Capitolo tre

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Lunedì 

"Curly, vuoi muoverti?"

 Louis aveva deciso di presentarsi alla cabina sette la mattina dopo, prendendo troppo alla lettera il fatto di dover passare una giornata insieme e aveva colto Harry impreparato. 

Lo lasciò dormire per una buona mezz'ora, mentre i suoi fratelli erano già tutti fuori, e lui ne approfittò per aggiustarsi i capelli e quando il riccio si svegliò, quasi gli venne un infarto nel vedere due occhi blu che lo fissavano.

In ogni caso, Harry era dentro quel bagno da venti minuti e Louis stava cominciando a pensare che fosse annegato dentro il gabinetto.

"Il mio nome è Harry, non Curly, principino." Replicò il riccio, uscendo dal bagno con un asciugamano avvolto in vita. 

"La smetterai mai di chiamarmi principino?" Sbuffò Louis, cercando di non guardare il corpo perfetto di Harry, con i suoi tatuaggi assolutamente perfetti che... oh, diamine, aveva guardato il suo corpo!

"La smetterai mai di chiamarmi Curly?" Domandò a quel punto Harry, e Louis abbassò lo sguardo. "Ecco, tu continuerai a chiamarmi Curly ed io continuerò a chiamarti principino."

Louis si lasciò cadere sul letto di Harry, coprendosi gli occhi con una mano "Sei irritante, Curly."

"Lo so e..." Harry gli gettò un'occhiata, mentre sceglieva i vestiti dal suo armadio. "Perché ti copri gli occhi?"

"Ti stai cambiando, no?" Il cuore di Harry fece una capriola: Louis poteva essere tenebroso e misterioso, ma era un gentiluomo. "Però se vuoi me li scopro, eh. Tutta salute!" Ecco, Harry ora si stava rimangiando tutto.

"No, no. Tienili coperti." Sospirò Harry, mentre si vestiva. "Piuttosto, hai deciso dove portarmi?"

"Sì." Rispose semplicemente Louis.

"E hai intenzione di dirmelo?"

"No."

Harry sbuffò e si avvicinò a Louis, togliendogli la mano da sopra gli occhi. 

Il maggiore chiuse di scatto gli occhi. "Non sei nudo, vero?"

"Ho i boxer." Rispose Harry, Louis sospirò e riaprì gli occhi. "Louis ti rendi conto che se continui a formulare risposte a monosillabi non andremo da nessuna parte?"

"Curly, calmati." Borbottò Louis. "Ho preparato un posto, ma è una sorpresa."

"Ti prego, dimmi che non andiamo col viaggio ombra!" Lo supplicò Harry che aveva sperimentato quella tecnica di viaggio la sera prima, quando Louis non riusciva a camminare per ritornare al Campo e quindi erano tornati viaggiando tra le ombre. "Mi fa venire il voltastomaco, e poi tu diventi debole!"

Louis storse la bocca. "Non divento debole!"

"Sì invece." Replicò Harry, allacciando la camicia. "Lo percepisco, sai. Apollo è anche il Dio della medicina."

"Hai anche poteri curativi?" Domandò Louis, retoricamente. "Oh, fantastico." 

"Pregherai per avere il mio aiuto quando oggi sverrai a causa di un viaggio ombra!" Ora Harry stava allacciando la cintura ai pantaloni davanti allo specchio, dando così le spalle a Louis che non potè fare a meno di guardargli il sedere che veniva perfettamente fasciato dagli skinny jeans. "E tieni gli occhi sù." Lo rimproverò, vedendo la traiettoria del suo sguardo attraverso lo specchio.

"Primo, non succederà perché andremo in macchina." Harry esultò silenziosamente. "E, secondo, tesoro, ho un panorama fantastico davanti."

"Guardare è un peccato." Disse Harry, affrettandosi a girarsi di nuovo verso Louis.

The Prince Of Darkness [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora