Capitolo 27

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Sissi

Quella notte fu davvero dura, dormii nella stanzetta di mio figlio mentre Riccardo dormiva nel mio letto.

Il mattino seguente ero praticamente un cadavere e le occhiaie dominavano il mio viso.

" Buongiorno" Riccardo sorseggiava un caffè seduto al tavolo della piccola cucina che sembrava troppo stretta per lui. Io preparai un po' di latte e inzuppai dentro qualche biscotto.

" Cosa hai da guardare?" Riccardo mi rivolse un sorrisetto furbo e indicò il pacco di biscotti accanto alla tazza.

" Mangi ancora quelli?" alzai gli occhi al cielo e risi

" Certo che si! Sono stati la mia salvezza quando avevo nausee continuamente" lui si incupì, sapevo che si sentiva in colpa per non esserci stato.

" Era tanto brutto?" sembrò alleggerire i toni

" Cosa? Alzarsi all'alba e vomitare l'anima? Nah, mi sentivo solo l'esorcista" lui scoppiò a ridere e io con lui. Finimmo di fare colazione in silenzio, quella mattina sarebbe stata faticosa dato che entrambi saremmo andati da mio fratello per prendere Tommaso.

" Sei nervoso?" gli chiesi prima di suonare il campanello.

" Me la sto facendo sotto" io annuii comprensiva della sua sensazione.

" E se non volesse più vedermi?"

" Ehi sta tranquillo, non succederà" ne ero sicura, Tommaso era piccolo e voleva solo il suo papà come ogni altro bambino. Bussai alla porta e venne ad aprirci la mia cara amica,

" oh finalmente eccovi!" sorrisi al suo entusiasmo, ci fece accomodare, la casa di mio fratello era molto bella e soprattutto era il doppio di quella mia.

" Ehi Cris! Ti sei sistemato bene "

" Che posso dire, i tuoi soldi fanno comodo" scoppiammo a ridere tutti

" Mamminaa!" il mio piccolo bimbo corse tra le mie braccia e io lo presi al volo sbaciucchiandolo tutto.

" Amore oggi una persona è venuta a trovarti" Riccardo si fece avanti sorridente ma Tommaso si accucciò nascondendo il viso. Lo scostai " Ehi va tutto bene, non vuoi salutare il tuo papà?" lui scosse la testa mentre il mio professore era distrutto davanti al rifiuto di suo figlio.

" Piccolo, lui ha fatto tanta strada per venirti a salutare perché non gli fai vedere i tuoi occhietti belli?"

" No mamma!" lui si divincolò costringendomi a metterlo giù poi fuggì nell'altra stanza. Inutile dire che quando sollevai il capo verso Riccardo le sue iridi erano vuote " non preoccuparti, è solo scosso, dagli un po' di tempo" lui annuì distrattamente, sperai che le mie parole lo aiutassero.

****

Giorno per giorno il rapporto tra padre e figlio si ricostruiva, Tommaso all'inizio fu duro con Riccardo, non accettava nessun gioco e nessuna parola o gesto di affetto. Ma Riccardo fu temerario, intendeva a tutti i costi recuperare il tempo con suo figlio e piano piano riuscì a colpire il cuore del nostro bambino, peccato però che vederli insieme in quel modo colpiva anche il mio di cuore. Sembravamo una famiglia normale, Riccardo veniva da noi tutti i giorni a pranzo e a cena ormai da una settimana, ci aveva portato a cena fuori, al parco, alla villa in mezzo al bosco, era tutto surreale e confuso. Avevo mantenuto i contatti con Luca, ma avevo deciso che per tutto il tempo in cui Riccardo sarebbe stato in città io e lui non ci saremmo visti. Luca però sarebbe tornato a Garda appena finita la causa che lo aveva portato in Sicilia per questo mi chiese un ultimo appuntamento che io accettai.

Solo per questa volta, dimmi di siDove le storie prendono vita. Scoprilo ora