Ci sono molte cose che Louis ha sempre odiato di Niall, fin da quando ne ha memoria.
Una di queste cose è sicuramente la sua capacità di reggere incredibilmente bene qualsiasi tipo di alcolico, riducendosi raramente in condizioni pietose che lo riducono inginocchiato davanti alla tavoletta del water per poter vomitare come se si trattasse di una scena de "l'esorcista" mentre lui, povero miserabile inglese, in confronto è una mezza calzetta.
Ma un'altra cosa che proprio non sopporta da anni, è la sua insistenza fastidiosa, perché la maggior parte delle volte Niall non è in grado di fermarsi al primo no che ottiene e va avanti per la sua strada guidato da quella testa cocciuta che si ritrova finché non ottiene ciò che vuole. Non importa quanto possa risultare fastidioso e asfissiante, non si fermerà per nessuna ragione al mondo fino a quando non avrà raggiunto l'obiettivo.
Ora, grazie a questa particolare distinzione nel suo carattere, lui, Louis e Harry si ritrovano tutti e tre contemporaneamente seduti attorno al tavolo da pranzo nella minuscola e disordinata cucina di Louis, e quest'ultimo non desidera altro se non scavare una buca con le sue stesse mani e sparire cento metri sotto terra.
Non c'è assolutamente niente che non vada ed è proprio questo, forse, il problema.
È a dir poco imbarazzante a livelli estremi per lui vedere come il suo migliore amico vada d'accordo con il suo potenziale e ipotetico futuro compagno (inutile negarlo, a questo punto) come se fossero amici di vecchia data che si sono semplicemente persi di vista per qualche anno. Insomma, gli sembra assurdo.
Hanno seccato due bottiglie di vino bianco in tre, senza contare le birre extra che Niall ha - come sempre - sottratto dalla scorta nascosta in un angolo cieco della dispensa, e sono abbastanza andati di testa. Louis, ad esempio, ha la vista annebbiata da un po' di tempo ormai.
Sono stati in grado di godersi una deliziosa cena solo grazie alle abili mani di Harry che ha fatto il suo ingresso nel mini-appartamento giusto in tempo per evitare che le lasagne verdi di Louis si bruciassero completamente nel forno, si può ben dire che fossero eccellenti da come Niall continua a raccogliere disperatamente pezzetti di pasta rimasti attaccati alla teglia grattando il metallo scintillante con la punta del coltello.
Ma, lasagne a parte, adesso Louis se ne sta in silenzio con le mani unite sopra alla pancia piena e la schiena premuta contro allo schienale della sedia, seduto accanto ad Harry, con la testa girata nella direzione di quel ragazzo davvero troppo bello per poterlo contemplare e osservare mentre nella sua testa l'unica domanda che continua a farsi spazio con forza è la stessa da diversi minuti, ovvero: come è possibile che qualcuno che sembra un Dio sceso dall'Olimpo possa aver scelto di perdere tempo dietro a me?
È qualcosa che gli sembra impossibile da comprendere, ai limiti del surreale.
Dopo tutto ciò che gli ha confessato, dopo tutti quei dettagli orribili riguardo alla sua relazione passata, Harry è ancora lì, accanto a lui, senza schifarlo o mostrare segni di cedimento. Davvero, non capisce se esserne positivamente sorpreso o cosa.
C'è indubbiamente ancora tanto lavoro da fare riguardo questo argomento ma, nel frattempo, Louis si intrattiene facendo scorrere lo sguardo minuziosamente sul profilo di quel viso perfetto, accarezzando mentalmente gli zigomi alti e le fossette sulle guance glabre.
Sospira senza nemmeno rendersene conto, con la voce pimpante di Niall in sottofondo in grado in qualche modo di rilassarlo e tranquillizzarlo. Non sa nemmeno di cosa diamine sta parlando, ma è bello anche solo sentire il tono allegro con cui lo sta facendo.
Pochi secondi dopo, le iridi verdi di Harry - quei due piccoli e meravigliosi smeraldi pieni di vitalità - si soffermano ad osservarlo per un breve istante per assicurarsi che non si trattasse di un sospiro sofferente, e poi la sua mano dalle dita curate e affusolate, decorate dai soliti e molteplici anelli luccicanti, gli sfiora gentilmente la coscia coperta dai pantaloni della tuta, prima di fermarsi al di sopra del ginocchio e stringere la carne fra le dita in una presa protettiva.
Louis accenna un sorriso, poi intreccia giocosamente il mignolo con il suo e - ne è sicuro - le guance assumono una tonalità rosata per la reazione dolce di Harry nel dedicargli uno sguardo carico di affetto accompagnato da un sorriso che mette in mostra la dentatura perfettamente dritta e bianca.
È raggiante nei suoi abiti semplici che consistono in una maglia bianco crema a collo alto infilata in un paio di jeans blu larghi e slavati, più del solito.
«Hai mandato in paranoia Louis per, tipo, due settimane dopo che gli hai mandato quel selfie. Non sapevo se ridere o piangere, sa diventare molto capriccioso quando inizia a farsi prendere da paranoie senza senso!»
Udendo il suo nome, Louis gira così rapidamente la testa verso il suo migliore amico che sente l'osso del collo schioccare per il gesto improvviso.
Gli lancia poi un tovagliolo con forza, sporgendosi sul tavolo per arrivare meglio a colpirlo in faccia.
«Scusa? Io non espongo le tue debolezze davanti agli altri in questo modo!»
Indignato, torna con la schiena appoggiata alla sedia e le braccia incrociate al petto, mentre il mento resta leggermente sollevato con aria offesa.
Tutto questo non fa altro che scatenare una risata divertita da parte sia di Niall che di Harry che, successivamente, passa premurosamente le dita fra i suoi capelli lisci e corti ancorandole infine dietro al collo, solleticando la pelle ambrata.
«Tesoro, ma era già evidente. Anche se Niall non lo avesse specificato stasera» un sorriso apprensivo fa apparire nuovamente le fossette, anche se solo lievemente accentuate.
«Non sono capriccioso.»
«Avrei qualcosa da ridire a riguardo, ma non me ne lamento di sicuro. Non tutte le tue caratteristiche sono dei difetti, dovresti smetterla di vederti così. Ad alcune persone piaci esattamente così come sei, anche se un po' capriccioso.»
«Esatto, Boo! È incluso nel pacchetto, prendere o lasciare. E noi abbiamo preso!»
Senza alcun timore, Niall non si fa problemi a battere il cinque ad Harry sollevando la mano sopra alle bottiglie vuote di vino.
Sono già diventati complici e si conoscono da meno di tre ore, Louis deve ancora decidere se è una cosa che gli piace o meno.
«Si, bell'acquisto del cazzo che avete fatto...» commenta, con tono triste e irritato.
«Louis! Linguaggio.»
Ora, bisogna tener conto della capacità notevole che ha Harry nel riuscire a cambiare il suo tono di voce passando da delicato e pacato che può avere lo stesso effetto di un tranquillante, a severo e autoritario che invece incute timore a tutti - anche ai non diretti interessati - senza il bisogno di urlare.
Louis strabuzza gli occhi, non credeva che avrebbe fatto qualcosa del genere davanti a Niall, ma a quanto pare si sbagliava.
«Mi dispiace, lo so che non ti piace quando dico parolacce ma caz...uhm, a volte non me ne accorgo in tempo per fermarmi» ammette, cercando di giustificarsi e non mostrare tentennamenti per paura che Niall possa ricollegare la scena al rapporto tossico che aveva con Jason.
Insomma, le due persone non sono nemmeno paragonabili!
L'espressione tesa di Harry tramuta nuovamente in rilassata, le fossette tornano protagoniste ai lati della bocca e Louis si sente bene perché è riuscito a renderlo sereno.
«Va bene, piccolo. La prossima volta magari pensa prima alle parole da utilizzare» avvicinandosi a lui, Harry gli colpisce la punta del naso leggermente all'insù con il polpastrello dell'indice, per poi rubargli un rapido bacio casto.
«Hey, piccioncini, mi dispiace rompere la vostra bolla d'amore ma dovrei andare. Clara mi aspetta per il cinema, sapete...è il terzo appuntamento» con espressione stranita - Louis può dirlo perché lo conosce meglio di se stesso - Niall si alza dal suo posto aggiungendo che, se nessuno dei due ha voglia di lavare i piatti, può benissimo passare l'indomani e pensarci lui, in modo da poter portare anche qualche birra da rimettere nella scorta di Louis.
«Neil, Clara chi?»
«Uff, l'amica di Anna che ci ha provato con te al Phonox per due micro secondi prima che tu andassi nel panico e urlare che sei gay.»
«Ah! Clara! Scusami, sono un po' ubriaco. Ma non credere di scamparla così, dovrai parlarmene.»
Harry è il primo ad alzarsi per salutarlo con una stretta di mano, che però diventa un breve abbraccio con pacche amichevoli date sulle spalle.
Ripete più volte quanto sia contento per aver conosciuto il migliore amico di Louis, forse perché la ritiene una cosa importante, ed effettivamente lo è.
Louis lo segue a ruota optando invece per un lungo abbraccio nostalgico come se Niall stesse partendo per la guerra. È sempre un momento che ha del tragico, quando Niall se ne va.
«Ti scrivo domani, Boobear» gli sussurra l'amico, quando vede che non ha intenzione di staccarsi da lui.
Si incammina verso la porta all'ingresso, recupera rapidamente la sua giacca e il suo telefono, tastando le tasche per assicurarsi di avere le chiavi di casa.
Non appena lascia l'abitazione, Harry si premura di sparecchiare la tavola e lasciare i piatti nel lavandino in acciaio.
Né lui, né Louis hanno voglia di mettersi a lavare le stoviglie, si considerano fin troppo brilli pure per guardare un film, non riuscirebbero a seguirlo, e ben presto finiscono comodamente svaccati sul divano decisamente troppo piccolo per poter contenere interamente le gambe lunghe di Harry.
I suoi piedi sono infatti a penzoloni, per via di uno dei due braccioli imbottiti che combacia con la piega delle ginocchia.
Louis è perfettamente schiacciato contro al suo fianco, al lato esterno del divano, con una gamba a circondargli la vita e il viso dolce posato delicatamente sul suo petto. Ha uno sguardo fin troppo furbo, una scintilla di malizia passa per le iridi celesti facendolo assomigliare ad un bambino piccolo pronto a fare una marachella in qualsiasi momento.
«Ho la vaga impressione che non vorrai andare a dormire tanto presto oggi, vero Lou?»
La voce di Harry, a tratti divertita, lo fa ridacchiare colpevole.
«Non ho sonno», si imbroncia come un adorabile cucciolo, e i suoi occhi sembrano ancora più grandi e brillanti.
Le dita di Harry sono gentili quando gli accarezza i capelli corti del colore del miele, poi uno zigomo pronunciato, e infine le labbra sottili e leggermente screpolate - probabilmente per il clima sempre freddo di Londra - che tornano subito a distendersi in un sorriso pigro.
Ridacchiando, il suo petto vibra di poco e il viso di Louis si avvicina maggiormente al suo. I loro respiri caldi sanno di vino e si confondono insieme e Harry non può assolutamente trattenersi ulteriormente, così lo bacia modellando le labbra sulle sue, lentamente e amorevolmente, depositando una tenera carezza sulla sua guancia un po' ruvida al tatto per la presenza della barba che non rade da un paio di giorni.
Baciare Louis è come una ventata di aria fresca, percepisce ogni volta dei brividi lungo la schiena che gli provocano la pelle d'oca nonostante, ormai, abbiano entrambi preso da tempo confidenza con questo tipo di contatto. Deve ammettere che la cosa lo spaventa oltre che a fargli accelerare drasticamente il battito cardiaco, pensa di poter affermare di sentire le farfalle nello stomaco quando si ritrova Louis nelle vicinanze, ma deve poter mantenere le cose sotto controllo per il bene di entrambi.
Louis è così meschino da approfittare di un suo momento di distrazione per approfondire il bacio mettendosi più comodo e a suo agio, trascinado il corpo magro interamente sopra al suo con le ginocchia puntellate sui cuscini morbidi, ai lati del suo bacino.
Lo distrae muovendo impercettibilmente i fianchi in avanti, diventando intraprendente, solo per pigiare la punta delle dita fra le sue costole pizzicando la pelle al di sotto della maglia bianco crema che indossa.
Harry strabuzza gli occhi per la sorpresa, interrompendo subito il bacio e guardandolo torvo.
«Mi fai il solletico?» chiede, sollevando scettico un sopracciglio.
«Ma chi? Io? No, no» Louis nega, scuotendo la testa con convinzione prima di tornare a baciarlo con più trasporto. Questa volta gli mordicchia perfino la mascella ben definita, scandendo una moltitudine di bacetti sulle guance e sul naso.
Ridacchia spensierato, mentre preme nuovamente i polpastrelli nella carne sui fianchi.
Harry lo afferra per le spalle, fermandosi ancora ad osservarlo confuso.
«Lo hai rifatto.»
«Secondo me te le immagini 'ste cose, Harold.»
«La tua faccia non promette buone intenzioni stasera, Louis. Hai la sfortuna di esprimerti molto bene con le tue espressioni facciali.»
«Oppure, hai semplicemente bevuto troppo!»
Ignorando l'espressione incredula, Louis si libera agilmente dalla sua presa.
Gli prende poi il polsi e li sposta al di sopra del suo sedere, per fargli intendere che apprezzerebbe dei grattini in quel punto, dove le fossette di venere impreziosiscono la zona bassa della schiena poco prima che inizi la curva morbida delle natiche. Harry, straordinariamente, esegue in silenzio senza protestare.
Con un sorriso birichino, a presa in giro, Louis dedica poi le giuste attenzioni anche al collo del ragazzo brillo disteso sotto di lui, tirando in basso il collo alto della maglia con una lieve pressione. Lo morde, lo lecca, lo succhia fino a che non vede una piccola macchia violacea dalla forma rotonda sporcare quella pelle bianca come la porcellana.
Quando si ritiene soddisfatto, gli dona l'ennesimo bacio. Harry, allora, inizia ad agitarsi.
La sua presa si sposta rapidamente sul sedere tondo e pieno di Louis, stringendolo con forse fin troppa forza considerando che gli fa emettere un gemito simile ad uno squittio.
Sente che si sta lasciando andare troppo, sta perdendo il controllo della situazione, è nelle mani di Louis e una cosa del genere è totalmente inaccettabile per lui. Anche se da una parte è contento che Louis stia trovando più sicurezza in ciò che fa, dall'altra (quella più grande che regna sovrana) non accetta di farsi modellare in questo modo come se fosse creta.
Prende totalmente il comando del bacio, lo fa diventare più aggressivo e deciso, gli morde il labbro inferiore e porta una mano dietro alla sua nuca tirando le ciocche di capelli più lunghe che si trovano dietro al collo per fargli spalancare la bocca e subito dopo le loro lingue si stanno scontrando più e più volte muovendosi sinuose ma pur sempre con una lentezza estenuante.
Sta per tirarsi su con l'intenzione di portare di peso Louis in camera da letto quando, per la terza volta, si sente improvvisamente pizzicare nella zona dell'addome. Un verso strozzato, che dovrebbe essere una risata mal trattenuta, abbandona le sue labbra arrossate e gonfie per via di tutti quei baci.
«Louis, se non la smetti...»
«Cosa?» Louis sembra completamente indifferente a quel che sta facendo, è dispettoso e fastidioso e, come se non bastasse, dalla sua bocca fuoriesce un risolino divertito che fa solo peggiorare la sua situazione.
«Ti lego quelle mani.»
«Ma io non sto facendo niente!»
«Stai cercando di farmi il solletico!»
«Non è vero» ride un'altra volta, e Harry capisce che è sicuramente colpa del vino, il che significa che non può nemmeno arrabbiarsi e deve prenderla sul ridere.
Adora il lato infantile di Louis, lo fa impazzire, ma odia essere pizzicato così.
«Ti ho avvisato.»
«Sì signore!»
«E non sfottere, santo cielo» sbuffa una risata, trovando realmente divertente come Louis riproduce miseramente un saluto militare.
«Parlando di cose serie...resti a dormire qui?»
«Se è ciò che vuoi, sì. Sai già che possiamo dormire insieme ogni volta che vuoi, Lou.»
Gioendo, Louis si mette a sedere sul suo bacino sollevando il busto anziché continuare ad utilizzare il suo petto come materasso personale.
Solleva un pugno in aria per rendere meglio l'idea, poi lo lascia cadere improvvisamente e rapidamente pizzicando ancora una volta il suo fianco sinistro.
Fa immediatamente per scappare, ma Harry è più veloce e lo bracca con la schiena contro ai cuscini del divano. Il suo sguardo non è mai stato così severo prima d'ora, Louis scalcia nel tentativo di liberarsi.
«Mi hai disubbidito, Louis. Ti ho avvisato ma non hai voluto ascoltare e, purtroppo per te, sono un uomo di parola.»
Utilizzando una mano sola, dato che l'altra è aperta sul petto di Louis per impedirgli di scappare e preme con moderata forza tenendolo fermo, sgancia la fibbia della cintura e la sfila dai passanti dei jeans con un solo movimento rapido e fluido. I muscoli dell'intero braccio si flettono, le maniche aderenti della maglia che indossa accentuano solo maggiormente la cosa.
«Oh, cazzo. Eri serio?»
«Devo anche tapparti la bocca?»
In tutta risposta, ottiene una fantastica linguaccia davvero infantile e immatura. Impiega più tempo del previsto per legargli i polsi dal momento che Louis non ne vuole sapere di comportarsi bene, le mani gli prudono così tanto che pensa di poter impazzire se non fa qualcosa nell'immediato per risolvere l'atteggiamento irrispettoso di quel ragazzino insolente quindi si costringe a contare perlomeno fino a dieci (anche se sarebbe più utile farlo fino a cento) se vuole mantenere la calma e un briciolo di salute mentale.
«È troppo stretta!»
Agitando violentemente le mani a destra e sinistra, Louis tenta in tutti i modi di rimuoverle dalla cintura di cuoio con il logo di Gucci sulla fibbia.
Si ferma solo quando lo nota, pensando alle identiche cinture con cui ha a che fare tutti i giorni a lavoro.
In quel momento di breve calma, Harry controlla che abbia abbastanza spazio infilando due dita fra la sua pelle e il cuoio. Ci passano perfettamente senza sforzo, quindi è impossibile che sia così stretta come dice e di sicuro non gli rimarranno i segni arrossati.
«Hai disubbidito, detto una parolaccia, e adesso pure una bugia! Stai facendo il cattivo ragazzo, Louis. Non mi piacciono i cattivi ragazzi, questo deve essere chiaro.»
Per una frazione di secondo, un tempo davvero troppo breve per essere calcolato, negli occhi di Louis c'è terrore.
«Mi farai del male? Vuoi...vuoi ferirmi adesso?»
In un attimo, la sua sfacciataggine lascia il posto alla paura, forse per il tono di voce severo e che non lascia trasparire alcuna emozione che sta utilizzando Harry, o forse per essere stato privato dell'utilizzo delle mani che sono sempre state essenziali per mettersi in salvo dalle percosse di Jason.
«Cosa? No! Non ti farei mai del male, Louis. Non importa quanto mi farai arrabbiare, ma le mani non le alzo mai e sicuramente non su di te. Intesi?»
Harry lo guarda negli occhi e gli sposta i capelli dalla fronte con una carezza. Non ha mai avuto intenzione di ferirlo, e non vuole che la sua presenza ricordi quella di una persona fuori di testa.
«Allora slegami.»
«Na-ah, non funziona così. Te lo devi guadagnare, perché mi hai fatto perdere fiducia in te comportandoti come un cattivo ragazzo.»
«Uffa!»
«Nemmeno immagini quante cose mi sono risparmiato fino ad ora, piccolo insolente.»
Si alza dal divano, bloccando Louis con un gesto della mano quando sta per fare la stessa cosa.
Lo solleva invece di peso, caricandoselo in spalla come un sacco di patate per poi lasciare un sonoro schiaffo sul suo sedere mentre si incammina nel corridoio del piccolo appartamento accogliente.
Louis urla il suo nome per un tale gesto inaspettato e le sue guance assumono una tonalità rosso acceso, imbarazzato.
Viene poi fatto cadere con poca grazia sul materasso del suo letto matrimoniale, i pantaloni della tuta si abbassano mostrando che sotto a quelli non indossa l'intimo e che il suo pube è perfettamente depilato.
Alzando gli occhi al cielo, ringrazia tutti i santi per avere ancora le parti intime coperte, anche se basterebbe solo un movimento sbagliato per denudarlo.
Harry è subito su di lui, lo sguardo famelico e il petto ampio che si alza e si abbassa definitivamente più rapidamente rispetto a poco fa.
Si toglie le scarpe calciandole via senza guardare dove vanno a finire, la sua attenzione è totalmente rivolta solo e unicamente a Louis. Strattona la cintura che gli lega i polsi, lo fa sussultare e diventare ancora più rosso in faccia.
«Adesso possiamo riprendere da dove avevamo lasciato» ghigna, solleticando le caviglie nude di Louis e salendo con le mani aperte lungo le gambe toniche, facendo più pressione nell'interno coscia. Inaspettatamente, gliele spalanca oscenamente creando uno spazio per stendersi su di lui.
Si lecca le labbra con la punta della lingua, vederlo con i polsi legati insieme e lo sguardo acquoso di desiderio può solo far viaggiare la sua mente a cento all'ora, può solo immaginare cosa succederà più avanti con il tempo, cosa gli farà.
Deposita un bacio sulla porzione di pelle scoperta tra l'elastico dei pantaloni e la maglietta sgualcita, sull'osso leggermente sporgente del bacino.
Lo sente tremare sotto al suo tocco, nota come la pelle si accappona grazie a un piccolo brivido che lo fa sibilare.
Risalendo fino al suo viso dolce dai lineamenti delicati intrufola le mani al di sotto della t-shirt, gli sfiora i capezzoli già turgidi, desidera solo farlo stare bene.
Stringendone uno fra le dita, fa sì che Louis chiuda immediatamente le gambe intorno ai suoi fianchi.
Prova a sollevare le mani, rischiando di colpire Harry dritto in faccia con la fibbia della cintura. Viene soccorso, però, guidato dalle mani più grandi dell'altro che lo aiuta a posizionare le braccia intorno alle sue spalle larghe.
Il bacio che segue è intenso, le mani di Harry sono ovunque sul suo corpo, i loro bacini che sfregano inevitabilmente l'uno contro l'altro. L'aria che si respira non è più giocosa come pochi minuti prima, si percepisce chiaramente il desiderio che cresce, sempre più difficile da contenere. Il silenzio interrotto solo dal suono delle labbra che schioccano, flebili gemiti mal trattenuti, respiri pesanti intrisi di eccitazione.
Il profumo dolce della pelle ambrata di Louis inebria i sensi di Harry, gli arriva dritto al cervello e contribuisce a far uscire allo scoperto quel suo lato che da tanto, troppo tempo, sta reprimendo.
E allora spinge il bacino in avanti con più forza alla ricerca di sollievo, la sua erezione non ancora del tutto formata va a scontrarsi con quella di Louis coperta a malapena dalla tuta, ancora e ancora, con prepotenza e decisione. Accaldato sfila la maglia dai jeans alla rinfusa, Louis tenta di aggrapparsi alle sue spalle forti ma gli risulta difficile non potendo aprire totalmente le dita che gli servirebbero proprio per agganciarsi, la sua frustrazione è visibile da come aggrotta la fronte e chiude gli occhi con forza.
Harry si districa dalle sue braccia respirando rapidamente e a bocca aperta, i suoi capelli sono scompigliati, gli occhi lucidi di malizia, le pupille così dilatate che è rimasto solo un sottile anello verde scuro a circondarle.
Si sfila la maglia e la lancia alle sue spalle, il rigonfiamento nei pantaloni è adesso ben distinguibile, ci porta sopra la mano aperta e applica pressione con il palmo, sfarfalla con le ciglia per un istante e un gemito roco gli fa vibrare il petto nudo decorato dal tatuaggio di due rondini.
«Harry...»
Quello di Louis è un gemito strozzato, non è la prima volta che vede Harry mezzo nudo, il problema non è certamente il fatto che lo abbia sopra di lui senza maglia addosso, il fatto è che non lo ha mai visto in questo stato.
Qualsiasi cosa in lui sta urlando sesso da tutte le parti, la lussuria presente nei suoi occhi è spaventosa e lo intimorisce ma, allo stesso tempo, il modo in cui lo accarezza e lo bacia ovunque gli trasmette un forte senso di protezione e sicurezza. È come una calamita, lo sta attirando a sé.
«Babyboy, vorrei che tu potessi vederti con i miei occhi in questo momento, sei così bello con le mani legate.»
E, okay, questo non dovrebbe far sentire Louis appagato, ma allora perché si sente così bene solo sapendo che lo spettacolo che ha davanti agli occhi è merito suo?
Arrossisce su tutto il viso per l'ennesima volta, la cintura che gli stringe i polsi non è più così fastidiosa come lo era nel momento in cui è stata legata sulla sua pelle, anzi, inizia quasi a piacergli.
La bocca di Harry è vorace, gli bacia lo stomaco scoperto a causa della t-shirt che ha ormai raggiunto le ascelle, poi il petto, il collo, la punta del naso leggermente all'insù.
I suoi tocchi leggeri come piume lo fanno ridacchiare, il suo corpo lo tradisce dimenandosi senza che lui possa controllarlo, solleva i fianchi più volte fino a che Harry non lo blocca stendendosi completamente su di lui, premendolo contro al materasso morbido.
Sentirsi schiacciato dal suo peso è confortante, è caldo e piacevole e il profumo muschiato del dopobarba di Harry lo distrae dalla mano che, furtiva, si insinua silenziosamente al di sotto dell'elastico dei pantaloni della tuta.
È solo quando percepisce il metallo freddo degli anelli contro ad una natica che si riprende dallo stato di torpore in cui si stava perdendo, gli occhi azzurri si allargano preoccupati, le mani cercano disperatamente una via di fuga strattonando il cuoio duro della cintura.
Sente la pelle dei polsi bruciare, il battito cardiaco accelerare spaventosamente, il respiro bloccato in gola come un macigno, le lacrime depositarsi agli angoli degli occhi. All'improvviso, si sente in trappola.
Non è assolutamente pronto a mostrarsi totalmente senza difese davanti ad Harry, non può farsi vedere completamente nudo se odia e disprezza il suo corpo con tutto se stesso, non riuscirebbe ad assistere alla scena di lui che è come un piccolo sgorbio nella sua mente accanto ad un semidio senza alcun difetto.
Così come non riesce a guardarsi allo specchio o a toccare le imperfezioni del suo corpo sotto alla doccia, non riuscirebbe nemmeno a sostenere e condividere una cosa così intima come quella che stanno per fare.
Se non lo ferma adesso, ne è sicuro, andranno avanti con i preliminari e succederebbe un cazzo di casino nella sua mente già distrutta. Gli manca l'aria.
«Harry, aspetta. Fermati, ti prego» scuote la testa con forza, scalcia con le gambe, fa tutto ciò che gli è possibile per staccarselo di dosso.
Come scottato, Harry si allontana immediatamente e gli prende il mento fra le dita per poterlo guardare negli occhi. Ci trova solo paura, insicurezza, ed è convinto che di questo passo arriverà molto presto un attacco di panico. Gli slega i polsi, e Louis nasconde il viso arrossato dietro alle mani per poi rannicchiarsi su se stesso chiudendosi come una pallina.
«No, Lou, piccolo. Non escludermi, hey» con tono estremamente dolce, comprensivo, pacato, Harry gli sistema la t-shirt e i pantaloni sollevando l'elastico fin sotto l'ombelico.
Si siede comodamente con la schiena contro alla testiera del letto e le gambe incrociate sulle lenzuola che profumano di vaniglia e ammorbidente, lo prende poi tra le sue braccia senza alcuno sforzo e lo sistema sul suo grembo.
Louis emette un lamento sofferente, continua a scuotere la testa e un singhiozzo fa sobbalzare le sue spalle ossute.
«Piccolo mio, va tutto bene. Sei stato così bravo, il mio bravo ragazzo» lo loda, gli accarezza i capelli mentre lo culla amorevolmente, lo stringe contro al suo petto, gli sembra ancora più piccolo e indifeso con la schiena tristemente incurvata e il broncio che può intravedere dalle mani che, pian piano, si abbassano sempre di più.
«Non sei arrabbiato?»
«No, tesoro, assolutamente no. Non farò mai niente contro la tua volontà, sei libero di fermarmi quando vuoi, non succede niente.»
Dopo avergli baciato la tempia, gli prende una mano per intrecciare le loro dita insieme, ed è allora che nota con dispiacere i segni leggermente rossi ai polsi.
«Louis.»
Lo richiama con tono serio, non gli piace per niente ciò che sta guardando, non c'è alcun bisogno di farsi del male in questo modo quando basta solo dirgli di fermarsi per farsi liberare. Non accetta che il suo piccolo e adorabile ragazzo faccia questo.
«Louis, cosa è successo qui?»
Guardandolo torvo, si avvicina entrambi i polsi al viso per ispezionare attentamente le ferite.
Non è niente di che, non si è scorticato o roba simile principalmente perché Harry si è - fortunatamente - assicurato di lasciargli il giusto spazio per muoversi, probabilmente spariranno in un paio di ore, ma resta il fatto che ha sentito dolore in un momento in cui avrebbe solo dovuto sentire piacere.
«Io...non lo so. Sono andato nel panico e il primo istinto è stato questo, ma non volevo!»
Gli occhi di Louis si fanno di nuovo lucidi, abbassa lo sguardo colpevole e si morde il labbro.
Contro ogni sua aspettativa, Harry sospira pensieroso e bacia ogni millimetro della pelle arrossata.
«Non ti ho legato i polsi per ottenere questo, Louis. Non farlo mai più. Ti basta solo dirmelo se per te è troppo e mi fermerò subito, chiaro? I lividi te li procurava lui, e io non sono come lui. È inaccettabile.»
Nonostante il tono serio, non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello autoritario e un po' spaventoso. Louis lo sente che gli importa davvero, per questo annuisce in silenzio e si accoccola maggiormente al suo petto cambiando posizione; gli circonda le spalle con le braccia e i fianchi con le gambe, chiudendo le caviglie dietro alla sua schiena e facendo aderire i loro petti.
Harry ama il fatto che Louis si sia messo così di sua spontanea volontà, una posizione del genere indica che ha bisogno di essere confortato, rassicurato, coccolato. È un modo per sentirsi al sicuro, significa che Louis sta iniziando a fidarsi di lui per superare le sue insicurezze.
«Mi dispiace per averlo fatto, Harry» gli sussurra tristemente all'orecchio, realmente dispiaciuto.
«Va bene, bimbo. Scuse accettate. Adesso si è fatto tardi, è quasi mezzanotte, andiamo a dormire.»
«No...»
«Louis, non fare i capricci ogni volta che devi dormire, è per il tuo bene. Devi riposare abbastanza.»
«Ma voglio ancora parlare con te, per favore» per rendere meglio l'idea, rafforza la presa intorno alle sue spalle, premendo la guancia sulla sua spalla nuda e baciandogli innocentemente la guancia.
«Na-ah, non mi comprerai così, piccolo» Harry, con un po' di fatica, si trascina fino al bordo del letto.
Si alza mantenendo Louis in braccio con le mani aperte dietro alle cosce per sostenerlo, entra nel bagno e lo fa sedere sul gabinetto chiuso, poi afferra un piccolo asciugamano e lo bagna con l'acqua fredda strizzando quella in eccesso. Si inginocchia davanti a Louis, e gli posa la stoffa fresca suo polsi.
«Tienilo mentre mi lavo i denti e mi preparo per dormire, tesoro mio. Così domani mattina non ci saranno più quei brutti segni» gli stampa un bacio sulla fronte, sorridendogli in un'espressione carica di affetto.
Louis resta sorpreso da tutto l'amore che lo sta travolgendo, nessuno si è mai preso la briga di curargli le ferite, ha sempre fatto da solo, è strano quindi aver trovato qualcuno disposto a medicarlo.
Con Jason succedeva esattamente l'opposto, gliele dava di santa ragione quando gli disubbidiva e poi lo lasciava lì a terra, dolorante e in lacrime, a dover contare solo su se stesso per rimettersi in piedi.
Ed è bello sapere che, finalmente, d'ora in avanti potrà fare affidamento su un'altra persona.
Quando si infilano finalmente sotto alle coperte, si abbandona al sonno accompagnato da dolci carezze.
STAI LEGGENDO
Don't let it break your heart, baby
Fiksi PenggemarLouis è appena uscito devastato da una relazione tossica e, con l'aiuto del suo migliore amico, decide di riprendere in mano la sua vita cominciando a conoscere persone nuove tramite un'applicazione di incontri. Riuscirà a voltare pagina?