Capitolo 4

606 25 13
                                    

*🦋Ann-prima persona🦋

Quel rumore era diventato fin troppo fastidioso per i miei gusti.

Avevo scelto la più bella canzone della mia playlist preferita come sveglia da mettere sul telefono, credendo che grazie a lei sarei riuscita ad avere ogni giorno un buon risveglio.

Ma il risultato fu che la mia canzone preferita era diventata quella che odiavo di più.

Accesi il telefono solo per spegnere la sveglia e ritornare a dormire, con quel minimo movimento capii di avere la testa che mi stava scoppiando. Pensai che se avessi saltato un giorno di scuola non sarebbe successo nulla per una volta e mi risistemai il cuscino.

Quella mattina proprio non aveva intenzione di diventare comodo.

«Non hai intenzione di alzarti? Mi si è addormentato il braccio.» Ignorai quella voce fastidiosa che sembrava estremamente vicina a me, forse troppo.

Ricominciai a strizzare quello stupido cuscino che proprio non ne voleva sapere.

«Mi fai male...»

Merda.

Aprii gli occhi di scatto dimenticandomi che ancora dovevo fare i conti con la luce del mattino e per qualche secondo rimasi accecata dal dolore, strizzai le palpebre un paio di volte, le coprii con le mani e finalmente dopo un po' mi resi conto di cosa stava succedendo.

Ero nel letto di Sun, stavo dormendo con lei, mi ero addormentata sul suo braccio e lei era senza maglietta.

«Beh cos'è questa faccia spaventata? Sei tu che sei salita sul mio letto questa notte.»

«Tu... io... sei nuda?»

Ero sconvolta, talmente tanto da non riuscire a mettere insieme i pensieri e le frasi da dire.

«Diventi piuttosto selvaggia quando sei ubriaca lo sai?»

«Bugiarda!» Urlai.

Mi buttai giù dal letto ignorando completamente il dolore alla schiena e alle natiche che mi causai, mi sarebbe venuto sicuramente un bel livido.

Strisciai all'indietro finché non sbattei la schiena contro il mio letto e mi resi conto in quel momento di star tremando come una foglia.

Porca puttana, cazzo no, non può essere vero!

Guardai verso il basso e mi resi conto di essere senza pantaloni. La nausea iniziò a farsi sentire e inevitabilmente iniziai a lacrimare.

«Che esagerata, ci siamo solo toccate un po' e ieri non sembrava ti dispiacesse.» Scherzò Sun.

Mi coprii le orecchie, non volevo sentire una sola delle stronzate che si era inventata per farmela pagare. Perché erano stronzate, non poteva in nessun modo essere vera un'assurdità simile.

Sollevai lo sguardo e la guardai negli occhi con tutto l'odio che mi fosse possibile esprimere attraverso un'occhiata.

Il suo sorrisetto arrogante svanì lasciando posto a un'espressione confusa e quasi preoccupata. Come se io potessi cascarci.

«Stai... stai piangendo?»

Mi alzai di scatto e corsi in bagno rischiando di inciampare un paio di volte, mi ci chiusi dentro appoggiandomi con la schiena contro la porta.

«Ma che cazzo di problemi hai?» La sentii urlare dall'altro lato della porta.

Stava cercando di entrare ma il peso del mio corpo glielo impediva.

«'Fanculo! 'Fanculo te e tutte le fottute lesbiche di questo schifo di mondo!» Urlai tra le lacrime.

«Come ti pare!»

I hate you for realDove le storie prendono vita. Scoprilo ora