𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 8

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T/n pov:

Infilo le mani in tasca mentre scendo le gradinate della scuola insieme a Mina e Tzuiu, osservando il sole che tramonta pian piano.

La giornata non è stata proprio come me la sarei immaginata, ma tutto sommato non ha deluso le mie aspettative.

Sfilo l'elastico dal polso e lo utilizzo per legare in una coda alta i capelli miei c/c, che questa sera sarò costretta a lavare per colpa del sudore dovuto alle esercitazioni con i quirk.

Credevo che l'esame pratico di ammissione fosse difficile, ma mi sto ricredendo dopo questo primo giorno passato quasi interamente ad allenarmi.

Sono riuscita a stringere amicizia con molte persone, ma non ho proprio trovato il coraggio per parlare con Izuku.
Dopotutto eravamo amici di infanzia, e mi sembra giusto almeno salutarlo.

Il chiodo fisso che tentavo di levarmi dalla mia testa però era il figlio di Endeavor.

"Ha un nome stupida, vedi di utilizzarlo. Prima di essere il figlio del tuo idolo è un ragazzo con emozioni e sentimenti propri" mi rimprovero da sola, correggendo immediatamente i miei pensieri.

-Tutti bene, t/n?- la domanda di Mina mi coglie alla sprovvista.
Mi affretto a rispondere sorridendo -Si certo, perchè?-

-No è che mi sembravi un po' giù di morale...-
Dopo questa frase la mia amica fa cadere la breve conversazione.

Svoltiamo a destra, imboccando una strada piuttosto trafficata e rumorosa.

Facciamo ancora un tratto di strada tutte e tre insieme, lungo una via principale piena di gente.

La prima a staccarsi dal gruppo è Tsuyu, che per raggiungere la sua casa deve prendere una via diversa dalla nostra.

Ci saluta con la sua voce particolare e carina, mentre si allontana - Ci vediamo domani allora...-.

Ricambiamo il saluto e aspettiamo che svolti l'angolo sparendo dalla nostra visuale. Io e Mina invece proseguiamo ancora per un po', senza dire una parola.

Mi piacerebbe fare conversazione con lei, ma non ho molto da dire e le probabilità di sparare qualche cazzata se ci provassi sono molto elevate.

-T/n, parlami un po' di te...- a quanto pare mi precede di molto, iniziando di sua spontanea volontà a chiacchierare.

-Certo, cosa vorresti sapere?- chiedo, sperando non sia nulla di troppo personale.

-Vediamo, com'è la tua famiglia?-

"Ecco appunto, ti pareva".

Ha scelto una domanda a cui non vorrei rispondere. Detesto quando la gente mi chiede qualcosa sulla mia famiglia.

-Mhmmm non saprei...diciamo che non siamo esattamente il prototipo di famiglia perfetta...ma ci vogliamo bene..- tento di non buttare lì la verità nuda e cruda, più che altro perché non conosco ancora molto bene Mina, e non mi va di espormi così tanto con lei.

-In che senso "non siete il prototipo di famiglia ideale"?- continua ad insistere, probabilmente senza nemmeno pensarci troppo.

-Ecco...- sto già cercando un modo per fuggire alla domanda ed evitare di rispondere, quando la ragazza si ferma di botto.

-Magari ne riparliamo domani, che dici?
Entrando in questa via si arriva a casa mia, perciò non serve che mi accompagni oltre...- indica alla sua destra, dove c'è una stradina costeggiata da case bianche.

-Certo, magari ne riparliamo un'altra volta...- mi sforzo per mantenere un'espressione rilassata e tranquilla, mentre la saluto con la mano.

Appena si volta inizio a camminare a passo spedito nella direzione opposta, diretta verso la mia di casa.
Non ho molta voglia di tornare lì dentro, però devo studiare e non posso fare altrimenti.

Supero dei passanti, spostandomi di lato per lasciarli passare. Giro di nuovo l'angolo, aspettando che il semaforo diventi verde, per attraversare sulle striscie pedonali.

Mi memitizzo alla perfezione in mezzo alla calca di persone che ho attorno.

Il sole cala sempre più rapidamente e le luci nelle case o le insegne dei negozi cominciano ad accendersi, illuminando la città.

Credo che questo sia il momento più bello di tutta la giornata, non so dire il perché.

Pian piano mi allontano sempre di più dal centro, diretta verso le zone residenziali.

Ho ancora quattro strade da attraversare, che di solito sono quasi totalmente deserte.

Mi fermo quando arrivo davanti alla prima, che è anche quella che mi fa più paura di tutte.
È vuota, senza lampioni o altro.

Ci sono solo le porte sul retro di alcuni negozi, chiuse dall'interno, e le scale antincendio per gli abitanti dei due edifici ai lati.

Sono tentata di fare il giro più lungo, evitandomi di passare qui, però ci vorrebbe troppo tempo.
Mi faccio coraggio e mi ci incammino a passo più svelto del normale.

"Avanti, non mi dire che hai paura... proprio tu vorresti diventare una Hero...non prendermi in giro dai".

Ho costantemente l'ansia che qualche mal intenzionato possa cogliermi alla sprovvista. Ho il terrore di non essere in grado di difendermi.

Ormai ho quasi finito di attraversare la via, mancano solo pochi metri.

Mi blocco, portando una mano all'interno del mio zaino, dove è riposta la mia carta affilata e pronta all'uso, quando sento un rombo sonoro provenire da un punto alle mie spalle.

Un brivido mi corre lungo la schiena, mentre già mi preparo psicologicamente a colui che mi troverò davanti.

Una cosa però è certa: non sono indifesa. Se sarà necessario attaccherò con tutte le mie forze chiunque proverà a farmi qualcosa.

Con mia grande sorpresa però la persona che vedo è l'ultima che mi sarei aspettata.

Shoto Todoroki, il mio compagno di classe, ha appena tirato un calcio ad uno dei tanti bidoni della spazzatura radunati qui intorno.

Il contenuto si rovescia a terra, mentre il coperchio rotola lontano fino a fermarsi producendo un baccano fastidioso.

Lo sento imprecare contro qualcuno al telefono, mentre chiude deciso la chiamata.

Appoggia la schiena al muro e tira su il cappuccio della felpa, passandosi le mani tra i capelli e sfregando gli occhi bagnati da quelle che sembrerebbero lacrime.

Alla vista di questa scena il coraggio che per tutta la giornata non sono riuscita a trovare, si riunisce finalmente dentro di me.

Mi avvicino piano a lui, senza fare troppo rumore.
Mi sembra molto arrabbiato, quindi non vorrei irritarlo ulteriormente.

-Ehy Todoroki...non so se ti ricordi di me...siamo in classe insieme alla U.A...-

Ciaoooo,
Per prima cosa scusate l'assenza di due giorni. In realtà questa volta il problema non è stata la scuola, ma una cosa simile al blocco dello scrittore.

Però dopo una bella serata (serata=orario indefinito che varia dall'1 alle 4 di notte) a leggere fanfiction sono riuscita a sbloccarmi.
E ora ho esattamente il problema contrario: scrivo tantissimo perché ho molte idee.

Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto, e niente...ci sentiamo domani ❤️

𝐂𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐃𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐭𝐚~𝑇𝑜𝑑𝑜𝑟𝑜𝑘𝑖𝑥𝑅𝑒𝑎𝑑𝑒𝑟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora