T/n pov:
Lascio cadere la borsa a terra, mentre tolgo le scarpe ed entro in casa.
La prima persona a venirmi incontro è mia madre, come al solito solare e sorridente. A volte mi chiedo come faccia, e da chi io abbia preso il mio carattere, così diverso dal suo.
-Come è andato l'esame? Avresti potuto chiamarmi, sarei venuta volentieri a prenderti in macchina, per non farti camminare troppo...- dice, mentre finisce di legare i capelli in uno chignon improvvisato.
Me la cavo con una delle mie risposte veloci ed evasive -È andato abbastanza bene, anche se avrei potuto fare di meglio. Per quanto riguarda il passaggio, non importa, fare due passi mi ha fatto solo bene-.
Infilo le cuffiette, isolandomi dal mondo, e salgo le scale, diretta in camera mia.
A volte ho dei momenti in cui schifo qualunque persona. Non importa chi sia o cosa voglia da me, mi irrita senza un motivo preciso. Allo stesso tempo ho sviluppato la capacità di non farlo notare se lo desidero.
"Assomigli molto a tuo cugino, anche se non vuoi ammetterlo".
Respingo questo pensiero nell'angolino più remoto possibile all'interno della mia caotica mente.Mi butto sul letto a pancia in su, fissando il soffitto e canticchiando sottovoce il testo della canzone che sto ascoltando.
Inizio a muovere le dita a ritmo di musica nell'aria, attirando a me alcuni fogli di carta che avevo lasciato sulla scrivania disordinata.
Lascio che volteggino in aria, seguendo il ritmo di c/p (canzone preferita).
Mi concentro su una vecchia pagina di appunti, e chiudendo la mano a pugno la faccio accartocciare lentamente su sé stessa. Ammetto che la cosa ha un effetto terapeutico.
Poi mi sposto su un mio vecchio schizzo, disegnato giusto per perdere tempo prima di iniziare a studiare. Non mi è mai piaciuto.
Con un semplice movimento lo riduco in coriandoli.Sto per far fare una fine triste anche ad una terza pagina, quando mio fratello spalanca la porta della stanza.
Subito mi metto seduta sul letto, mentre i fogli che stavo tenendo sospesi per aria cadono a terra senza produrre il minimo rumore.
Metto in pausa il brano che avevo in riproduzione, e mi preparo ad ascoltare ciò cha da dire.
-È tornato...- sospira affranto.
So benissimo di cosa parla, ci sono abituata ormai, eppure il mio cuore si stringe in una morsa...come al solito del resto.
-Lui è...- prendo fiato, preparandomi a ricevere la risposta.
-Si, è ancora ubriaco fradicio- conferma.
In questo momento mi piacerebbe alzare ancora di più il volume della musica, infilarmi sotto le calde coperte, e non uscire più. Scappare dai problemi in questo modo però non credo sia la soluzione adatta.
Per scacciare la tristezza faccio l'esatto opposto di ciò che gli altri si aspetterebbero: sorrido e mi fingo allegra e solare.
-Sará meglio scendere a controllare se sta bene, che dici?- nonostante l'ultima cosa che avrei voglia fare sia vedere mio padre, sfoggio un sorriso dolce mentre mi piego a raccogliere i fogli disseminati a terra.
Potrebbero darmi un Oscar per l'incredibile interpretazione e la recitazione impeccabile.Quando finisco non aspetto nemmeno una risposta. Esco dalla stanza continuando a sorridere, come se nulla fosse.
-A proposito, come è andato l'esame?- mi domanda sulle scale dietro di me mio fratello.
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𝐂𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐃𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐭𝐚~𝑇𝑜𝑑𝑜𝑟𝑜𝑘𝑖𝑥𝑅𝑒𝑎𝑑𝑒𝑟
Fanfiction"Prima di andare voglio domandarti solo un'ultima cosa: mi concedi di essere il tuo cuore di carta?" _______________ Nemmeno t/n sapeva esattamente cosa ci facesse lì quel giorno, a sostenere l'esame d'ingresso per la UA. Il suo non era un quirk pa...