REMEMBER

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Era già passata più di una settimana dal trasferimento di Riza ed il lavoro che Havoc svolgeva al suo posto era passato dall'essere disastroso ad appena decente, almeno per i canoni di Mustang. Inoltre senza Riza non poteva più permettersi di poltrire in ufficio impunemente o rimandare i suoi compiti, perché nessuno l'avrebbe mai richiamato all'ordine prima che fosse troppo tardi, né nessuno si sarebbe più occupato diligentemente al posto suo di organizzare il piano di lavoro giornaliero e settimanale. I primi giorni erano stati terrificanti, tra scadenze rispettate per un soffio, documenti riscritti dieci volte e pratiche che non si trovavano o non si sapeva come archiviare. Ma alla fine nessuna lamentela era giunta dall'archivio generale, evidentemente i suoi sottoposti in quegli anni avevano imparato abbastanza da Hawkeye per riuscire a compiere un buon lavoro anche senza di lei, certo non con la stessa grazia e calma. In realtà per un certo periodo Roy aveva sperato che vi fosse qualche errore o qualche omissione nei documenti, forse in quel caso Otter avrebbe mandato Riza a lamentarsi del loro operato e così avrebbe avuto l'occasione di rivederla. Infatti i primi giorni furono terribili non solo dal punto di vista lavorativo. Si maledì più di una volta per aver accettato quella richiesta improvvisa ed anche per averla mandata in un ufficio così lontano, ora non aveva nemmeno una occasione per incrociarla.
Però dopo quei primi tempi le cose erano lentamente migliorate. Certo non poteva dire di essere allegro e rilassato, ma in quel momento non era più così depresso e disperato. Jean stava pian piano prendendo il ritmo, non era capace come Hawkeye, ma con l'aiuto del suo superiore e quello dei suoi compagni l'ufficio del colonnello Mustang sembrava aver mantenuto i suoi standard. E poco gli interessava delle lamentele del biondino riguardo al fatto che la sera si sentisse talmente stanco da riuscire a malapena a cucinare e trascinarsi a letto. Il lavoro era lavoro e lui, in quanto ufficiale di più alto grado e di più lunga data, aveva il dovere d'occuparsi della parte più noiosa e pesante; sempre nell'ottica di Mustang logicamente.
Aveva ripreso a comprarsi il Central Times, ma ora lo leggeva esclusivamente a casa, la sera. Tempo ne aveva dopotutto, non aveva più appuntamenti da mesi, e non voleva averne, almeno fino a che non fosse riuscito a togliersi le bionde chiome del Tenente dalla mente. In realtà non capiva bene nemmeno lui perché non affogasse quella delusione uscendo con altre ragazze, forse perché sentiva di stare quasi tradendo una donna che nemmeno lo voleva? In ufficio intanto si stava comportando da buon colonnello: non dormiva, non leggeva giornali, non giochicchiava con la cancelleria, non usciva a zonzo per la base o per la città con scuse banali né faceva stupidi dispetti ai suoi sottoposti. Chi non lo conosceva bene poteva pensare che avesse semplicemente messo la testa a posto, ma per coloro che gli erano vicini questo suo atteggiamento era preoccupante, i suoi uomini stavano tentando qualunque cosa, l'avevano persino invitato ad uscire per una bevuta in compagnia a cui aveva cortesemente rifiutato. Il generale Grumman invece dopo cinque tentativi d'invitare l'uomo nei suoi uffici si era mosso in prima persona per raggiungerlo nella sua stanza, ma trovatolo incredibilmente al lavoro aveva rinunciato del tutto alle partite che tanto amava. Non capiva perché, avendo deciso di comportarsi come un ufficiale responsabile, tutti sembrassero sconvolti. Come se a lui non potesse importare della sorte di quell'ufficio e della sua carriera. Prima poteva permettersi certe cose, c'era Riza a risolvere ogni problema e a mantenere l'ordine, ora anche lui era costretto ad impegnarsi. In fondo la causa primaria di quella situazione era proprio lui e non aveva diritto di creare ulteriori problemi ai ragazzi, non più di quanto non avesse già fatto.
Aveva lavorato sodo per tutta la settimana e ora che mancavano pochi giorni alla fine era riuscito pure a trovare qualche momento di pace. Mentre riponeva alcuni documenti in archivio dovette ammettere che forse Havoc era arrivato a guadagnarsi anche un "buono". Non era così incapace come sembrava, anche se i suoi modi non erano migliorati in quei pochi giorni: ancora entrava in ufficio senza bussare e con la sigaretta tra le labbra, senza contare la divisa sempre in disordine, ma quello poteva concederglielo, con il caldo che c'era. Lui stesso faceva fatica a sopportare la camicia con quella calura. Guardò la scrivania vuota e, non avendo altro lavoro da fare, decise d'andare dai suoi sottoposti a controllare se qualche nuova pratica era stata ultimata nel frattempo.
Senza pensarci molto si diresse verso l'altra stanza. Quando entrò trovò tutti al lavoro, ma non particolarmente indaffarati. Lo guardarono tutti con aria assente e tornarono ai loro compiti.
Sembrava stessero guardando un fantasma e volessero fingere di non averlo visto. Represse l'irritazione e s'avvicinò a quello che ora era il suo primo ufficiale.
-Havoc, c'è altro lavoro da svolgere? Quello che avevo di là è sistemato.-
Anche Jean sembrava stralunato mentre si toglieva la sigaretta di bocca per parlare. Almeno quello l'aveva imparato dopo che gli aveva incenerito mezzo pacchetto direttamente sulle labbra.
-No signore. Ci sono solo queste due pratiche, ma stiamo ancora sistemando i documenti.-
Roy rimase pensoso per un attimo, non aveva nulla da fare e nemmeno qualcosa con cui passare il tempo in ufficio.
-Bene Havoc, allora io vado a prendere un po' d'aria in giardino, chiamami quando hai finito con quei fogli. Tanto sai dove trovarmi.- gli disse mettendogli una mano sulla spalla. Forse questo sarebbe servito a dimostragli che era un essere in carne ed ossa e non uno spettro come il suo sguardo suggeriva; ma l'altro annuì ancora con un espressione allibita in volto.

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