*🦋Ann-prima persona🦋
Il giorno dopo, una volta finite le lezioni e gli allenamenti di calcio, mi rifugiai in camera mia in attesa che anche Sun si facesse viva.
Non riuscivo ancora a credere di aver dormito per più di tre settimane nella stessa stanza di una lesbica.
Che schifo... ho davvero rischiato grosso.
Avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa. Certo, se ci avesse anche solo provato le avrei tirato un calcio netto nei denti che l'avrebbe fatta volare dall'altra parte del mondo. Ma lo schifo mi sarebbe comunque rimasto addosso per tutto il resto della mia vita.
Come ha osato non dirmi niente?
Davo le spalle alla porta nel mentre che pensavo al modo migliore per fargliela pagare.
Quando improvvisamente sentii la maniglia abbassarsi, seguita da un leggero cigolio, segno che stava entrando qualcuno e sapevo benissimo di chi si trattasse, ma non mi voltai.
Rimasi seduta sul mio letto con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa sulle mani incrociate più seria che mai, fissando il letto della mia compagna di stanza.
Lei avanzò tranquillamente, canticchiando una melodia che probabilmente lei e la sua band stavano componendo.
Gettò la borsa sul suo letto e finalmente comparve alla mia visuale.
«Cosa ci fai lì seduta? Hai già mangiato? Vuoi che vada a comprare qualcosa alla mensa?» Mi chiese con il suo solito modo di fare cordiale ma stranamente autorevole.
La guardai mentre mi dava le spalle.
Dal suo aspetto non sembrava affatto lesbica. Era magra e slanciata, più alta di me di circa cinque centimetri, indossava la divisa femminile che le stava perfettamente. Capelli lunghi, neri e lisci con due ciocche tinte di biondo platino a incorniciarle il viso.
Mi ricordai improvvisamente il primo giorno di scuola, quando davanti alla porta della mia stanza la vidi per la prima volta, mentre litigava con il vicepreside.
"Signorina, in questo campus non accettiamo i capelli tinti."
"Io faccio parte del club di musica, sono un'artista! Questo è il mio modo di esprimermi e non ho intenzione di reprimerlo!"
Sun era la più intelligente studentessa del corso di medicina del primo anno.
Il preside piuttosto che cacciarla preferì annullare quella stupida regola sul controllo dei capelli.
Da allora molti studenti provarono grande rispetto nei confronti di Sun e io ero stata tra questi.
Ero rimasta stupita dalla sua tenacia e determinazione, provai subito una grande stima per lei, ma in quel momento... in quel momento provavo solo schifo.
«Vuoi stare lì con quella faccia tutto il giorno?» Mi chiese con un certo tono sarcastico.
«Voglio chiederti una cosa...» Cominciai, distraendomi dai miei pensieri.
«Dimmi.» Disse lei, continuando a sistemare le cose all'interno della sua borsa.
Presi coraggio.
«Sei gay?» Chiesi tutto d'un fiato.
Lei si bloccò improvvisamente e con una lentezza estenuante si voltò verso di me.
«E anche se lo fossi?»
Quindi era vero?! CHE SCHIFO! Come ho fatto a stare qui tutto questo tempo?! Per quanto tempo pensava di nascondermelo?!
Osservandola con uno sguardo misto tra l'incazzato e il disgustato, la fronteggiai alzandomi in piedi davanti a lei. Il fatto che fosse più alta di me non mi intimidiva affatto.
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I hate you for real
RomantizmIn revisione costante. Ann è omofoba, cosa inaccettabile per una Thailandia in via di una complessiva apertura mentale. Il suo odio verso gli omosessuali è talmente insito in lei che ormai fa fatica a ricordare il motivo per il quale è nato. Le cose...