Chapter 14 QUESTIONE DI AMORE

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Aspettammo li, per terra, senza dire una parola, nessun sussulto, niente di niente.

Le lacrime avevano smesso di scorrere, i sussulti erano cessati e ora c'era solo il silenzio.

Quell'orribile e incessabile silenzio che mi aveva accompagnata nei momenti più bui della mia vita, quel silenzio che cercavo di coprire con la musica, con il dolore, perché è meglio tutto pur di non provare...il vuoto.

Un immenso vuoto che ti fa perdere la voglia di fare qualsiasi cosa, un enorme vuoto che si cerca di colmare con qualsiasi cosa che ci si ritrovi davanti, alcool, droghe, tagli o peggio... amore... perché si miei cari, l'amore è l'arma più letale e, allo stesso tempo, più dolce.

Un coltello che ti può uccidere senza nemmeno che tu te ne accorga ma che, lentamente, inizia a sgretolarti da dentro...

Qualsiasi problema, dolore, gioia, proviene dall'amore se ci pensate e nulla ci può confortare più dello stesso, ironico vero? Ciò che ci uccide è anche ciò di cui non riusciamo a fare a meno.

E così stavamo li, sedute per terra, senza dire nulla... una volta nella nostra intera vita non avevamo nulla da dirci, nulla che potesse aiutarci l'una con l'altra.

Io: Em, tu hai paura?

Emily: Chi non ne ha...

Io: Non mi hai risposto alla domanda

Emily: Ovvio che ho paura Em, tu no?

Io: No, a dire la verità non so più come mi sento, forse ho paura, forse sono triste, forse sono solo stanca...

Emily: Lo so Mad, lo so, anche io sono stanca

Io: Non ne posso più Em capisci! Non ce la faccio più!- detto questo scoppiai nuovamente a piangere ma questa volta era un pianto più smorzato, come se nemmeno il mio corpo avesse voglia di piangere, era troppo stanco anche per quello.

Emily: Mad lo so, ma se lasci perdere tu che cosa succederà poi?

Io: No hai ragione... devo essere forte, più forte di lui, non si merita le nostre lacrime!

Emily: Esatto, dobbiamo rialzarci, come abbiamo sempre fatto, dobbiamo essere coraggiose...

Prima che Emily potesse dire niente la porta si spalancò dal nulla e Katy, ormai morente, riuscì ad entrare per un pelo. Aveva numerose ferite sull'addome, l'aveva accoltellata quello stronzo.

Io: No Katy no... ti prego! Non anche tu ti prego! No!- dissi con gli occhi rossi

Emily: Forse possiamo ancora salvarla...

Katy: n-no- v-vi devo dire una c-cosa- disse lei in fin di vita

Io: No no, shh shh, sprecherai le forze!- le dissi tenendole la testa con una mano

Katy: Ti sembra che io abbia altre molte forze?- disse accennando un faticosamente un sorriso

Katy: O-ora alscoltatem-mi, c'è una moto, a cui non sono state bucate le g-gomme, l-li, alla fine della st-strada, prendetela e andate alla po-polizia

Emily: No Katy ti prego! Resta con noi!

Katy: N-on sono così egoista come pensavate v-visto...- disse esalando l'ultimo respiro, era morta, non aveva più battito.

Emily ed io ci guardammo, avevamo gli occhi in lacrime, eravamo ricoperte di sangue ed avevamo il trucco sbavato ma nei nostri volti si poteva leggere quel non-so che di coraggio.

Emily: Mad... sai cosa dobbiamo fare...

Io: Si... Emily, voglio che tu abbia questa- le porsi un foglio di carta

Emily: Che cos'è?

Io: Lo scoprirai quando la leggerai, ora dobbiamo pensare a scappare...

Emily: Si

Detto ciò Emily mise il pezzo di carta nel suo zaino e io presi i due coltelli rimasti, eravamo pronte per scappare, finalmente, da quel posto orribile, dal nostro incubo.

Prima di partire mi passarono per la testa tutti i momenti belli passati li e, come un vecchio ricordo, sorrisi e li misi da parte.

Ormai non ci importava più di chi fosse colui che voleva farci del male, dovevamo solo scappare.

E lui l'avrebbe pagata con la prigione e con i sensi di colpa se fossimo riuscite a raggiungere la centrale di polizia, qualsiasi persona fosse.

Aprimmo la porta e ci mettemmo a correre con tutte le nostre forze.

Ormai non riuscivo più a pensare ad altro che al correre, i piedi mi facevano male e le ferite che mi ero procurata durante il periodo in cui ero stata li bruciavano, ma non mi importava.

Mi girai a guardare Emily e la vidi quasi felice, forse si sentiva libera, dopo così tanto tempo... non lo so, ma ormai c'eravamo solo io e lei e il nostro traguardo, la moto.

Sentivo dei passi dietro di me e non era Emily, non mi voltai nemmeno a controllare, era lui, era sicuro.

Corsi, corsi, corsi e corsi senza sosta, i rumori dietro di me si avvicinavano, sempre di più, sempre di più, sempre di più.

Erano così vicini che potevo ormai sentire il suo fiato, freddo e senza pietà, sul collo.

Quando ad un tratto colui che mi rincorreva mi prese per il braccio, era finita.

Quando guardai Emily vidi che anche il suo braccio era stato preso e, sebbene provassimo a divincolarci da quella presa, più lo facevamo più lui faceva pressione.

Emily: MAD!

Io: EMILY!

- Ma ciao mia care ragazze, vedo che siete rimaste solo voi due qui con me...- disse la voce ditro di me che mi tratteneva il braccio, mi voltai, un coniglio.

Emily: Lasciala andare pezzo di merda!

- uh-uh non c'è bisogno di usare certe parole...

Io: Voglio vederti in faccia, voglio vedere in faccia colui che ha ucciso tutte quelle persone, MOSTRATI!- Gli urlai con un misto di rabbia e singhiozzi.

- Come volete, tanto ormai non mi cambia più nulla, ormai siete mie...

Detto ciò mi voltai completamente verso il coniglio, volevo vedere in faccia colui che probabilmente mi avrebbe ucciso, volevo vedere se aveva le palle di farsi vedere e a quanto pare ce le aveva.

Lentamente si scostò la maschera dal viso.

Non ci posso credere... non può essere vero, no... no... non lui... NO!

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