N.A. Titolo:
con "Eros" non intendo propriamente la divinità greca dell'amore, ma il nome con cui Freud definisce la pulsione di vita nella psicologia umana, che comprende la libido e la pulsione di autoconservazione. Vi consiglio di approfondire l'argomento sulla terza teoria delle pulsioni di Freud se siete interessati!«Eren?»
Quella voce.
Voltandomi trovai a pochi metri da me [T/n], che mi guardava confusa e sorpresa di trovarmi lì.
Sentii il mio cuore saltare più di un battito e fermarsi per qualche istante e mi persi a guardarla. Forse era solo una mia impressione, ma sembrava ancora più bella rispetto al mese scorso, poco prima di Natale."No... È solo più serena." mi ricredetti subito.
[T/n] si stava avvicinando ed io mi sentivo bloccato, faticando addirittura a respirare a pieni polmoni.
«Cosa ci fai qui?»
Mi costrinsi a smuovermi e parlare. «Io... Zeke aveva dimenticato dei fogli a casa. E sono venuto a portarglieli.» Distolsi lo sguardo parlandole, non trovando la forza necessaria per guardarla.
«Oh, capisco...» Si portò le mani dietro la schiena e cominciò a dondolarsi un poco sulle punte dei piedi, mordendosi il labbro.
Molto probabilmente non si rendeva nemmeno conto di assumere quella posizione solo in determinati momenti, quando si sentiva a disagio o imbarazzata per qualcosa. Era talmente carina...
«Io vado allora.» Mormorai, ma prima di potermi girare la sua voce mi fermò.
«Aspetta- ...come stai?»
"Come sto? Mi sento svuotato. Non provo più nulla da quando ti ho di nuovo persa, oltre che il ribrezzo per me stesso e il mio lavoro. E in questo momento guardandoti sento i polmoni a corto d'aria e un opprimente peso al cuore, che non vuole saperne di sparire. Mi sento uno schifo ed ora che ti ho qui davanti a me sono così patetico che vorrei solo inginocchiarmi e pregarti di restare. Ecco come sto."
«Sto bene.» Risposi con voce piatta, forzandomi di guardarla.
«Te l'ho chiesto perché hai delle profonde occhiaie. Non ti fa bene dormire poche ore a notte, lo sai.»
"Smettila di preoccuparti per me. Smettila di provare compassione. Smettila di guardarmi con così tanto affetto nascosto da un'apparente indifferenza. Lo vedo bene tutto quell'affetto."
«Sì, appena torno a casa dormirò un po'.» Mentii, sapendo che non mi sarei mai addormentato. «Tu invece come stai?»
«Sono parecchio stanca, ma molto felice. Ho appena finito un esame orale.»
«È andata bene quindi?»
«Ventinove.» Mi sorrise un poco, fiera di sé stessa, facendomi sprofondare. «È stata una fortuna che non abbia beccato l'assistente perché a detta di tutti, loro sono molto più intransigenti e...»
Mentre parlava non potevo fare a meno di guardare le sue labbra, che velocemente si muovevano, si scontravano e facevano intravedere la lingua che sbatteva sul palato e sui denti.
Una parte di me desiderava ardentemente prenderle il polso e trascinarla in un posto isolato per baciarla. Non volevo fare altro se non trovare un effimero contatto con quelle labbra, leccarle, morderle, farci di tutto.
Era l'altra parte di me a trattenermi, perché sapeva di non poterlo fare. Era come se sulle mie spalle ci fossero un diavoletto e un angelo. Il primo mi istigava a portarla via per stringerla, toccarla e baciarla ovunque, ignorando che io e [T/n] non stessimo più insieme; il secondo invece mi intimava a stare calmo e composto, ricordandomi che era comunque fidanzata. E non con me.
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𝐃𝐨𝐰𝐧𝐭𝐨𝐰𝐧 𝐁𝐚𝐛𝐲 «Eren x Reader»
FanfictionCon assoluto silenzio avvicinò il suo volto al mio, fermandosi non appena le punte dei nostri nasi si sfiorarono. Tenevo le labbra serrate e sentivo il mio cuore battere talmente forte che ebbi il timore mi esplodesse nel petto. «[T/n] non hai mai b...