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La sera prima avevo lasciato le persiane delle finestre aperte, infatti il sole aveva completamente illuminato la stanza di un color oro e tutta la luce che mi penetrava negli occhi era riuscita a svegliarmi.
Prendo il cellulare sul comodino, mettendomi subito dopo sotto le coperte, a causa del freddo che avevo fatto entrare.

Sul blocco schermo c'era un messaggio da parte di tom, forse mi aveva mandato il buongiorno
~devo dirti una cosa, stasera ti passo a prendere~
Non sapevo come decifrare il messaggio, perché avrebbe voluto vedermi la sera? ma soprattutto che cosa avrebbe voluto dirmi.

Le domande che mi ponevo erano tante, ma le risposte che sapevo darmi erano pari a 0.
Decido di aspettare l'arrivo della sera senza pensarci troppo, sicuramente non era niente di preoccupante.

"ragazzi chi ha voglia di attraversare il golden gate in bicicletta?" Andrea era molto entusiasta, a differenza degli altri che non lo degnavano di uno sguardo

"e dai ragazzi, ci divertiremo un sacco, non avete il desiderio di poter godere di una vista incredibile sulla baia?"
Dopo qualche minuto di silenzio, vedendo la sua faccia delusa decido di andare con lui, anche perché in qualche modo avrei dovuto passare la giornata

Prima di partire prepariamo gli zaini, con tutto il necessario, infine afferriamo le biciclette e partiamo

" come mai non sei con tom? avete chiarito ieri sera vero?"

"beh si, ma stamattina mi ha scritto che stasera vuole parlarmi, e non so di cosa, ieri sera mi ha riportata a casa ed era tutto a posto"

"non pensare sempre in negativo, magari vuole dirti qualcosa di bello"

"si hai ragione, grazie, senza di te non saprei come fare" ed era vero, Andrea è sempre stato accanto a me, ci conosciamo da tutta la vita e non mi ricordo un solo momento in cui mi ha lasciata sola, c'è sempre stato, dai momenti belli, a quelli più brutti, ad esempio alla rottura dei miei genitori.
In quel periodo non ero più me stessa, è stato il periodo più buio della mia vita, trattavo male tutti, volevo solo stare sola, mi ero creata una corazza per proteggermi dagli altri, per fortuna però lui non mi ha mai abbandonata, come io non ho mai fatto con lui, ci siamo sempre stati l'una per l'altro.

"a cosa stai pensando?" dice lui, mollando il manubrio per darmi una leggera spinta

"stavo pensando a noi, alla nostra amicizia e a tutte le volte che mi hai aiutata"

"ti voglio bene t/n, non saprei come fare senza di te, sei la mia migliore amica" sul suo volto era apparso un leggero e dolce sorriso, ma i suoi occhi erano velati da un'ombra di tristezza, come se le ultime parole dette non le pensasse veramente, o meglio, come se gli provocassero dolore.
Per non farmi vedere quello che oramai avevo già notato, inizia a pedalare sempre più veloce, dandomi uno stacco di qualche metro.
Decido di non raggiungerlo subito, così da potergli dare qualche istante per riprendersi e stare un po' da solo.

Dopo due ore finalmente arriviamo, ero sfinita, non sarei riuscita a fare un altro passo.

"dai siediti che non ti reggi in piedi" mentre mi siedo, lui si posiziona dietro di me, così da farmi appoggiare la schiena al suo petto.
Riuscivo a sentire i battiti del suo cuore accelerati dalla fatica, il fiatone che faceva scendere salire il petto, ma soprattutto sentivo una presenza abbastanza ingombrante che puntava sulla parte bassa della mia schiena.

just you and me|| tom felton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora