Capitolo 30

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Sissi

Il mattino seguente fu davvero traumatico alzarsi dal letto, ancora ad occhi chiusi posai la mano sull'altro lato del letto, dove giaceva il mio fidanzato, o almeno così credevo. In effetti il letto era vuoto e freddo, doveva essersi alzato da tanto e non sapevo nemmeno che ore fossero.

Sollevai il capo dal cuscino e presi il telefono, segnava le otto del mattino del mattino. Mi stiracchiai e scivolai fuori dal letto,indossai una vestaglia e cominciai la ricerca. Riccardo non si trovava né in cucina né nello studio quindi l'unico posto dove potesse essere era la stanzetta di Tommaso.

Lo trovai lì seduto sulla poltrona accanto a mio figlio, il mio povero professore si era addormentato sul suo gomito in una posizione tutt'altro che comoda. Aveva il viso violaceo per la colluttazione e la vista di quel magnifico volto deturpato mi fece salire la bile in gola.

Il giorno precedente era stato l'estremo della follia, non sapevo per quanto tempo la polizia fosse rimasta in casa nostra e non sapevo neppure come fossi finita a letto a dirla tutta. Riccardo invece aveva mantenuto il controllo su tutto, era ferito ed esausto ma si curava di me. Avrei voluto prendere tutto il suo dolore e farlo mio solo per non assistere alla sua sofferenza.

" Ehi ragazzina, non è buona educazione fissare mentre gli altri dormono" sorrisi, il mio amore era sveglio e mi guardava con il suo solito sguardo ammiccante anche se un po' assonnato e ammaccato. Mi avvicinai a lui e mi sedetti sulle sue gambe.

" Mi piace guardarvi quando siete insieme" lui mi strinse a sè.

" Perché sei venuto qui Ricky?"

" Volevo vedere se stesse bene" lo capivo perfettamente io avevo costantemente paura ,dopo l'incidente, che qualcosa o qualcuno potesse fargli del male.

" Adesso starà bene" lo dissi convinta

" Staremo tutti bene piccola" io però di lui non ero sicura, non parlava spesso di come si sentiva e dovevo tirare le informazioni con la forza quasi sempre.

" Mi interessa sapere come stai adesso" lui non rispose

" Riccardo"

" Usciamo di qui" mi trascinò via non facendo rumore per non svegliare il piccolo, ci dirigemmo in cucina dove lui cominciò ad armeggiare con il caffè.

" Riccardo parlami" non volevo forzarlo ma non poteva tenersi tutto dentro. Volevo capire perché mi avesse mentito e perché si rifiutava di esternare le sue emozioni.

" Cosa vuoi che ti dica?" nei suoi occhi vidi tristezza e ira

" Perché mi hai mentito?" lui sbuffò e battè la mano sulla macchinetta che non funzionava.

" Dovevo proteggervi"

" Hai da dire solo questo?"

" Non c'è altro da dire" misi le mani ai fianchi e mi imbronciai

" No invece, devi dirmi molto di più. Mi hai nascosto parte della verità intenzionalmente e se vuoi che io capisca come ti senti devi dirmi tutto.

Riccardo

Sissi mi fissava in attesa di un chiarimento e io ero così stanco che avrei voluto solo chiudere gli occhi e riposare.

" È finita Sissi, mi spieghi perché vuoi ancora parlarne?"

" mi chiedi perché? Perché ieri un folle ha cercato di uccidermi e io non ero minimamente pronta ad un rischio del genere mentre tu lo eri!" ingoiai il magone in gola al pensiero della sera precedente. Per quanto non lo accettassi Sissi aveva ragione, e lei meritava la verità.

" Hai ragione" mi avvicinai a lei e l'abbracciai inalando il suo profumo. Ci sedemmo al tavolo e le servii il caffè insieme al latte e i suoi biscotti preferiti. Le raccontai ogni dettaglio fin dal momento in cui Bonaventura mi aveva confessato di essere mio padre. Gli raccontai dell'omicidio di Vicky, dell'incidente organizzato dallo stesso Bonaventura solo per minacciarmi e di Luca. Gli dissi che il mio viaggio a Milano era in realtà per incontrare il fratello che non avevo mai conosciuto e gli dissi del mio piano di metterlo contro Bonaventura per chiuderlo dietro le sbarre. Lui avrebbe dovuto registrare una confessione di Filippo e in compenso avrebbe ricevuto denaro a sufficienza per una vita intera. Non potevo immaginare che quel pazzo avrebbe ucciso Bonaventura né tanto meno che si sarebbe presentato in casa mia minacciando la mia famiglia. Ero stato uno stupido e stavo per scottarne il prezzo.

Sissi

Luca era il gemello del mio professore e non riuscivo a pensare che non me ne fossi mai accorta. Riconoscevo qualcosa in lui familiare e forse fu quello il motivo per cui mi lasciai avvicinare così facilmente.

" La mia vita è un fottuto casino" si accasciò sul tavolo e provai la sua stessa angoscia.

" la nostra vita è un fottuto casino ma l'affronteremo insieme" alzò il capo e mi guardò

" Non so cosa abbia fatto per meritarti, ti amo Sissi"

" Ti amo anche io Professore" gli sorrisi

" Mamma, papà ho tanta fame" ci voltammo e sull'uscio della porta della cucina stava un piccolo bambino con il pigiama e a piedi nudi che si stropicciava gli occhietti. Lo presi in braccio e lo portai al tavolo facendolo sedere sulle mie ginocchia

" Allora ometto cosa vuoi che ti prepari papà per colazione?"

" Voglio la nutella!" guardai male il professore che stava per annuire a quella richiesta, Tommaso non poteva mangiarne troppa perché ogni volta sentiva male al pancino e poi ero io a doverlo calmare per i dolori.

" Lo sai che non puoi Tommy" lui si girò verso di me con quegli occhietti blu penetranti.

" Uffa mamma, solo per questa volta dimmi di sì" io e il mio professore ci guardammo complici, solo noi sapevamo cosa volesse dire quella frase ma a quel punto non ci fu dubbio, acconsentii alla richiesta di mio figlio.

***

" Ehi moglie, che ne dici se ce la svignamo?" mi voltai e attaccai le braccia al suo collo sorridendo

" Ehi marito, è la nostra festa e tu vuoi andare via?" Dopo la cerimonia in chiesa ci spostammo per il ricevimento nella grande villa Furneri a Garda, le mie amiche avevano cercato ogni tipo di location ma nulla poteva essere paragonabile a quello spettacolo di casa.

" Abbiamo, cenato, ballato e fatto tantissimi saluti adesso sono stanco di condividerti"

" Siamo sposati da 4 ore e tu già fai il prepotente?"

" Assolutamente signora Furneri" mi piaceva il suono di quelle parole.

" Sei compiaciuta ragazzina?"

" Si vede così tanto professore?" sorrisi maliziosamente e lui si avvicinò alle mie labbra

" Non è ancora il momento Furneri" lui alzò un sopracciglio e sbuffò.

" Spero che il momento arrivi presto ragazzina" scossi la testa divertita e lo trascinai in pista quando sentii le note di Beautiful in white. Dopo la sua proposta estremamente romantica quella divenne la nostra canzone. Mi strinsi al suo petto e mi concentrai sul battito del suo cuore, poi sollevai lo sguardo.

" Sei felice Riccardo?" lo guardai negli occhi, " mi hai reso l'uomo più felice della terra Sissi e ti amo, vi amo" un turbinio di emozioni mi attraversò.

" Solo per questa volta?"

" No, adesso è per sempre" 

Solo per questa volta, dimmi di siDove le storie prendono vita. Scoprilo ora