Capitolo 15 - Morire prima di ballare

85 11 25
                                    

Il signor Potter era nel suo ufficio quando aprii la porta, per fortuna. Era inginocchiato di fronte al camino, e la sua testa era immersa nelle fiamme verdi. Sbattei gli occhi, poi feci un lento passo avanti. Era una cosa normale? Dovevo chiamare qualcuno?

Mentre me lo domandavo, lui si rialzò, con la testa di nuovo sulle spalle. Si guardò indietro, sembrando sorpreso di vedermi. Notando il mio sguardo confuso, lui sorrise divertito.

"Niente di cui preoccuparsi, Astra, stavo solo usando la Metropolvere per parlare con Ginny." Si alzò e si avvicinò alla scrivania. "Ora, suppongo ci sia un motivo se sei qui dopo il coprifuoco?"

Non mi ero accorta che era già passato il coprifuoco, o avrei aspettato il giorno dopo. Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. E poi, il signor Potter non sembrava arrabbiato con me.

"Um... Beh... Si ricorda che, quando ho avuto la lettera da Wren l'anno precedente, le ho anche detto del sogno che ho fatto?"

Il sorriso del signor Potter sparì lentamente, rimpiazzato da uno sguardo serio. Preoccupato, forse. Annuì.

"Non è l'unico sogno che ho fatto." Guardai le sue sopracciglia sollevarsi, ma il signor Potter non disse niente, mi fece solo cenno di continuare.

"In realtà ne ho fatti molti di più. Su Wren, alcuni, ma non sembravano mai molto importanti. E non capivo se fossero reali o no. Ma Wren dice che lo erano." Feci un profondo respiro. Fin qui, sembrava piuttosto plausibile. Forse avevo sognato il futuro ed ero destinata ad essere una Veggente. Il signor Potter sembrò pensare la stessa cosa, ma si accigliò come se sapesse che c'era dell'altro. Che avevo spiegato solo una minima parte, ed ebbi la sensazione che lo sapevamo entrambi.

"Ho sognato anche la mia famiglia. Cioè, più nello specifico... Bellatrix... Quando era ragazza..."

L'espressione del signor Potter era indecifrabile. Sarebbe potuto essere completamente disgustato e non me ne sarei accorta. Feci un bel respiro e continuai a parlare.

"Non è troppo strano, vero? Ma... Non è tutto qui..." Spiegai che avevo visto ricordi non miei durante la prima prova. Il ricordo di Colette di cui non lei non ci aveva mai parlato. Dissi che mi ero vista torturare attraverso gli occhi di Albus. Quanto era stato disorientante tutto ciò. Il signor Potter ascoltò senza cambiare espressione mentre gli esponevo le teorie di Colette sul fatto che fosse tutto legato ad emozioni e sogni (che lei aveva in precedenza associato alla Legilimanzia).

Quando finii, ci fu almeno un minuto intero di silenzio mentre il signor Potter sembrava assimilare tutto. Parecchie volte, aprì la bocca per dire qualcosa, per poi richiuderla subito. Tracciai assentemente le venature della sua scrivania col dito, cercando di non sembrare troppo impaziente.

Finalmente, il signor Potter aprì la bocca e disse effettivamente qualcosa. "Non ho mai sentito di una cosa simile... Certo, non dico che non sia vero, ma comunque..." Scosse la testa con occhi spalancati. "Wow. Colette ha un'idea del perché succede?"

Scossi la testa." Non è normale, però."

"No, non lo è." Il mio disappunto doveva essere trapelato (sul serio, perché non potevo essere normale una volta tanto?), perché subito aggiunse, "Astra, solo perché qualcosa non è normale non vuol dire per forza che sia brutta. Solo... Mi chiedo..." Si accigliò, poi scosse la testa, borbottando tra sé e sé e perdendosi nei suoi pensieri. "No, è impossibile che lo sappia... Però si spiegherebbe tutto... Ma come...?"

Mi schiarii la gola, sperando che ricordasse che ero lì e che mi spiegasse di cosa parlava.

Il signor Potter alzò lo sguardo, sembrando sorpreso di vedermi lì, poi sorrise imbarazzato. "Giusto. Sono sicuro che tutto questo non ti abbia confusa. Ora, comunque, tu come ti senti al riguardo?"

Champions - Star of Gryffindor libro 4 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora