perché tutti sembravano essere ossessionati dall'importanza? Per un sapore effimero e inebriante? E perché, fra i mille e mille momenti davvero importanti che aveva vissuto, lei, o meglio, il suo corpo, sembrava fremere proprio in quel momento, come se quelle mani gentili e al contempo bramose le stessero promettendo un attimo di più duratura e intensa importanza?

Draco Malfoy si prese un attimo ancora per contemplare quel corpo sconosciuto e dilaniato da emozioni contrastanti che a stento poteva toccare, poi la baciò e la baciò con uno slancio notevole. La sua lingua la esplorò come a voler saggiare una mente troppo buia e segreta per poterla realmente percepire sul piano fisico. Lei, ancora una volta, non oppose resistenza e addirittura lo assecondò.

Le sfuggì un ansimo di piacere, che parve accendere una miccia già umida e pronta a far esplodere una bomba. La bocca di lui prese a lambirla sotto al mento, sotto la gola, nell'incavo piatto in mezzo ai seni.

«Mezzosangue...» Un tetro mormorio, tormentato come le sue azioni. Aveva chiuso gli occhi Draco, ma non Hermione. Lei lo fissava e fissava le ciocche bionde e piene di ombre che ora scendevano a solleticarle il viso. Era come creta fra le sue mani: non aveva più forma, aspirazioni e nemmeno l'anima.

Slytherin roses || dramione🦋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora