Capitolo 9

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Silvia

I raggi del sole furono la mia sveglia, mi rigirai nel letto e notai subito qualcosa di strano, di colpo mi ricordai tutto, la festa il ballo, Riccardo... Oh mio dio!

Mi alzai di botto e mi guardai attorno, ma di lui nessuna traccia, che ore saranno? Cazzo dovevo andare via da quella stanza prima che qualcuno mi scoprisse.

" Buongiorno ragazzina" lo vidi entrare dalla porta con un sorriso smagliante e un vassoio pieno di roba da mangiare. Era a torso nudo e i suoi muscoli tesi mi fecero annaspare. Non mi sarebbe dispiaciuto avere lui come costante buongiorno. Ma che vai blaterando Sissi! È tutto sbagliato lui non sarà mai tuo e questo è solo un giochetto che finirà tra pochi giorni.

" Ti stai godendo lo spettacolo per caso?" mi destai dalla mia trance scuotendo la testa.

" Mi hai portato la colazione professore?"

Tralasciai la sua domanda e lui si avvicinò a me poggiando il vassoio sul letto e dandomi un bacio casto.

" Pensavo avessi bisogno di energie, credo che tu ne abbia perse molte stanotte" mi fece l'occhiolino e mi sorrise maliziosamente. Cavoli quella notte avevo perso me stessa e non soltanto energie. E se avessi perso anche il mio cuore?

" Oh davvero? Perché non ricordo molto..." lui mi agguantò e si mise sopra di me in un baleno facendomi scappare un gridolino.

" Non ti ricordi eh? Forse dovrei lasciarti un promemoria.. mmh" cominciò a baciarmi il collo in modo sensuale, quell'uomo era insaziabile. Poi la realtà cadde come un masso sulla mia testa e lo scostai.

" Riccardo che ore sono, devo uscire di qui io..."

" Sono le otto del mattino Sissi, tutti dormono saranno tornati circa due ore fa dalla festa e non si sveglierà nessuno prima di mezzogiorno"

" Oh, ok beh allora mangiamo? ho davvero tanta fame"

Ero un po' in imbarazzo, cercai di coprire più possibile le mie nudità con il lenzuolo.

" Certo ragazzina, ho preso i tuoi biscotti preferiti e ti ho portato il cappuccino"

" Come fai a sapere che questi sono i miei biscotti preferiti?"

Lo dissi mentre me ne mettevo uno in bocca.

" Perché li nascondi dentro la credenza per non farli prendere da nessuno"

" Ehi ma non se ne è mai accorto nessuno!"

" Sono un ottimo osservatore ragazzina"

" Professorino dei miei stivali!" ed ecco che firmai la mia condanna a morte, o la mia condanna al piacere? Riccardo prese il vassoio e lo mise sul comodino poi si avventò su di me.

" Che ne dici di quel promemoria?" mi baciava il collo, le sue mani erano già dappertutto.

" Non so, non è troppo per uno come te?" lui si staccò e mi guardò

" Voglio dire, non so se un vecchietto come te possa reggere ancora" gli rivolsi un sorriso malizioso.

" Piccola insolente, ti farò pentire di averlo detto"

E mantenne le sue promesse mii prese con foga mi fece arrivare all'apice molte, molte volte senza mai fermarsi.

Riccardo

Non riuscivo a smettere di pensare a lei, il suo solo profumo mi stordiva quasi a farmi perdere la ragione. Sospirai e portai una mano sulla fronte calda, nonostante fosse pieno inverno il clima era stranamente mite. Me ne stavo seduto nella veranda di casa del mio migliore amico, colui che aveva posto in me la sua fiducia e colui che mi avrebbe ammazzato se solo avesse saputo quello che avevo fatto sotto il suo stesso tetto. Sissi era diventata la mia ossessione, da quella notte non facevo altro che prenderla, ovunque e in qualunque momento; mentre i suoi erano a fare la spesa, mentre Cris usciva con i suoi amici, quando lei fingeva un malanno per restare in casa e io fingevo di dover lavorare. Sbuffai infastidito dalla mia stessa imprudenza, il mio ridicolo atteggiamento rischiava di diventare letale, per non parlare del motivo per cui io mi trovassi in Sicilia. Ricordavo ancora lo sguardo perso di Cristiano quando venne a chiedermi aiuto quella mattina.

Solo per questa volta, dimmi di siDove le storie prendono vita. Scoprilo ora