Capitolo 42°

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Era passata circa una settimana da quel giorno; oggi era Sabato, e come tutti i giorni ero andata a lezione.

Le cose fra me e Zayn non andavano benissimo, ogni tanto avevamo qualche piccolo litigio, ma nulla di grave.

Arrivai in camera e buttai lo zaino accanto alla scrivania di legno nero.

«Ehi Valery.» feci un cenno con la mano salutando la ragazza stesa sul divano impegnata a leggere un libro.

Spostó lo sguardo su di me: «Ehi bellissima.» odiavo quando mi chiamava così.

Alzai gli occhi al cielo: «Quante volte ho detto di non chiamarmi così?»

«Sei bellissima e non osare contraddirmi o ti spacco la faccia.» mi sorrise dolcemente.

«Gngn.» feci una smorfia e lei mi guardó male.

«Non ho detto nulla!» esclamai ridendo.

Tirai fuori il cellulare ed andai per aprire la chat con Zayn: cosa che mi fu impossibile siccome ricevetti una chiama da mia madre.

"Pronto?"

"Grace, tesoro."

"Ehi.. Come va?" chiesi.

"Qui tutto bene, e lì?"

"Mh si."

Anche con i miei genitori ormai non c'era piú quel bel rapporto; loro erano sempre impegnati col lavoro e ci sentivamo si e no due o forse tre volte a settimana.

"Io e tuo padre abbiamo pensato una cosa." disse "Domani è Carnevale, e quindi pensavamo di farvi fare le valigie e di farvi rimanere li per un paio di giorni."

Urlai: "Stai scherzando?!"

Rise: "No no, dico sul serio."

"Okay preparo subito le valigie, io vi amo a dopo!"

Feci per chiudere la chiamata ma uno strillo mi interruppe: "Grace!"

"Uhm.. Si mamma?"

"Dovresti farmi finire!" sospiró "Allora, abbiamo mandato i biglietti per il viaggio ed i soldi."

"Ah giusto.. Non ci avevo pensato."

"Vai a vedere se sono arrivati, no?"

"Sisi ora vado, ma voi non venite?"

"No tesoro.."

"Ovvio, che domande." la interruppi.

Sospiró "Ti devo lasciare, ti saluta papà; salutaci Niall e Zayn."

"Mhmh, ciao vi voglio bene.." attaccai e buttai il cellulare sul letto.

«Che succede?» chiese Valery.

«Ritorno a Londra per le vacanze di Carnevale.»

«Uhm, qui da noi non si fanno.» disse lei impegnata a leggere il suo libro.

«Ah si? Beh vabbeh, significherà che salteró qualche lezione.»

«Mi mancherai.» sussurró.

Sorrisi «Ehi, tranquilla, la tua scema ritornerà..» la rassicurai.

«Speriamo..»

«Ovvio! E ora vado a chiamare mio fratello e quel buon annulla del mio ragazzo! A dopo!» le feci la linguaccia ed uscii dalla stanza.

*****

Ormai eravamo in viaggio da ben 3 ore ed io stavo impazzendo: stare sopra a quella macchina volante mi dava ansia.

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