Roy era rimasto sorpreso dalle parole della ragazza.
-In ogni momento della giornata è come se una lacrima le rigasse costantemente il volto, Colonnello.- aveva concluso lei mentre l'uomo apriva la bocca pur non sapendo cosa dire. Era convinto di nascondere perfettamente quei sentimenti che lei aveva così ben riassunto nel fondo della sua anima. A volte anche lui non ne sentiva il peso, dimenticava i brutti ricordi, le difficoltà e le responsabilità, specialmente quando era con lei. Eppure, dedusse lui dalle parole della ragazza, per lei era tutto così tristemente chiaro. Una lacrima perenne...
I suoi pensieri furono bruscamente troncati dall'aprirsi improvviso della porta.
-Roy!-
Dalla bocca dell'incredulo Colonnello sfuggì solo un nome: -Maes?!-
L'inaspettato ospite non si fece problemi e mentre indirizzava un mezzo inchino di saluto alla ragazza rispose semplicemente: -E questo sarebbe un saluto?-
-Cosa ci fai qui tu!?- urlò l'alchimista avendo realizzato che la presenza dell'amico non era un sogno ad occhi aperti.
-Come sarebbe cosa?! Ti sto facendo una sorpresa!- l'altro non sembrò nemmeno accorgersi del cambiamento.
-E poi bussa prima d'entrare! Ci hai fatto venire un infarto!- rincarò la dose spazientito.
-E che sorpresa sarebbe se bussassi?! Inoltre ho chiesto ai tuoi uomini di là e mi hanno detto che avevi finito il lavoro per oggi.- Hughes pareva completamente immune alle sue proteste e credeva di avere la risposta perfetta per ogni occasione. Il Flame Alchemist iniziò a tamburellare sullo scrittoio per calmarsi. Nel frattempo il Maggiore si mise a sedere sulla scrivania con tutta tranquillità, cosa che rese ancora più difficile per Roy mantenere il controllo.
-Suvvia Roy, cos'hai da essere così contrariato, non sei contento che io sia venuto a trovarti?-
-Contentissimo.- trattenne un ringhio mentre sibilava la risposta.
-Cosa c'è, ho interrotto qualcosa?- domandò allora come stupito Maes, guardando a turno i due militari con lui. Riza immediatamente si affrettò a negare con un cenno evidente della testa. Mustang sospirò, l'amico era sempre il solito, anche se gli avesse risposto che effettivamente qualcosa aveva interrotto questo non avrebbe fatto altro che incuriosirlo.
-No, solo non mi piace che la gente entri nel mio ufficio all'improvviso. In ogni caso, cosa sei venuto a fare a East?- si era lentamente calmato completamente mentre finiva di parlare.
-Sono venuto a trovare te! Mi hanno dato un week-end di completa libertà, sono qui con Glacier. Purtroppo Elycia è rimasta con i nonni, ma non ti preoccupare, ti ho portato alcune foto per vedere quanto è diventata bella!-
In un attimo si rese conto che Maes aveva con sé una valigetta e che la stava già aprendo. Sicuramente era stracolma di foto della piccola Elycia! Quante potevano essere?! Quante ore avrebbe passato a fissare quella piccola, bellissima, ma alla trecentesima posa insopportabile, bimba? Amava la figlia del suo migliore amico, quasi quanto amava lui. Ma era veramente una maledizione quando il padre iniziava a tesserne le lodi, non avrebbe finito mai.
Stava ancora fissando la borsa spaventato e perso nei suoi nefasti pensieri quando Hawkeye parlò: -Colonnello, se permette andrei nell'altro ufficio a salutare i miei colleghi.-
Stava andando via, ovviamente. Loro due erano amici da una vita, fratelli nati da madri diverse, lei lo sapeva ed, evidentemente, non voleva disturbarli. Ma se salutava ora voleva anche dire che aveva già rinunciato ad ogni possibile incontro per quel fine settimana. Naturalmente aveva pensato che con Maes a East lui non avrebbe certo scelto di uscire con lei, e doveva ammettere che aveva ragione. Eppure qualcosa in lui avrebbe anche voluto vederla in quel fine settimana, Maes o meno in città.
-Sì certo Tenente. Buon fine settimana.- si sforzò di dire senza particolare intonazione. Gli dispiaceva, ma l'amico aveva la precedenza su un amore ormai impossibile.
Lei nascondeva lo stesso sentimento, ma con la solita professionalità si mise sull'attenti.
-Grazie, buon fine settimana anche a voi. Colonnello. Maggiore.- quindi si voltò per raggiungere l'uscita, ma immediatamente Hughes la richiamò, sorprendendo anche Roy.
-Tenente! Domani sera è invitata a cena con me, mia moglie e il qui presente colonnello Mustang.-
Lo disse con la sua solita voce allegra, come se stesse chiedendo una banalità. Mustang iniziò a preoccuparsi.
-La ringrazio Maggiore, ma non vorrei...- fu invece la risposta della donna, che fu però interrotta ancora dal militare del Central HQ.
-Non si preoccupi Tenente, mia moglie gradirebbe molto una compagnia femminile. So che esce spesso con il Colonnello, perciò pensavo che per lei non potesse essere un problema fare compagnia a Glacier.-
Era sempre più preoccupante, Glacier era abituata a stare con loro due, senza bisogno di qualsivoglia compagnia. Lo guardò di traverso, ma l'occhialuto soldato non parve accorgersene.
-In questo caso credo che accetterò. Grazie Maggiore.- con un'occhiata l'alchimista scrutò il suo Tenente, sembrava poco convinta, ma allo stesso tempo soddisfatta. Strano per lei provare due sentimenti del genere in contemporanea. Quel giorno lo stava stupendo parecchio.
-Benissimo! Ci troveremo alle 20...Dove vi trovate di solito?- Hughes nel frattempo aveva continuato per la sua strada.
-In piazza dei caduti.- sospirò.
-Perfetto, allora ci troveremo alle 20 in piazza dei caduti. Le va bene Tenente?-
-Certo.-
C'era qualcosa di melodioso nella sua risposta: pareva essere felice senza rendersene conto. Saluto un'altra volta i suoi superiori ed uscì dalla stanza mentre lui ancora la seguiva con lo sguardo. Maes non aveva perso tempo invece ed aveva già sistemato una decina di foto sul suo scrittoio.
-Guarda Roy, qui Elycia sta stringendo l'orsacchiotto che le hai regalato quando è nata, ti ricordi? Non è stupenda?- L'amico nemmeno s'era accorto che il Colonnello ancora guardava la porta ormai chiusa, perso nei suoi pensieri. In un attimo però si riscosse, nel momento in cui il Maggiore gli mise una foto della figlia su di un'altalena ad un centimetro dal naso. Gli si incrociarono quasi gli occhi nel cercare di mettere velocemente a fuoco l'immagine.
-Maes! Ho capito, ho capito.- iniziò a protestare allontanandolo -Elycia è una bellissima bambina, anzi la più bella del mondo. Non serve ribadirlo in continuazione.-
Chissà cosa stava passando per la testa della sua sottoposta quel pomeriggio. A ben pensarci però, erano alcuni giorni che sembrava avere degli atteggiamenti diversi. Non di molto, ma lui sentiva qualcosa di strano nell'aria quando erano insieme.
-Roy!- lo richiamò con forza l'altro uomo costringendolo ad interrompere nuovamente i suoi pensieri e a guardarlo. -Tu non mi stai ascoltando.-
-Ovvio che non ti sto ascoltando, parli sempre delle stesse cose... o meglio della stessa figlia. Mettine al mondo un altro, così almeno per un po' ci sarà qualcosa di nuovo.- rispose svogliato mentre si poggiava pesantemente su di un gomito e con disinteresse sfogliava le immagini scattate da Maes alla piccola.
-Non è così semplice mettere al mondo figli, bisogna essere pronti e... in ogni caso non è questo il punto.- concluse mentre scendeva dal tavolo e si metteva di fronte alla scrivania.
-E quale sarebbe il punto?-
-Sono qui apposta per te e tu non mi degni della tua attenzione, amico mio, questo è il punto.-
Roy alzò lentamente gli occhi. Forse non aveva tutti i torti, ma Maes era arrivato improvvisamente e lui non era pronto all'incontro.
-A questo proposito, mi spieghi perché sei venuto qui? Non voglio dire che mi dispiaccia vederti, ma non capisco...-
-Per vedere come stavi e come te la cavavi.- rispose d'impeto l'altro militare mentre s'appoggiava con entrambe le mani al tavolo e si sporgeva verso di lui. Mustang si raddrizzò con una espressione dubbiosa in volto.
-Allora,- continuò Maes con quel suo tono gioioso. -come va con la nostra amata biondina?-
Gli occhi dell'alchimista si sgranarono, poi di colpo si mise una mano alla fronte.
-Oh no Maes, non dirmi che sei venuto qui per questo? Ecco perché quell'assurdo invito a cena!-
-Certo che sono venuto qui per questo. Al telefono sei sempre così sfuggente!-
-Non sono affatto sfuggente. Ti ho sempre detto esattamente quello che penso.-
L'amico si rialzò scettico ed incrociò le braccia senza aggiungere una parola.
-Sul serio, Maes, non ti sto nascondendo nulla. Sei l'unico al mondo con cui posso permettermi tanta sincerità.-
-E lei?- rispose allora l'altro indicando la porta dietro di sé.
-Lei... lei è un altro discorso. Ormai siamo così vicini che a volte penso di potermi confidare totalmente come con te, ma poi m'accorgo che a quel punto dovrei dirle anche che l'amo ancor più di quando mi sono dichiarato. Ed a quel punto distruggerei tutto.-
-Vedi che ti servo io!- ribadì con gli occhi luminosi mentre tornava a sedere sulla scrivania del Flame Alchemist.
-No, Maes. Lascia stare. Toglitelo dalla mente. Non voglio che tu ti metta in mezzo in questa storia. Tra me è Riza ora c'è una bella amicizia e voglio che resti tale, perché ormai è chiaro che non potrà mai esserci niente di più che questo.- Gli occhi seri di Roy impressionarono Maes.
-Sei veramente sicuro? Ti sei sul serio arreso, tu, quello che conosce da vicino metà delle donne di Central ed East City?- domandò cercando di riscuoterlo.
-Certo che ne sono sicuro.- rispose con tono fermo che tradiva appena lo sconforto mentre raccoglieva le fotografie ancora sparse sul suo scrittoio in un unico mazzo. -Riza non è una donna qualunque, e meno che meno lo è per me. L'amo ma non posso averla, e probabilmente è giusto così, sicuramente non la merito. Esserle amico è una immensa consolazione. E ti prego, non rovinare le cose, anche se in buona fede.-
-Non hai nessuna speranza?- Hughes stentava a credere alle sue orecchie, Roy Mustang che parlava d'amore, e dell'impossibilità di raggiungere una donna che voleva con tutto se stesso.
-Nessuna. Ma non ti preoccupare, non sono depresso. Mi sono reso conto negli ultimi mesi di quanto fortunato sono in ogni caso. Non avrò la donna che amo, ma ho sicuramente due amici ineguagliabili, giusto Maes?- domandò con un sorriso mentre gli porgeva le immagini della figlia.
-Beh sì certo. Un amico come me non lo troveresti nemmeno in capo al mondo!-
-Forse ne potrei trovare uno senza figlie e la mania per le fotografie però.- aggiunse con un sorriso sardonico mentre s'appoggiava allo schienale della sedia.
-Ma non potresti godere della visione celestiale della mia adorata Elycia! Pensaci! Sarebbe una grave perdita. A proposito, non ti ho fatto vedere la foto con il gatto della vicina che...-
Roy s'alzò di scatto.
-Non ora Maes, devo tornare a casa.-
-Puoi tornare a casa pure più tardi- rispose con noncuranza l'altro mentre rovistava nella valigetta.
-Certo, così ci chiudono dentro la base, ottima idea.- ribatté mentre poggiava un braccio sulla schiena dell'altro militare e lo faceva scivolare a terra.
Un poco deluso Hughes richiuse la valigetta e assieme s'avviarono verso l'uscita della base.

STAI LEGGENDO
Reaching for R
FanfictionQuando un donnaiolo come Roy scopre il suo vero amore, sarà capace di raggiungerlo? O lo farà fuggire. (Una mia vecchia fanfic basata sull'anime 2003 che segue pedessiquamente i 15R theme)