Capitolo 11

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*🦋Ann-prima persona🦋

Io e Sun arrivammo, dopo un tempo che mi sembrò infinito, al dormitorio del corso d'ingegneria, rigorosamente mano nella mano senza però incontrare più nessuno.

Arrivate in stanza ci sedemmo ognuna sul nostro letto, una di fronte all'altra, a guardarci negli occhi con fare di sfida. Dovevamo discutere sulle modalità del nostro piano, era necessario nonostante la sola idea di metterlo in, atto fosse sufficiente per spingermi a ritirarmi. Strinsi diverse volte i denti per sforzarmi di non farlo.

«Potremmo cominciare facendoci qualche foto di coppia, ho un'amica che frequenta un corso extrascolastico di fotografia, potrebbe svilupparle in tempo per lunedì.» Propose Sun.

«A che servono le foto?» Chiesi sperando di poter evitare la cosa.

«Dopo la tua uscita geniale con Tina è probabile che i due ragazzini del giornalino scolastico non ci crederanno solo sulla parola, potrebbero chiederci delle prove sull'autenticità della nostra relazione.»

Sbuffai amareggiata. Aveva ragione, io non ci avevo affatto pensato. Quanto avrei voluto poter tornare indietro nel tempo per cancellare quella giornata completamente, letteralmente non c'era una sola cosa che fosse andata bene.

Sun si sedette sul mio letto, di fianco a me tirando fuori il cellulare e iniziò già da subito a scattare qualche foto con un sorriso da ebete. Le prime foto vennero ovviamente malissimo a causa dell'espressione annoiata e infastidita che stavo sfoggiando. Alla fine però, sempre svogliatamente, mi unii anch'io facendo il segno della pace e sorridendo a mia volta.

Vi prego sparatemi.

«Dovremmo fare delle foto anche da altre parti, anche fuori dalla scuola.»

Alzai gli occhi al cielo, inoltre non potevamo fare solo selfie carini altrimenti ci avrebbero preso solo per amiche, serviva qualcosa di un po' più romantico e l'ispirazione mi illuminò amareggiandomi allo stesso tempo.

«Andiamo nell'aula di musica.»

Sun mi guardò non capendo cosa volessi fare ma mi seguì senza opporsi. Come prima facemmo tutta la strada mano nella mano e lei scattò qualche foto in più delle nostre mani unite.

Cringe, veramente cringe.

«Possono fare da contorno.» Si giustificò, io alzai gli occhi al cielo senza rispondere, non avevo nessuna voglia di mettermi a litigare.

L'aula di musica era vuota, fortunatamente i pochi studenti rimasti non avevano deciso di occuparla.

In quella stanza si tenevano tutti gli strumenti musicali, anche quelli personali degli studenti se questi ultimi lo desideravano. Anche quelli della band di Sun si trovavano lì, nonostante da quel che sapevo provavano in una stanza vuota da qualche parte nella scuola.

«Prendi la tua chitarra.» Le ordinai.

«Cosa vuoi fare?»

«Andiamo sugli spalti del campo da calcio.»

Lei ubbidì guardandomi sempre con un'espressione inquisitoria che pretendeva delle risposte, ma per me solo provare a dire a parole ciò che avevo in mente di fare mi causava un  nervosismo che non sarei stata in grado di contenere.

Non solo odiavo l'idea di fare cose così con una ragazza ma odiavo anche le cose troppo romantiche in generale, come quella che mi era appena venuta in mente.

Raggiungemmo gli spalti del campo da calcio dove quella stessa sera avrei avuto gli allenamenti. Feci sedere Sun su uno degli enormi gradini con la chitarra in mano e ai suoi piedi posizionai un pallone da calcio preso nelle vicinanze. Chissà quanti palloni dispersi tra quei gradoni si sarebbero potuti trovare solo cercandoli, senza neanche impegnarcisi troppo.

I hate you for realDove le storie prendono vita. Scoprilo ora