Capitolo 24

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Sissi

" Mamma..."

" Mamma...devo fare pipì" aprii gli occhi e vidi due fari azzurro cielo che mi guardavano, strizzai gli occhi per mettere meglio a fuoco.

" Piccolo stai bene?"

" Devo fare tanta pipì" poggiai le labbra sulla sua fronte per controllore la temperatura, era sudaticcio ma ciò che importava era che stava meglio.

" Andiamo birbante, fa piano e non svegliare Riccardo" sussurrai in modo che non svegliassi l'uomo che ancora giaceva sul letto in un sonno profondo.

Quando la vescica di Tommy fu libera e tornammo in camera un Riccardo preoccupato e ancora assonnato ci guardava dal letto.

" Perché siete svegli?" feci spallucce

" Emergenza pipì" lui ridacchiò mentre il bambino saltellava sul letto, e fu evidente che stesse meglio.

" Stai meglio vero piccoletto?" Riccardo lo prese e cominciò a fargli il solletico

" siii"

" Tommy non saltare sul letto" io e Riccardo ci guardammo con segno d'intesa

" Dai retta alla mamma ometto" il suo supporto mi inorgoglì

" Mamma oggi è sabato?" io risi alla faccia del mio bambino e feci sì con la testa

" Evvai! Evvai! Lui si rimise a saltare e Riccardo lo afferrò in modo giocoso facendolo atterrare sul letto morbido.

" Cosa succede il sabato?" Riccardo si rivolse a me interrogativo

" La mamma fa i pancheiz"

" cosa fai?" Riccardo aveva una faccia buffa che mi fece sorridere

" il sabato ho la mattina libera e Tommy non va al nido quindi per colazione si fanno i pancake" lui scosse la testa divertito

" Bene dirò ad Eugenia di prepararli per noi"

" Non se ne parla neanche, non è così che funziona il sabato" dissi risoluta e divertita

" prepara il grembiule Furneri perché stai per fare l'esperienza più bella della tua vita"

Infarinati e sazi ci ritrovammo sul bancone di quella cucina immensa a bere caffè mentre il piccolo giocava con le sue macchinine sul tappeto.

" Grazie per essere rimasta" lo guardai e sorrisi

" Sono felice che tu abbia passato del tempo con lui" il suo sguardo intenso mi mise a disagio e quando la sua mano sfiorò la mia sul bancone smisi di respirare.

" Sono felice che abbia passato del tempo con noi" ritirai la mano e lui sospirò

" So che mi sono comportato da stronzo in passato ma vorrei rimediare" mi passai una mano sul volto contrariata e confusa. Da quel momento in poi avremmo condiviso una parte importante della nostra vita ma questo sarebbe stato sufficiente a superare il dolore che mi aveva provocato? Nei tre anni passati avevo attraversato tutte le fasi dall'odio all'accettazione e pensavo di essere riuscita a perdonarlo, ma nel momento in cui incrociai di nuovo il suo sguardo ogni piccolo sentimento nascosto nel mio cuore ferito era riemerso.

" E che mi dici di Vicky?" la presenza di quella donna non poteva passare inosservata, lei era la moglie di Riccardo e anche se in quel piccolo momento di paradiso la sua figura si era smaterializzata sapevo che ne avrei fatto i conti molto presto.

"Vicky non sarà un problema"

" È tua moglie, come pensi che prenderà la storia di te con un figlio per di più mio? " Lui sembrò agitarsi per quella dura verità.

Solo per questa volta, dimmi di siDove le storie prendono vita. Scoprilo ora