Eri tu a piacermi

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Jade
"Si mamma ho prenotato il volo per il 23, non vedo l'ora di vedervi!" Esultai mentre mettevo alcuni vestiti in valigia.
"Ti aspettiamo tesoro, ora ti lascio che devo organizzare il menù, finire di comprare i regali e chiamare tua zia Prudence!" Esordì per poi attaccare il telefono. Erano passate alcune settimane dal compleanno di Kyle ed era arrivato ufficialmente quel periodo dell'anno in cui le strade venivano addobbate con luci scintillanti, le persone sembravano più felici e la vita più leggera. Il Natale era sempre stata la festività più amata da tutta la mia famiglia, e non vedevo l'ora di tornare a casa per le vacanze anche perché avrei avuto modo di allontanarmi per un po' da tutta quella situazione assurda che si era venuta a creare.

Rosie rientrò in stanza poco dopo e si fermò a guardarmi. "Quando parti?"
"Il ventitré." Dissi, evitando il suo sguardo. "Tu parti?" Chiesi.
"Dovrei, ma non credo di avere tanta voglia di tornare a casa." Sospirò, e decisi di non fare domande. Chiusi la valigia e mi voltai verso di lei.

"Mi dispiace." Disse improvvisamente,
sbarrai gli occhi e dovette ripeterlo due volte perché dalla mia espressione capì che non credevo a ciò che sentivo. "Per cosa? È a me che dispiace." Dissi, e vidi i suoi occhi diventare lucidi.
"Ho esagerato, infondo Kyle non è di mia proprietà e sapevo fin dall'inizio che eri tu a piacergli, non io. Sono stata stupida ed egoista."
Scossi la testa e mi avvicinai per abbracciarla.

"Non sei stupida né egoista, eri ferita perché non ti ho detto la verità e mi dispiace davvero tanto. Tra noi non c'è nulla e tu sei molto più importante di uno stupido ragazzo." Sorrisi. Lei tirò su col naso.

"Ho visto come vi guardate, sei davvero ingenua se credi di potermi convincere che tra voi non c'è nulla!"
Ci staccammo e lei rise.
"Quella sera, in cui ci hai visti... stava per baciarmi ma si è tirato indietro."
Alzai le spalle e lei si incupì.
"Che lui era un po' strano l'avevo capito subito, però...non lo so.
Ma non abbandono la mia idea."
Fece un sorrisetto e io cercai di scacciare via quel pensiero dalla mia mente, infondo lei non sapeva il fattore più importante: Kyle era il figlio di Lucifero per diamine!

E in quel momento realizzai che avrei dovuto mentirle di nuovo. Kyle e Michael non mi avrebbero mai permesso di dirle tutto e di sicuro lei non mi avrebbe creduto. La guardai e mi rattristai all'istante al pensiero che quel segreto in qualche modo ci avrebbe diviso ancora una volta.
Ma capì che la faccenda era molto più grande di me e che non potevo sempre controllare tutto.

"Ti va di andare al bar?" Chiesi e lei annuì, felice di tornare nel nostro luogo preferito.
Quando arrivammo salutai Chandler con un sorriso e analizzammo la situazione per decidere dove sederci.
Ma non appena notammo la presenza di quei due, Rosie mi afferrò il braccio ed esultò: "Andiamo lì!"

Ci piazzammo davanti a loro e li vidi chiudere immediatamente i libri che stavano leggendo, e mi scappò da ridere quando vidi che si trattava di libri sull'origine della magia nera, erano così disperati ormai nella ricerca dei miei poteri che avevano studiato ogni possibilità.

"Ehi!" Michael si illuminò quando vide Rosie e Kyle sembrava perplesso, come sempre d'altronde.
Ci sedemmo al tavolo e loro evitarono di dire qualcosa sul fatto che avevamo chiarito. Parlammo, per la prima volta dopo parecchio tempo, di cose normali, che non riguardavano poteri magici o il signore oscuro.

Alzai lo sguardo verso Kyle e lui mi fece un piccolo sorriso che mi fece sciogliere il cuore.
Mi rendevo sempre di più conto che Kyle incarnava tutto ciò che avevo sempre amato in personaggio di un buon libro o di un film romantico.
Non potevo più nascondere che ormai avrei ceduto anche alla più subdola tentazione del diavolo, se solo questo mi avrebbe portato a stare con Kyle.

Mi alzai senza pensarci e avvisai che sarei andata al bar a prendere qualcosa. Ma subito dopo Kyle mi raggiunse irrompendo di nuovo nei miei pensieri. Si sedette accanto a me e io ordinai un tè caldo, dopo che Chandler mi lanciò un'occhiata divertita.
"Sono felice che tu e Rosie abbiate chiarito." Disse.
"Anche io, ma ora dovrò mentirle di nuovo." Dissi, alludendo alla mia recente scoperta.

"Perché, su cosa le avevi mentito prima?" Chiese e io mi bloccai.
"Nulla che ti riguarda." Distolsi lo sguardo e lui sembrò fare un ghigno divertito.
"Aveva una cotta per me, alla festa di Halloween ci ha visto insieme e ha pensato che io ti piacessi, è così?"
Chiese senza scomporsi minimamente e io sentì il fiato bloccarsi in gola.
"Si, ma io le ho spiegato che si sbagliava, che non mi piacevi."
Cercai di sembrare dura e convincente, ma avrei voluto sotterrarmi.

"Infatti, si sbagliava. Eri tu a piacermi." E poi si alzò impassibile, come se non avesse appena cacciato una bomba e restai immobile a concentrarmi non tanto sulla rivelazione, ma sul fatto che avesse parlato al passato.

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