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"ragazzi dobbiamo dirvi una cosa"

Era arrivato il momento della verità, sarei stata io a dire tutto, Ginevra non ce la faceva e io avevo bisogno di sfogare tutta la mia frustrazione su di loro

"avete finalmente capito di essere lesbiche?" domanda in modo ironico Daniel, indicando le nostre mani intrecciate, intrecciate solo per darci forza a vicenda

"sei proprio un coglione, stai zitto e siediti come gli altri" dico voltandomi verso di lui.
Tutti erano seduti attorno al tavolo, nessuno di loro si aspettava ciò che avrei detto dopo, i loro volti erano dipinti da uno sguardo interrogativo, tranne Daniel, era sdraiato sul divano, con la musica al massimo che usciva dalle casse.
Non mi ero mai resa conto di quanto fosse irritante.

"hai sentito che ha detto?!" gli domanda Andrea con la mascella contratta e le vene del collo gonfie di rabbia
Daniel di tutta risposta da un'alzata di spalle sbuffando, mettendo i piedi sopra il tavolino davanti la TV

"ALZATI CAZZO!!, sei proprio uno strafottente bastardo" Andrea si alza dalla sedia dirigendosi verso di lui, lo prende per il collo e lo porta dove tutti si erano riuniti

"puoi procedere t/n" mi dice rivolgendomi uno dei suoi sorrisi più belli

"non starò qui a elencarvi i motivi della nostra scelta, se siete persona intelligenti, capirete da soli" avevo lo sguardo di tutti i ragazzi fissi su di me, il cuore mi martellava nel petto, avevo una stretta allo stomaco " io e Ginevra ce ne andiamo" prendo un grande respiro evitando i loro sguardi visibilmente scioccati "non torneremo in italia, staremo qui, ma di certo non in questa casa, con voi..." avevo la gola secca, non riuscivo a dire altro, la mia mente in quel momento pullulava di ricordi, di tutte le nostre cazzate fatte, di tutte le volte che ci hanno difese a spada tratta, ma tutto era cambiato, avevano sbagliato e da adesso se ne sarebbero resi conto.
Volevo un gran bene a tutti, li conoscevo da anni, erano la mia seconda famiglia, ma non credevo fossero tutti così irresponsabili, soprattutto Andrea, mi ha delusa troppo.

"ma che cazzata è mai questa!" afferma Mattia, corrucciando le sopracciglia ed emettendo una risata forzata

"bimbe ma che state dicendo, non potete andarvene, senza di voi non possiamo sopravvivere, chi ci urlerà contro per aver lasciato la camera in disordine o per non aver pulito la cucina, chi ci preparerà la colazione, con chi faremo le nostre cazzate, chi ci farà riflettere quando litigheremo, senza di voi ci ammazzeremo a vicenda nel giro di pochi giorni, ma soprattutto chi difenderemo da i ragazzi..."

"si certo come no" alzo gli occhi al cielo, emetto una risata amara
"non prendiamoci per il culo dai, voi ci difendete solo quando avete voglia di fare a botte con qualcuno, non prendete le nostre difese per il nostro bene, ma solo per voi stessi"
avevo perso la calma, l'ultima frase che aveva detto Andrea mi aveva mosso qualcosa dentro

"potete spiegarci per favore cosa sta succedendo?" chiede Emanuele, posando una mano sulla mia spalla, cercando di farmi calmare. La sposto con violenza, lasciandolo senza parole

"GINEVRA È INCINTA CAZZO!" spingo Andrea che mi si era messo davanti
"E QUESTO È TUTTA COLPA VOSTRA!!" rivolgo uno sguardo triste alla sua pancia, una pancia che di lì ha poco sarebbe raddoppiata, lasciando spazio a una piccola creatura

A quel punto tutti rivolgono lo sguardo verso di lei
"è vero, sono incinta" dice solamente
"ed è solo colpa vostra, se voi foste stati uomini veri, non l'avreste lasciata sola con uno sconosciuto ubriaco" continuo a parlare ininterrottamente, volevo farli sentire in colpa, perché era tutta colpa loro

Prendendo al volo il loro silenzio, prendiamo le valigie e usciamo da quella casa.
Tom ci stava aspettando nel parcheggio, pronto a ospitarci per il resto delle nostre vacanze

just you and me|| tom felton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora