«Svegliati! Ti prego alzati!»
Continuavo a scuotere il mio stesso corpo, riverso sul volante. Un rivolo di sangue era colato lungo la mia fronte e le mie braccia erano abbandonate a penzoloni ai lati delle mie gambe. Potevo chiaramente vedere una mia gamba rotta, ripiegata in modo insolito e doloroso alla sola vista.
«Per favore... Ti supplico tirati sù!» Scuotevo le mie spalle inutilmente, guardando il mio corpo non muoversi di un sol millimetro, e lentamente mi feci cadere sulle ginocchia e poggiai la fronte sulla coscia del mio corpo incosciente. Tirai debolmente un pugno a lato del sedile e cominciai a piangere in silenzio.
«Dio, ti prego... Ho così... così tante cose da fare ancora... Ti scongiuro...»
Singhiozzando, sentii un rumore improvviso provenire dall'interno dell'auto e in uno scatto alzai la testa. La radio si accese e dopo qualche rumore disconnesso, partì a suonare.
Deep in my heart there's a trembling question*
A fatica mi alzai e con una mano mi asciugai gli occhi ancora gonfi di lacrime, guardando attentamente la radio accesa.
Still I am sure that the answers
Answers gonna come somehow"Questa canzone io l'ho già sentita..."
Out there in the dark
There's a beckoning candleLa canzone non sembrò provenire più dalla radio, ma dalle mie spalle, e mi girai per capirne la provenienza.
And while I can think, while I can talk
Inconsciamente il mio corpo, o qualsiasi cosa fossi in quel momento, si mosse e cominciò lentamente a correre, alla disperata ricerca di quella canzone.
While I can stand, while I can walk
Non sapevo perché, ma sentivo la forte necessità di raggiungere quella canzone, la stessa che sentivo di conoscere da sempre, seppur sepolta in un angolo remoto della mia mente.
While I can dream
Col batticuore continuai a correre finché non giunsi davanti casa mia.
Oh please let my dream
Come trueSenza esitazione spalancai la porta e vidi mia madre, seduta sul divano davanti al nostro vecchio televisore a tubo catodico.
Right now
Let it come true right nowCapii che la canzone proveniva da lì e mi avvicinai per guardare. C'era Elvis Presley che stava cantando, ormai al termine della sua esibizione, e mia madre non sembrava nemmeno avermi notato. Mi posizionai dietro al divano, alle sue spalle, e guardai la fine dell'esibizione insieme a lei.
«Piace anche a te Elvis, vero amore mio?»
Abbassai gli occhi per guardare mia madre, che ora teneva in braccio una bambina che ad occhio sembrava avere due anni. Seduta sulle gambe di mia madre, si portò alla bocca una mano e assuefatta guardava anche lei lo schermo.
«È stata mia madre a farmi conoscere Elvis. Devi sapere che era una sua grande fan, nonostante sua madre fosse del tutto contraria a farglielo ascoltare. Dalle mamme dell'epoca, Elvis era ritenuto "il male".»
Mentre mia madre parlava, superai il divano e arrivai al suo fianco. Guardando negli occhi quella bambina, capii subito di essere io.
«Eppure, mia madre continuava ad ascoltarlo. Era come un porto sicuro... E non capiva perché tutti i genitori non lo apprezzassero tanto quanto lei. E a dir la verità nemmeno io lo capisco... Era un ragazzo così buono e gentile...» Mia madre alzò di nuovo gli occhi sul televisore e così feci anche io, notando che era partita un'altra esibizione.
STAI LEGGENDO
𝐃𝐨𝐰𝐧𝐭𝐨𝐰𝐧 𝐁𝐚𝐛𝐲 «Eren x Reader»
FanfictionCon assoluto silenzio avvicinò il suo volto al mio, fermandosi non appena le punte dei nostri nasi si sfiorarono. Tenevo le labbra serrate e sentivo il mio cuore battere talmente forte che ebbi il timore mi esplodesse nel petto. «[T/n] non hai mai b...