Capitolo 14

540 21 27
                                    

*🦋Ann-prima persona🦋

Le lezioni del lunedì mattina passarono più in fretta di quanto mi aspettassi, così come anche le scuse da gran parte delle persone che per tutto il weekend, mi avevano guardata con odio e giudicata male. 

L'articolo era già stato scritto e pubblicato. Virote doveva averci lavorato tutta la notte e mi ripromisi di andare a ringraziarlo per il suo duro lavoro, una volta finite le lezioni.

In quel momento stavo appunto cercando di raggiungere quella che sapevo essere la sua classe, ma farmi strada tra tutti quegli studenti che mi circondavano sembrava essere un'impresa.

«Allora... ti lascio un fine settimana da sola e tu non solo vieni accusata di omofobia ma in brevissimo tempo riesci persino a cavartela, mi fai quasi credere di non aver più bisogno di me.»

Gongolandomi tra le attenzioni di tutti, quasi non mi accorsi dell'arrivo del mio migliore amico, non appena riuscii ad individuarlo mi gettai tra le sue braccia.

«Pharn! Mi sembra di non vederti da una vita!» Quasi gli urlai nell'orecchio appena gli saltai addosso.

«Ricordami di non lasciarti mai più sola per più di ventiquattro ore.» Rise lui coprendosi le orecchie per difendersi dalla mia voce.

Ricordandomi a quel punto che nel fine settimana era tornato a casa senza dirmi niente, gli tirai un pugno un po' troppo forte sulla spalla per rimproverarlo. Dolorante si allontanò da me, coprendosi la parte colpita come per tentare di alleviare il dolore.

«Hai idea di cosa ho dovuto passare?» Gli chiesi mutando completamente il mio umore.

«Tul mi ha mandato a dirti che il tuo posto nella squadra non è più a rischio e che portai giocare la partita.» Mi informò ignorando la mia domanda.

Dimenticai tutto il risentimento che avevo provato per lui negli ultimi due giorni e, felice come una Pasqua, lo abbracciai nuovamente già, immaginandomi mettere piede in campo per portare la mia squadra alla vittoria. Forse stavo correndo troppo ma la sicurezza in me stessa non mi mancava di certo.

«Credo che tu abbia molto di cui parlarmi, a cominciare da quell'articolo che occupa la prima pagina del giornalino scolastico.»

Mi staccai da Pharn una volta cominciato a sentirlo annaspare a causa della mia forte stretta.

«È esattamente come hai detto tu prima: sabato sono stata accusata di aggressione omofoba e oggi è stato smentito tutto.»

«Lo vedo, è stato smentito tutto in maniera anche piuttosto plateale.» Commentò ironicamente Pharn, trattenendosi dal ridere.

Qualcosa aveva iniziato ad insospettirmi.

«Cosa intendi dire?»

«Non hai ancora letto l'articolo, non è vero?» Mi chiese con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.

In effetti non l'avevo ancora fatto. Non ero la classica ragazza teenager amante dei pettegolezzi. Di conseguenza non avevo alcuna intenzione di spendere i pochi soldi settimanali che i miei genitori mi spedivano, per riempirmi la testa di notizie frivole. 

L'unica cosa che importava era che finalmente sarei stata libera da quelle occhiate di disgusto dei miei compagni di scuola e che avevo il posto in squadra che mi spettava.

... Giusto?

Alzai le spalle lasciando intendere a Pharn che non l'avevo letto e che non ero neanche troppo interessata a farlo.

«Beh... Rifatti gli occhi.»

Detto ciò il mio migliore amico mi spiaccicò in faccia la copertina del giornalino scolastico di quel giorno, sarebbe stata anche una copertina ben fatta se io e Sun non fossimo state le protagoniste della foto in prima pagina.

I hate you for realDove le storie prendono vita. Scoprilo ora