Capitolo 18 (bonus: incontro con i genitori)

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*🦋Ann-prima persona🦋

Finalmente era arrivata l'estate, non so come ma non avevo avuto nessun problema di alcun tipo negli esami. L'anno era passato con una tranquillità tale che non mi sembrava vero. Beh, almeno per quanto riguardava lo studio.

Mi trovavo nella camera da letto del mio nuovo appartamento, intenta ad impregnarmi nel non dimenticare nulla da mettere in valigia.

Io e Sun saremmo dovute tornare a casa durante le vacanze estive, ed il pensiero di fare ritorno al mio paese mi tormentava.

Sapevo  di non essere ben voluta da nessuno laggiù, a parte ovviamente che dai miei genitori e da quelli di Pharn.

Le occhiatacce che mi rivolgevano e le voci che giravano sul mio conto non erano mai terminate in tutti i miei diciotto anni di vita, e sicuramente, con il mio ritorno, sarebbero ricominciate più forti che mai.

Sbuffai sonoramente, per niente entusiasta del viaggio.

Vedendo un'ombra iniziare a dilatarsi sul pavimento davanti a me alzai lo sguardo, per verificare di chi si potesse trattare.

«Smettila di guardarmi così, i miei saranno anche insopportabili ma non hanno mai mangiato nessuno, per ora.» Mi lamentai.

Sun se ne stava appoggiata sullo stipite della porta, ancora in accappatoio e mi guardava come se volesse in qualche modo studiarmi.

Erano diversi giorni che mi tormentava chiedendomi tutto sui miei genitori, in ansia più che mai per fare su di loro una buona impressione. L'avevo già avvertita che con il fatto che fosse una ragazza avrebbe potuto essere anche Laila Boonyasak, ma tanto l'avrebbero odiata comunque.

«Perché ci dobbiamo andare se sai già che mi odieranno?» Mi chiese con un labbruccio che non mi intenerì neanche un po'.

«Perché dobbiamo insegnar loro a non farlo.» Risposi con naturalezza.

Chiusi la valigia con uno scatto e mi avvicinai a lei per lasciarle un veloce bacio a stampo.

Non è che i miei genitori fossero omofobi come lo ero stata io, il fatto era che avevano imparato a temere qualsiasi donna mi si avvicinasse troppo, da quando ero stata rapita ed abusata da Mongrat.

Di solito questa loro paura si legava a donne più grandi di me, quindi il fatto che Sun fosse una mia coetanea probabilmente sarebbe stato un vantaggio.

«Sbrigati a cambiarti, se arriviamo in ritardo sarà ancora peggio.»

Sun ubbidì lasciandomi uno schiaffo sul sedere, innervosita dal mio tono da comandante.

Il viaggio fu abbastanza lungo e noioso. 

Sun aveva deciso di portarmi a casa in moto. A detta sua, portare la sua macchina nuova e lussuosa in un paese di così pochi abitanti avrebbe attirato troppe attenzioni, specialmente quelle dei ladruncoli.

Anche se mi davano fastidio i suoi pregiudizi, in realtà non potevo dire che avesse completamente torto.

Fino ad allora non sapevo che Sun avesse una moto, né tanto meno che avesse la patente per guidarla. In quei mesi di relazione avevo imparato che la mia ragazza adorava avere piccoli segreti, da usare per potermi stupire al momento più opportuno.

I nostri bagagli li avrebbe portati uno dei maggiordomi della sua famiglia. 

Sì, perché era anche venuto fuori che la mia ragazza era ricca sfondata, e io l'avevo scoperto solo quando un uomo in giacca e cravatta si era presentato davanti alla nostra porta, con l'esigenza di portare via le nostre valigie e chiamandomi "signorina".

I hate you for realDove le storie prendono vita. Scoprilo ora