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Il suo ultimo abbraccio era ancora inciso sulla mia pelle, non riuscivo a smettere di pensare a lui, avrei desiderato tanto averlo qui, e invece...
Da quando mi aveva riportata a casa non lo avevo più sentito, pensavo mi messaggiasse o chiamasse, e invece il mio telefono è sempre stato silenzioso, come mai prima d'ora.

Quella notte ho trascorso delle ore a pensare di scrivergli, magari gli era successo qualcosa e io non avrei saputo niente, forse per giorni sarei stata lasciata senza sue notizie, e questo non potevo assolutamente accettarlo. Decido di mettere da parte l'orgoglio, caratteristica che mi ha sempre contraddistinta, e scrivergli.

~ei, avrei bisogno di parlare con te, sono a pezzi e avrei bisogno del tuo conforto~
scrivo, cancello, riscrivo, cancello, modifico, almeno 100 volte, con il rischio di far surriscaldare il cellulare, e alla fine, tirando un grande sospiro invio, lanciando il telefono ai piedi del letto.
Penso di aver aspettato una sua risposta per almeno due ore, ma ogni minuto le mie speranze crollavano ad una ad una e non avendo risposta, decido di mettermi a dormire, con la speranza che al risveglio avrei trovato una sua notifica.

Le spunte erano blu, aveva letto il mio messaggio e non mi aveva degnata di una risposta, neanche un semplice ok, niente di niente.
La mia giornata non era iniziata nei migliori dei modi, ma non poteva essere rovinata da lui, ero andata in california per divertirmi, e quel giorno mi sarei divertita, fanculo tom, fanculo marcus, fanculo l'amore, da quel momento avrei pensato a me stessa e alla mia felicità.

Mi metto il costume, prendo la borsa e decido di andare al mare.

"ei t/n dove vai? non fai colazione con noi?" Andrea era appena uscito dalla doccia, aveva solo un asciugamano in torno alla vita e il ciuffo in disordine, devo dire che era sexy ed era una visione del tutto inaspettata

"tra tutte le cose successe sono andata al mare solamente il primo giorno, quindi voglio andare e godermelo" dico, rimanendo scioccata dai suoi addominali, non avrei mai creduto fosse messo così bene.

"mi vesto e vengo con te, aspettami un attimo" dice saltellando su un piede per infilare una gamba nei pantaloni, e con la bocca piena, sputacchiando ovunque briciole di toast.

Arrivati in spiaggia, dopo aver posato sotto l'ombrellone tutte le nostre cose, Andrea mi carica sulle spalle e mi lancia nell'acqua gelida

"oddio ma te sei un pazzooo" dico schizzandolo senza dargli mai un secondo di tregua

"eiiii bastaaa, guarda che appena smetti ti faccio vedere io eh" mi dice, provando a schizzarmi ad occhi chiusi, per non far entrare il sale nei suoi occhi verdi smeraldo.

Sembravamo due bambini, eravamo felici.
Essere bambina un po' mi manca, la spensieratezza, la felicità, la capacità di fregarsene del giudizio altrui, i problemi, che a quell'età sembravano gravissimi, irreparabili, ma niente era irreparabile, a differenza di adesso, problemi di cuore, difficoltà a gestire l'ansia, paranoie, tutti sintomi dati dalla crescita, ed è per questo motivo che a volte vorrei tornare bambina.

"posso chiederti una cosa? ma promettimi di rispondere sinceramente" dico mettendomi a pancia in su per prendere il sole

"vai te lo prometto"

"che cosa ho di sbagliato" domando senza mai guardarlo negli occhi, con lo sguardo rivolto verso il cielo limpido

"mah, sei perfetta, non hai niente di sbagliato" appoggiandosi sul fianco per vedere la mia espressione, che era priva di emozioni

"è tom vero?" sorride rimettendosi nella stessa posizione di prima

"si, non mi ha scritto, anzi a dirla tutta ha visualizzato e non ha risposto. Non è che bacio male? ODDIO SI È PER QUELLO, CHE FIGURA DI MERDAAA" inizio a impanicarmi, coprendomi la faccia con le mani per l'imbarazzo.
Ma anche avendo gli occhi chiusi, potevo benissimo capire la sua disapprovazione dalla piccola risata emessa.

just you and me|| tom felton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora