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Dopo un turno mattutino a dir poco massacrante, Louis prende la metropolitana diretto - senza pensarci due volte - a casa di Harry.
Ha con sé la seconda chiave, Harry gliel'ha lasciata per situazioni come questa in cui finisce di lavorare per primo perché non gli piace molto l'idea che il suo babyboy vada nella parte malfamata di Londra da solo.
Il che è comprensibile, dato che ormai non mette più piede in casa sua da settimane a causa dell'ultimo incontro ravvicinato che ha avuto con Jason proprio lì. Non ha più senso andarci, comunque. L'aveva scelta proprio perché pensava che non potesse essere trovato in quella zona, ma non è andata secondo i suoi piani, quindi quell'appartamento può anche andare a farsi fottere per quanto lo riguarda.
Paga ancora l'affitto solo perché gli sembra avventato andare a convivere con Harry così presto, e fa sempre comodo avere un posto tutto suo, non si sa mai.
Non è ancora mai successo, ma se dovessero litigare?
O se si dovessero rendere conto che gli serve un po' di tempo da soli?
Di andare sul divano di Niall non se ne parla, non saprebbe nemmeno dove mettere tutta la sua roba, quindi finché può permetterselo resterà in questa situazione. In più, è l'unica cosa che lo fa sentire indipendente, al momento.
Non appena arriva all'ingresso del palazzo, Niall lo accoglie con un abbraccio fraterno e lo informa che è arrivato lì da pochi minuti, in più che è eccitato di poter vedere il nido d'amore in cui si è rifugiato il suo migliore amico.
Per essere doppiamente sicuro che possa farlo salire, Louis manda un rapido messaggio a Harry per informarlo che il suo amico è arrivato, e riceve in risposta un sdolcinato: molto bene, piccolo! Divertitevi, ma non troppo. Mi manchi :( -H xx.
Niall quindi lo segue fino a raggiungere la porta giusta, continua a parlare esageratamente tanto per aggiornarlo sulle ultime cose che gli sono successe, quasi saltella sul posto per l'eccitazione che non riesce a contenere, ed è bello vederlo raggiante. Anche contagioso, gli mette il buon umore.
La prima cosa che fa Louis è buttarsi sul divano e scalciare via le scarpe, le toglie aiutandosi con la punta del piede contro al tallone, e Niall fa lo stesso subito dopo mentre finisce di sproloquiare su come sia stato esilarante il suo ultimo breve viaggio in Irlanda.
A quanto pare, sua nonna è ancora una forza della natura e si ostina a non voler lasciare la casa in cui è nata e ha intenzione pure di morirci. A Louis manca un po', lo ammette.
«Tu che mi dici, Boobear? Novità? Come va con Harry? A quando il matrimonio?»
Come prima risposta, lo colpisce sulla spalla con un pugno ben assestato che gli prende esattamente il nervo. Ci ha messo qualche anno per imparare a colpirlo nel punto giusto, è divertente vedere che ha ancora il tocco magico, Niall si piega su se stesso per una manciata di secondi dicendogli che è un bastardo.
«Lo sapevi che è un daddy?»
C'è un attimo di silenzio tra loro, l'espressione di Niall cambia da divertita a incredibilmente seria.
«Lo sospettavo, ma grazie per la conferma» confessa, poi. Si mette più comodo, solleva i piedi sulle gambe del suo migliore amico e toglie la giacca che abbandona sul bracciolo del divano.
Allora Louis, come da prassi, procede a spingere via le sue gambe con finta aria schifata.
Raccoglie la giacca e la appende insieme alla sua al porta abiti all'ingresso, poi gira nervosamente per il salotto con aria pensierosa finché non intravede il suo laptop sotto al tavolino, sul pavimento, ancora lì da due sere prima quando si è addormentato sul divano mentre finiva di mandare le sue cagate astronomiche (così definisce i suoi progetti) via email al suo dannatissimo e fottutissimo capo.
Lo raccoglie immediatamente, rimettendosi sul divano accanto a Niall e aprendolo sulle sue gambe.
«E perché cazzo non mi hai avvisato?»
«Perché sapevo che sarebbe stato più divertente così!»
«Inutile testa di cazzo, ecco come aiuti il tuo praticamente fratello, ridendo di lui! Complimenti, e grazie tante» ignorando la risata sguaiata e realmente divertita di Niall dritta nel suo orecchio, apre il motore di ricerca. A questo punto gli sembra giusto e doveroso doversi informare un minimo sull'argomento.
Digita le prime parole, Niall si impiccia come al suo solito facendosi più vicino per riuscire a leggere sullo schermo, poi chiude bruscamente il laptop facendolo innervosire maggiormente.
«Coglione! Che stai facendo? Devo sapere cosa mi aspetta. O no?»
«Punto primo, contieniti se non vuoi che dica a Harry come stai parlando. E secondo, non troverai quello che cerchi online. Chiedi a me, piuttosto. Potrei sorprenderti» l'espressione compiaciuta che ha sulla faccia lo rende estremamente irritante, e lo sa bene.
Consapevole di quanto gli può dar fastidio, Louis lo ripaga prendendo il pacchetto di Marlboro dalla tasca dei pantaloni eleganti di Gucci e ne accende una, sbuffando il fumo direttamente addosso al suo migliore amico antipatico.
«Bene! Allora, Harry mi ha detto che mi chiederà di fare delle cose per il piacere di entrambi. Dimmi un po', che cosa potrebbe chiedermi?»
Mantiene la sigaretta fra le labbra, riesce perfettamente a fumarla anche così, e incrocia le braccia al petto con aria stizzita.
Tutto questo gli sembra ridicolo, non gli piace sentirsi stupido e si sta esattamente sentendo un perfetto idiota sapendo che Niall è più informato di lui.
Gli psicologi fanno schifo, almeno quello accanto a lui, per il momento.
«Okay, qui potrei effettivamente rispondere alla: e io che cazzo ne so? Perché dipende da che tipo di daddy è. Se è uno di quelli più immersi nel kink, potrebbe anche trattarsi di...uhm...sai, si fanno chiamare daddy proprio perché si comportano un po' come dei padri...di bambini piccoli. Alcune coppie sono davvero assurde, sei sicuro di voler sapere tutto tutto?»
«Ci stai girando intorno, dimmelo e basta, disgraziato, ormai ci sono dentro» si sporge leggermente per tirargli uno scappellotto, il che sembra sufficiente per farlo parlare chiaro e tondo.
Infatti Niall solleva entrambe le mani in segno di resa, poi si massaggia la zona lesa dietro al collo con una smorfia contrariata.
«E va bene! Cristo, sei sempre così violento con me, non è giusto. Guarda che sono dalla tua parte, anche quando sei colpevole» si imbroncia, poi prosegue «dunque, l'unico obiettivo dei daddy è accudire e proteggere i loro babyboy. Questo comporta aiutarli e sostenerli in tutto ciò che fanno, prendersi cura di loro al cento per cento, farli sentire costantemente amati e desiderati. Stanno attenti a ogni piccolo dettaglio, e tutto quello che fanno lo fanno mettendo sempre i babyboy o babygirl come priorità. Per esempio...potresti anche chiedere ad Harry di prendere un volo domani per andare in Italia per tre giorni e lo farebbe senza battere ciglio, per te. Rendere felice te rende felice lui di conseguenza, tutto chiaro fino a qui?»
«Si, questo lo stava già facendo, effettivamente...»
«Bene, ottimo, cazzo. Nel senso, hallelujah, finalmente ti sei, anzi, ti ho trovato qualcuno che ti tratta come meriti. Prego, Louis, non c'è di che, puoi aggiungerlo alla lista di favori che mi devi! Adesso a quanto sarai arrivato? Tremilaecinque...ahi!» una gomitata nelle costole lo interrompe molto, molto bruscamente. Sarebbe da squalifica, non vale così, mentre era distratto e guardava da un'altra parte!
Rivolge uno sguardo inceneritore a Louis, ma lo trova a guardarlo già peggio di come sta provando a farlo lui, così si ricompone.
«Solitamente, per poter fare tutto questo, un daddy deve essere finanziariamente molto stabile, è molto comune che i babyboy stiano in casa e si facciano mantenere dal proprio daddy ma, vedi...i babyboy hanno comportamenti infantili, nove volte su dieci interpretano una persona di età molto, molto giovane...tipo, diciamo, uhm...anche di quattro anni...» la voce di Niall diventa titubante, di un tono più acuto e nervoso, flebile e timorosa. Se la sta palesemente facendo sotto in attesa di una reazione negativa da parte di Louis, e quando Louis sclera c'è solo da darsela a gambe. Studia l'espressione del suo migliore amico, ma non vi legge nessuna emozione, il che è decisamente un male, conoscendolo.
Attende qualche secondo, ma c'è solo silenzio, quindi continua soppesando attentamente le prossime parole.
«Questo influisce anche sulla sfera sessuale, li fa eccitare il senso di potere che ne traggono, hanno totalmente il coltello dalla parte del manico. E qui arriva il bello, non ti piacerà per niente, te lo dico» sospira, si passa una mano fra i capelli e si avvicina maggiormente nel vano tentativo di infondere calma «alcune coppie più legate al kink utilizzano cose come pannolini, tutine da bambini ma per adulti, il daddy cambia il babyboy su un fasciatoio, lo culla e lo mette a letto con i peluche e altri giocattoli, ma dipende molto dal babyboy e dall'età che sceglie di rappresentare. Non è obbligatorio, certo, ma capisci che se è una cosa che rende estremamente appagato e felice il daddy e il tuo obiettivo è quello di soddisfarlo per sentirti bene...» fa spallucce «...comunque, non è detto che sia così anche per Harry, l'ho osservato molto nei momenti in cui mi sono ritrovato con lui, mi era sembrato un po' bizzarro il modo in cui aveva iniziato a interagire con te, quindi - e non picchiarmi, per carità di Dio, adesso che ti dico questa cosa - ma ho usato un punto di vista professionale...»
«Beh, vaffanculo allora» viene interrotto di nuovo.
«Farò finta di passarci sopra per amore della nostra amicizia, Lou. Dicevo: mi sembra un ragazzo normalissimo, niente di cui doversi preoccupare a mio parere, penso che sia in forma lieve ma, dal modo in cui ti guarda, in qualsiasi caso, dovrebbe succedere a breve. Quindi non dovrai aspettare molto, prima di constatare se ho ragione» ci sarebbero tante altre cose da dire, ma già così è una bella botta da assimilare per Louis che, in tutta risposta, cammina in religioso silenzio fino alla finestra più vicina.
Unisce le mani dietro alla schiena, le labbra arricciate in una smorfia combattuta e lo sguardo rivolto all'esterno, riflessivo.
Non serve molto prima che Niall sia accanto a lui, il suo braccio destro, la sua spalla su cui piangere, che lo conosce come il palmo della sua mano dopo una vita intera passata insieme.
Louis ha sempre avuto un carattere particolare, e quando si racchiude in un silenzio tombale significa solo una cosa, ovvero che è talmente arrabbiato - con se stesso o con il mondo - che non sa nemmeno da dove iniziare ad arrabbiarsi, quindi se ne sta semplicemente zitto a riflettere e darsi dello stupido.
«Pannolini...» sussurra, stringendo le mani con un po' troppa forza attorno alle braccia intrecciate «...pannolini.»
Niall, davvero, non comprende come questa sia stata l'unica maledetta cosa su cui si è focalizzato Louis in un argomento così grande e complesso che gli ha appena sfornato. Posa le mani aperte sui fianchi e deve concentrare tutte le sue forze per i successivi dieci secondi a guardare il pavimento anziché la faccia del suo amico, perché potrebbe prenderlo a sberle. Non è la prima volta che si ritrova davanti ad una scena simile, non a caso si prepara sempre un piano B, quindi è tecnicamente già pronto a rispondere, combatte la necessità di tirargli uno scappellotto potente.
«Louis, dov'è la camera da letto? Stai più calmo se faccio quella cosa che tu chiami...»
«Mostrami come dormi e ti dirò chi sei. È di sopra, a sinistra, vai pure. Pannolini, cazzo...»
È così stordito da tali informazioni che, in un primo momento, non segue nemmeno Niall, troppo impegnato a ripercorrere gradualmente i passi della sua relazione con Harry, per capire come può essergli sfuggito questo particolare.
Okay, non conosceva nemmeno il kink fino a cinque minuti fa ma, effettivamente, riflettendo in particolar modo sui dettagli del suo comportamento, poteva porsi due domande mesi addietro.
Perlomeno, adesso ha un quadro più chiaro della situazione e può valutare meglio come comportarsi con Harry, per Harry.
Non sa ancora quanto sia radicato il kink e questo sarà molto importante, quasi decisivo per lui, perché di certo non è disposto ad indossare dei dannati pannolini.
Inizia con il seguire Niall per, magari, riuscire a capirlo.
L'amico si trova ancora a metà della rampa di scale che conduce alla sottospecie di soppalco aperto dove si trova il letto, non ha alcuna intenzione di entrare fisicamente in quello spazio privato e ha aspettato che arrivasse Louis per farsi condurre da lui in cima alle scale. C'è un motivo abbastanza divertente su questa cosa, o almeno, Louis lo ha sempre preso per il culo sin dai tempi dell'università per questa sua assurda capacità di saper leggere e interpretare il linguaggio del corpo delle persone, lo ha sempre appassionato lo studio del comportamento umano, è stata un'ossessione al punto di voler sapere già quali avvenimenti potrebbero avvenire nella loro vita prima ancora che avvengano, basandosi sul fatto che, riuscendo a capire l'ordine mentale di qualcuno e i tratti caratteristici della personalità (quindi capire se prendono decisioni in modo impulsivo, analitico, sperimentale o altro, e anche in che modo reagiscono alle emozioni), si possa sapere prima ancora di loro quale decisione finiranno per prendere in situazioni che richiedono prese di posizione importante, come un colloquio o offerta di lavoro, una relazione seria. È complesso, ma è arrivato poi alla conclusione che avesse il bisogno di vedere la camera da letto degli individui, perché ha un ruolo fondamentale, è lo spazio che racchiude più intimità della casa, riflette quasi alla perfezione l'ordine mentale delle persone. Lo ha studiato per anni per i fatti suoi e interesse personale in secondaria agli studi veri e propri, si ricorda ancora di come basava tutto quanto ad applicare la matematica alle persone, cercava gli schemi delle persone, le studiava di nascosto, e Louis ha iniziato allora ad odiare profondamente di venir analizzato da lui. Gli diceva che era come se lo stesse facendo ad un famigliare e gli ricordava quanto non fosse eticamente corretto. Poi Niall, sette volte su dieci, aveva iniziato davvero a sapere in anticipo ciò che sarebbe successo ai loro amici universitari, faceva la previsione a Louis e quando poi dopo settimane si avverava per davvero, Louis gli urlava incazzato di smettere di fare il fottuto veggente perché non si possono ridurre le emozioni umane a formule matematiche. Ha capito grazie a lui e al corso di filosofia, poi, che il ruolo più importante è delle esperienze passate. Adesso sembra assurdo che ci sia stato un Louis così responsabile nel passato...anche se è stato così solo per, tipo, due anni scarsi e basta.
Comunque, ha smesso di fare questa cosa stupida delle camere da letto già dopo il secondo anno, si affretta a circondare le spalle di Louis con il braccio non appena finisce di dare una rapida occhiata.
«Non vedo niente di preoccupante, una normalissima camera da letto!»
«Dici?»
«Non mi sembra tenga un fasciatoio qua dentro, o una culla per adulti, o...»
«Okay, ho capito, basta così.»
Louis lo ferma prima che possa aggiungere altro, ritornano entrambi al piano di sotto, quasi in religioso silenzio, l'orologio in cucina indica che manca poco al rientro di Harry.
Siccome Louis non ha intenzione di fasciarsi la testa prima di romperla, opta per passare il resto del tempo con più leggerezza, allontanandosi da quell'argomento con la sua incredibile dote nel cambiare discorso in fretta, e finiscono seduti all'isola della cucina con una birra fresca.
Non è nemmeno giusto includere Niall così tanto nella sfera della sua vita intima, va bene che sono praticamente fratelli, ma certe cose preferisce tenerle un po' per se stesso. Alla fine è lui a dover capire come affrontare determinate cose, non può sempre fare così.
Le birre diventano due, poi si arriva rapidamente alla terza e, con la testa più leggera, rolla una canna per se stesso. La fuma seduto direttamente sull'isola con le gambe penzoloni, che fa dondolare avanti e indietro mentre il suo migliore amico parla di tutto ma allo stesso tempo di niente. Le parole arrivano alle sue orecchie sempre più sconnesse e ovattate, la tosse di Niall aumenta all'aumentare del fumo passivo che aleggia intorno a loro e il suo corpo collassa sempre di più facendogli assumere una posizione chiusa con la schiena ingobbita e le spalle incurvate all'interno.
Si sente meglio con i muscoli rilassati, il cervello che va in pausa e processa le informazioni più lentamente, ma il suono delle chiavi che vengono infilate nella serratura dall'esterno lo fa automaticamente raddrizzare con la schiena e balzare giù dall'isola con la canna quasi finita tenuta ferma tra le labbra.
La spegne in fretta nel posacenere e agita le braccia per scacciare il fumo, non ha idea di che umore sia al momento il suo compagno e fargli trovare la cucina e il salotto pieni di fumo potrebbe essere una mossa azzardata.
È così che lo trova Harry, a fare saltelli qua e là e muovere le mani a ventaglio intorno a lui, lo fa sorridere all'istante, sembra ancora più piccolo e carino e adorabile quando fa queste cose.
Saluta Niall rapidamente prima di concentrarsi su di lui, ma qualcosa non va e lo percepisce dal modo in cui Louis non gli salta addosso come sempre quando torna da lavoro, e da come gli sembra imbarazzato a guardarlo dritto negli occhi. Forse si sta solo trattenendo perché non sono soli.
Ha ancora dei progetti arrotolati in un tubo di metallo che porta sulla schiena con la tracolla a circondare il petto, lo abbandona all'ingresso insieme alle scarpe e alla giacca, senza mai staccare gli occhi dal corpo di Louis come se potesse attirarlo a se tipo calamita.
La casa puzza di erba, forse ne servirebbe un po' anche a lui dopo la giornata del cazzo che ha appena dovuto affrontare nel suo studio di architettura, specialmente perché non vedeva l'ora di tornare tra le braccia di Louis.
Il primo a salutarlo è Niall, che gli dà praticamente il cambio prendendo la giacca e togliendo il disturbo.
«Hey, piccolo, niente bacino di bentornato stasera?» tenta un approccio dolce, gli occhi di Louis vacillano insicuri, Harry procede quindi a fare finta di niente, inizialmente, prendendosi il tempo che gli serve per togliersi i vestiti da lavoro, si spoglia lentamente salendo le scale, e dopo pochi istanti torna al piano di sotto con una t-shirt sbiadita e un paio di pantaloncini da palestra, scalzo, passando più volte le dita tra i capelli scompigliati. Ha lavato il viso e vi ha applicato la lozione.
Louis cerca di prendersi spazio vitale usando come scusa quella di dover ripulire la cucina dalle bottiglie di birra, Harry trova ridicolo il fatto che abbia ancora un completo elegante addosso visto che è a casa già da un paio di ore, ma ammette anche che è assolutamente bellissimo con i fianchi stretti dai pantaloni a vita alta, e non può decisamente resistere ulteriormente a quell'agonia, così fa lui il primo passo.
Lo coglie di sorpresa arrivando alle sue spalle, per poi procedere a circondargli il busto in un abbraccio, posando la testa sulla sua spalla.
Louis si irrigidisce, ma dura solo qualche secondo prima che decida di abbandonarsi a lui.
«Vuoi dirmi che succede? O devo fare l'indovino?»
In un tentativo disperato di estorcergli informazioni, Harry strofina dolcemente la guancia contro la sua, e vi deposita un bacio gentile.
Allora Louis decide finalmente di guardarlo in faccia, girandosi fra le sue braccia forti, facendosi piccolo contro al suo petto.
«Uhm, niente di che, davvero, è solo che sto pensando a tante cose tutte insieme e il mio cervello sta cercando di assimilare tanto ma ho fumato e...lo sai, sono un po' rintronato e basta, suppongo» fa spallucce, ricambiando l'abbraccio, aggrappandosi a lui con le braccia intorno alla base della sua schiena.
Harry sa che non è tutto quanto, ma è comunque qualcosa e se lo fa bastare...per il momento.
Non vuole mai spingerlo troppo a confessarsi con lui, vorrebbe che fosse naturale, d'istinto, comunicare le proprie paure al partner.
«Ti piacciono i pannolini?» deve essere tutto merito dell'erba se è diventato così paranoico riguardo alla cosa da doverla buttare in mezzo così, a caso, nel mezzo al niente. Louis adesso sa di sembrare un coglione quando fuma. Insomma; chi, sano di mente, chiederebbe una cosa del genere?
Harry reagisce ridendo sonoramente, è un suono così inaspettato, improvviso e simile al verso di una capra, che Louis si stacca dall'abbraccio per tapparsi le orecchie. Non lo ha mai sentito ridere così, ma cazzo se è divertente. Ha bisogno di appoggiarsi all'isola della cucina per non cadere, se ne sta piegato all'indietro con gli occhi quasi chiusi e tenta di non esagerare, davvero, ma non ce la fa, e Louis vorrebbe fargli un video per guardarlo nei momenti no perché gli sta venendo da ridere anche a lui.
«Ma che diamine...» Harry cerca di ricomporsi, una mano sulla pancia e l'altra a coprire la bocca «scusa, non è da me» si asciuga gli angoli degli occhi, ma poi un'altra risata sguaiata lo fa quasi piegare in due «è solo che, era un momento così tranquillo e poi ti piacciono i pannolini» cerca di dire «scusa ma, da dove l'hai concepita questa? Ma cosa è successo qua oggi...» a questo punto non prova nemmeno più a coprirsi la bocca con la mano prima di ridere «...di cosa hai parlato con Niall? Oh, Dio, è stato così random, mi farà ridere per le prossime settimane.Ti adoro quando sei fatto.»
A questo punto si crea una reazione a catena in cui Louis ride per come Harry ride e perché ha fumato e bevuto, e Harry ride perché solo guardare Louis in faccia ore come ora lo fa scompisciare.
Servono un paio di minuti per ripristinare la calma in quella casa, quelli che trascorrono senza guardarsi in faccia per non ricominciare il loop.
Harry ci impiega un po' di più e, per evitare ancora un po' di guardarlo in faccia e esplodere, devia l'attenzione sul fatto che Louis debba ancora cambiarsi dai vestiti di lavoro.
«Non ti sei nemmeno cambiato, vuoi mettere questa?» indica la t-shirt che indossa, e riesce a trovare le forze di alzare lo sguardo e mantenere serietà per vederlo annuire.
Si avvicina a lui, inizia con sbottonargli la camicia e facendola scivolare via dalle spalle, poi si toglie la t-shirt e i suoi capelli si spettinano ancora di più ricadendo in parte sulla fronte, i muscoli delle spalle nude si accentuano quando le incurva verso l'interno per sbrogliare le due catenine che indossa sempre. Si può essere attraenti anche nel semplice gesto di togliersi una maglietta?
Louis se lo chiede mentre solleva le braccia per permettergli di fargli indossare facilmente quell'indumento, sente qualcosa scattare in lui, il suo basso ventre ha uno spasmo.
È l'unico a vederlo come una sorta di apparizione? Fa questo effetto solo a lui?
Si fa sbottonare i pantaloni, che tirano entrambi verso il basso finché non toccano il pavimento intorno alle sue caviglie, poi Harry lo bacia e gli accarezza la schiena sotto la maglietta «sei molto carino con le mie cose addosso, sai?» lo solleva da sotto le cosce e lo fa sedere sull'isola per averlo allo stesso livello con il viso.
La mano di Louis finisce tra i suoi capelli, in un gesto che lo fa rilassare inspiegabilmente che consiste nel tirare senza forza le ciocche dietro la nuca.
«Sei così grazioso che vorrei mangiarti, posso?»
«Eh?» confuso dalla domanda, inclina leggermente la testa di lato, poi sorride «beh ma allora, mi sa che qui non sono l'unico in vena di domande strane, eh?»
Harry si abbassa di poco, lo voleva baciare sulle cosce nude, ma finisce per posare la testa sul suo grembo e ridacchiare stanco. Ha avuto davvero una giornata di merda, non riesce nemmeno ad essere accattivante per Louis.
Louis gli massaggia dolcemente il cuoio capelluto, sente le labbra soffici di Harry nell'interno coscia, all'inizio lo sfiorano e basta insieme al respiro caldo contro la sua pelle, poi piccoli baci che si avvicinano pericolosamente troppo all'inguine.
Alla fine deve tirargli i capelli perché gli sta mordendo la coscia.
«Intendevo così, Lou.»
«Sono dolce o salato?»
Harry non ha ancora sollevato la testa dal suo grembo, deve solo spostarla di un paio di centimetri e poi lo morde di nuovo, ma nel punto in cui la coscia incontra l'inguine.
«Dolce. Sei il mio dolce ragazzo» invece di fermarsi, concentra i morsi delicati più vicini al suo cazzo.
Le carezze tra i suoi capelli si interrompono, poi riprendono più lente rispetto a prima, con le braccia ai lati delle sue gambe lo accarezza sulle cosce spronandolo ad aprirle un po', lo bacia sopra l'elastico delle mutande, nell'interno cosce, e sull'erezione che si sta timidamente formando.
Gli vengono tirati i capelli di nuovo, allora si sposta sul collo di Louis per mordicchiarlo e succhiarlo anche li, con una mano, invece, gli massaggia dolcemente il cazzo.
I sospiri di Louis finiscono dritto nelle sue orecchie, lo bacia sulle labbra per poi palpargli il culo con la mano libera, finché un gemito strozzato non lo spinge a superare la stoffa e far continuare a crescere l'erezione nel suo palmo caldo.
Le labbra di Louis sono gonfie e arrossate, così come i suoi occhi maggiormente socchiusi e la testa più inclinata indietro.
«Vuoi farmi venire, daddy?»
È strano da spiegare, ma può percepire facilmente come arrossisce fino alla punta dei capelli, ha cercato di suonare il più bisogno di sesso sulla faccia del pianeta, spera di aver colto nel segno.
Pensa di avere anche gli occhi lucidi, per uno come lui è un grandissimo sforzo e impegno riuscire a dire una cosa del genere.
«Merda!» Harry impreca, cosa decisamente insolita è sbalorditiva «come...come mi hai chiamato, piccolo?»
La sua voce è più alta di qualche ottava, a tratti stridula, incredula, scioccata.
«Daddy. Andiamo in camera?» gli chiede Louis, con tono divertito, facendo un cenno con la testa in direzione delle scale.
Harry lo aiuta a scendere da quell'isola, delicatamente lo afferra da un fianco, gli avvolge la vita con un braccio e lo bacia con una passione tale da fargli indebolire le ginocchia, infila la mano sotto la t-shirt e subito sotto all'intimo, avvolgendo una delle natiche nel palmo della mano.
L'altra mano la sposta sul volto di Louis, a palmo aperto e con il pollice sulla guancia e le dita a solleticargli il collo.
Le lingue si scontrano bisognose trasformandosi in schiocchi sonori, Louis si lascia andare al bacio toccandogli il petto nudo, ma poi Harry gli stringe il sedere e gli fa spingere i fianchi in avanti, cogliendo l'occasione per far scontrare i loro bacini e strusciarsi su di lui, per fargli sentire quanto si è eccitato solo per essersi sentito chiamare in quel modo.
«Corri e salta su quel letto, subito» fa tornare la mano sulla vita e posa le labbra calde sulla sua mascella, vicino all'orecchio «farai il bravo ragazzo per me, amore?» gli sussurra sensualmente, facendogli accapponare la pelle dal piacere.
Louis ammette di essersi eccitato in fretta, e che è quasi imbarazzante come debba già stringere le cosce.
Corre per le scale con Harry dietro di lui, lo tiene per mano fino alla camera da letto, ma appena entrano lì dentro gli viene quasi strappata la t-shirt di dosso, finisce sul letto con Harry seminudo addosso e sa solo che baciarlo non è mai stato così bello.
Può vedere i muscoli tesi delle braccia che sorreggono il peso del resto del corpo, il petto ampio espandersi maggiormente, la linea a V accentuata che sembra puntare direttamente al cazzo.
Come fa ad essere stato così fortunato dopo una storia finita così tragicamente?
«Lou, piccolo, dimmi come vuoi che ti aiuto, ti piacerebbe che ti aiutassi facendo qualsiasi cosa?»
Louis ci riflette un secondo, sente le mutande stringerlo fino a quasi soffocarlo. Ha caldo e vorrebbe tanto essere già nudo come un verme solo per non soffrire inutilmente a causa dell'attrito causato dall'intimo.
«Qual...qualsiasi cosa, daddy?» si schiarisce la voce.
«Si, voglio solo farti star bene. Qualunque cosa tu pensi possa renderti più eccitato per me.»
«Mi piace come mi baci e come mi tocchi, potresti farlo tra le mie cosce? Per favore?»
«Ma certo, tesoro. Amerei farlo» Harry lo bacia un'ultima volta sulle labbra, poi si distende più in basso sulla pancia, con la testa all'altezza dell'inguine di Louis, lo aiuta a togliere l'intimo dopo aver tolto il suo e gli apre maggiormente le cosce, mettendosi al centro di esse.
Vederlo così morbido e accessibile solo per lui, lo spinge a dargli un bacio sulla cappella lucida e arrossata. Lecca l'asta lungo tutta la sua lunghezza, soffermandosi a succhiare la punta prima di staccarsi del tutto.
«Intendevi quì?» lo guarda dal basso, gli occhi verdi quasi interamente ricoperti dalle iridi nere dilatate.
E Louis vorrebbe poter dire qualcosa, ma non trova le parole, sa solo che trema al suo tocco, così gli afferra i capelli con dolcezza e scuote la testa.
Le labbra di Harry si spostano sull'interno coscia, prima di una gamba poi dell'altra, con le mani gli accarezza i fianchi, poi si muove lentamente sulle palle e il perineo.
«Allora da qualche altra parte, quì?» gli domanda ancora, dandogli finalmente un bacio sul suo orifizio.
Tutto questo è un vero affronto alla sanità mentale di Louis, gioca con le ciocche arricciate di Harry come se si trovasse in stato di trance, è totalmente catturato dai suoi movimenti, il modo dolce e morbido in cui lo tocca sulla pancia e sulle cosce. Le divarica ancora di più per il suo daddy. È strano come si senta ancora a disagio in tante occasioni davanti al suo sguardo serio e indagatore, ma quando sono soli, nella loro bolla d'amore, vuole solo compiacerlo.
«Sí. Si, daddy» annuisce timidamente.
Harry non vuole attendere, probabilmente ha bisogno di questo più di Louis, e vederlo con quello sguardo adorante e le gote arrossate non aiuta l'urgenza della situazione. Sorride e bacia la pelle attorno al suo buco, mordicchiandogli un po' il sedere.
«Mi vuoi qui, piccolo?»
Louis annuisce nuovamente e geme in silenzio, spingendosi involontariamente contro la sua bocca, ma diventa un gemito allegro quando Harry inizia a lavorare con la lingua, cercando di farlo diventare più duro possibile. Lecca dentro di lui, morde e succhia il suo cerchio, e ascolta Louis gemere sommessamente, prendendo quei suoni come guida su ciò che deve fare.
Presto percepisce le dita di Louis stringergli i capelli per l'ennesima volta e lo sente respirare più pesantemente, quindi si allontana per premere baci nelle pieghe delle cosce, ai lati dell'inguine.
Finalmente si alza sulle ginocchia e gattona fino a tornare sopra a Louis, allargato sul letto.
«Va bene così, amore?»
Strofina dolcemente la punta del naso contro quella di Louis, allungando furtivamente un braccio fino al cassetto del suo comodino accanto al letto.
Prende il lubrificante e lo lancia accanto a loro sul materasso, ne avrà bisogno a breve.
«Si, molto bene» Louis gli avvolge le spalle con le braccia e lo attira a sé per un bacio bisognoso, che lo costringe praticamente a stendersi su un fianco e accoglierlo tra le sue braccia.
Louis ha la vita stretta, facile da circondare interamente con un braccio, gli accarezza la schiena più volte con tocchi soffici prima di cospargere due dita con il lubrificante. Quando le posa tra le natiche di Louis lo fa sussultare per la sorpresa, ma provvede subito a metterlo a suo agio come solo lui sa fare.
«È tutto okay, amore, rilassati. Concentrati su di me, sarò il più gentile assoluto, e tu dopo starai così bene, Lou» applica una lieve pressione girando intorno al suo cerchio, lo bacia sul collo e lo percepisce rilassarsi, allora cambia angolatura spostando il braccio e facendolo passare da davanti, gli massaggia le palle mentre lo tiene stretto al petto e gli bacia ogni centimetro di pelle disponibile.
Avrà sicuramente qualche segno dopo, anche se spera che non sia mai troppo aggressivo.
Prova poi a inserire un dito, che Louis riesce a prendere senza opporre eccessiva resistenza muscolare. Lo massaggia all'interno ruotando il polso, mentre gli succhia oscenamente un capezzolo turgido.
Louis solleva una gamba sul fianco di Harry per dargli tutto l'accesso possibile, ma allo stesso tempo sembra un gattino che fa le fusa, come pasta frolla tra le mani sicure del suo ragazzo, tutto occhi socchiusi e sorriso da ubriaco, tremolante come una foglia al vento, scosso da piccoli brividi di piacere, che geme graziosamente quando viene toccato nel punto giusto dentro di lui.
Harry torna a sovrastarlo e aggiunge il secondo dito, richiede più tempo e delicatezza rispetto al primo, ma riescono a gestire anche questo senza problemi.
Non serve molto tempo prima che Louis inizi a spingersi contro alla sua mano, perché ne è passato fin troppo da quando è stato toccato da qualcuno, quindi Harry si ferma e resta a guardare estasiato il corpo che ha davanti dimenarsi tra le coperte alla ricerca disperata della giusta inclinazione per essere toccato nel punto esatto, provare a desistere dal toccarsi per venire, far di tutto per far sì che questo momento duri più a lungo.
Lo guarda negli occhi e gli sorride affettuosamente, per poi smettere di muovere le dita e togliere la mano.
Serve a dargli un attimo di tregua e riprendere il fiato, ma ne ha bisogno anche lui per non venire come un vulcano seduta stante.
«Va tutto bene fino a qui, piccolo?»
«Si, daddy, ma ho bisogno di piú, ho...bisogno di venire. E di te» glielo confessa a bassa voce, Louis.
«Si, lo so amore, tra poco continuerò a toccarti. Volevo chiederti solo una cosa prima, bellissimo angelo. Mettiti sulle ginocchia, dandomi le spalle, e siediti sui tuoi piedi.»
Louis esegue in silenzio, gli serve aiuto per non cedere alle gambe di gelatina e posizionarsi dritto, poi Harry si posiziona dietro di lui seduto allo stesso modo e lo abbraccia per rubargli l'ennesimo bacio.
Mantiene una mano aperta sul suo basso addome e vi applica una leggera pressione, e con l'altra torna a penetrarlo da davanti, con due dita, spinge Louis a piegare indietro la testa e appoggiarsi completamente sulla sua spalla, riesce a toccare il suo punto interno, con molta lentezza aggiunge un terzo e ultimo dito, senza fretta, con naturalezza e scioltezza, mentre la mano di Louis gli prende la sua dall'addome e la guida più in basso.
Gli bacia la spalla nuda, nasconde il volto nella curva sensuale del suo collo, lo asseconda riprendendo a massaggiargli i testicoli muovendoli nel palmo caldo della mano, allarga e chiude le dita all'interno del suo buco, le muove su e giù, le arriccia, cerca di trovare la prostata.
Louis spalanca la bocca oscenamente, uno spasmo all'addome lo fa quasi ricadere in avanti, si chiude un poco su se stesso con il corpo di Harry che lo segue come una calamita, perfettamente in grado di farlo sentire più piccolo e protetto.
«Lì! Ci sei, ci sei così vicino, daddy!»
Harry segue le indicazioni, trova il punto preciso da toccare, vuole solo che il suo bellissimo e bravissimo ragazzo venga così forte da farlo tremare.
È la cosa più bella che abbia mai visto, farlo godere in questo modo è appena diventata la sua nuova missione di vita, il suo unico obiettivo sarà quello di vederlo debole, bisognoso, disperato, così tanto eccitato da avere il cazzo tutto arrossato senza averlo nemmeno sfiorato. Non ha mai sentito questa necessità così grande, immensa, e travolgente di far venire qualcuno solo con le sue dita.
«Pensa a quando ci sarò io dentro di te al posto delle mie dita...» iniziai a sussurrargli all'orecchio, con voce intrisa di lussuria «...pensa a quanto ti farò eccitare, se ti faccio questo solo con una mano» spinge più a fondo per enfatizzare ciò che ha appena detto, a Louis tremano le cosce e non può più tenersi su in ginocchio.
Un gemito sofferente gli fa tremare il labbro inferiore, mentre piccole gocce di sudore gli imperlano la fronte e il collo.
Cambiano velocemente posizione e Louis finisce a sedere sopra al bacino di Harry, con le ginocchia puntellate sul materasso ai lati del suo busto, si siede sul suo cazzo e oscilla i fianchi finché non sente l'erezione di Harry strusciare in mezzo alle sue natiche. È duro e caldo e estremamente piacevole e lui è così aperto e pronto, che più volte la cappella non entra dentro di lui per miracolo durante il lento dondolio e, dopo ciò che gli è appena stato detto, aumenta la velocità dei movimenti desiderando di poterlo avere già dentro, vuole Harry in tutti i modi possibili, non ha assolutamente senso dover aspettare adesso che sa che può fidarsi di lui.
«Harry... oh, daddy» è vicino a venire, ad ogni spinta il suo cazzo strofina direttamente contro l'addome del suo daddy, si china in basso con il petto contro al suo, e spinge in basso con i fianchi fino a percepire la cappella iniziare ad allargarlo.
Harry spalanca quasi gli occhi, totalmente colto alla sprovvista. Inizia a sentire il calore all'interno del corpo di Louis, il che lo fa sollevare rapidamente con il busto per raggiungere il sedere di Louis con le mani e divaricare le chiappe, trattenendolo e impedendogli di andare oltre.
«Lou, amore, non esagerare per oggi. Mh? Siamo entrambi vicini e non devi sentirti obbligato...in più, non penso di poter reggere nemmeno il tempo di fartelo prendere tutto.»
Louis scende ancora per pochissimo, piano, e gli viene da alzare gli occhi al cielo solo al pensiero che Harry potrebbe facilmente scivolargli completamente dentro adesso, per poco non tira fuori la lingua come un dannato cane.
«Toccami adesso, daddy, ti prego» lo farebbe lui, davvero ma, prima di tutto, Harry ha le mani più grandi e ci mette meno tempo a segarlo e, in secondo luogo, deve mantenersi in perfetto equilibrio per non prenderlo tutto dentro. Ma Dio santo, lo ha preparato così bene senza alcuno sforzo, ed è così eccitato che non gliene frega niente ora come ora, percepisce solo di essere perfettamente aperto e caldo e accogliente. Si costringe a limitarsi ad oscillare con piccoli e impercettibili movimenti, finché la mano di Harry non raggiunge il cazzo e inizia a massaggiarlo con vigore.
Lo fa venire con una mano a stringergli dolcemente le palle e l'altra alla base del cazzo in una presa ferrea, sentirlo stringersi intorno alla cappella nuda lo venire di conseguenza, riesce a tirarsi indietro appena in tempo per venirgli su schiena e sedere, il fatto che Louis sia stato l'unico in tutte le sue storie sentimentali a farlo venire senza nemmeno toccarsi lo spaventa ma lo fa anche arrivare ad un passo dal cielo.
Se lo accoccola al fianco e ricopre il suo corpo di carezze pigre, appagate, leggiadre. Gli bacia il cuoio capelluto e lo tiene stretto a lui. Louis ricomincia a tornare timido del suo corpo e si rannicchia, cercando di chiudersi il più possibile a riccio.
«Sei così dannatamente bello, Louis. Non coprirti, amo guardarti nudo, il tuo corpo mi fa uscire fuori di testa.»
Li per li non ottiene reazione, quindi ci riprova.
«Lo sai che anche io non mi piaccio molto? Penso effettivamente di avere la testa troppo grossa rispetto al resto del corpo, e le spalle dovrebbero essere più ampie di così, invece i piedi più piccoli. Ma adesso mi piacciono di più queste cose, perché quando siamo in intimità ti piacciono le mie spalle come appiglio e ti piace giocare con i miei capelli e la mia testa. Grazie a te, mi piaccio di più anche io. Non è così anche per te?»
Louis si trascina svogliatamente con il viso allo scoperto, sul petto nudo di Harry, posando il viso su di lui schiacciando la guancia sul torace tonico.
«Non mi piaccio perché sto mettendo su peso da quando sto con te, ho un po' le cosce troppo...cosciose.»
«No, ti correggo qui, hai le cosce da prendere a morsi. A proposito, penso tu abbia un succhiotto vicino alle palle. Anzi, un'ematoma. È proprio grosso e viola, tipo metà del tuo palmo, una cosa assurda, quindi ringrazia le cosce cosciose che aiuteranno a nasconderlo.»
Louis allora scoppia in una risata divertita, viene punzecchiato sui fianchi sensibili e coccolato.
«Voglio solo che tu sappia che tutti quelli che vedi come difetti, per me sono belli, bellissimi. Come il tuo sedere paffuto...» gli pizzica una chiappa, cedendo alla tentazione di palparla «...che è ancora unto», conclude, ridacchiando.
«Dovrei fare la doccia, vero? Ma tu sei così caldo e comodo» Louis sbuffa, l'idea di abbandonare quella bolla di calore lo fa solo aggrappare maggiormente a Harry, vuole solo godersi questo momento di intimità un altro po'.
«Abbiamo un sacco di tempo, e quando avremo fame andremo al Mc. più vicino e mangeremo come due maialini, perché, fidati, penso che ce ne verrá proprio tanta di fame» Harry ha iniziato a fargli piccoli massaggi con la punta dei polpastrelli, premendo in senso circolare intorno alle fossette di Venere, il peso di Louis è terapeutico da avere spalmato addosso, vuole sentirlo sempre, non sa come farebbe a stare senza questa atmosfera familiare e pacifica.
«Perchè? Vuoi fumare una canna? Posso alzarmi subito per quella.»
«Ma, è possibile che pensi sempre a questa opzione al primo posto?»
Riesce a impedirgli di lasciare il letto per davvero un soffio, lo blocca sotto di lui e gli divarica le gambe, sta sorridendo ed è raggiante, tipo, fossette profonde e naso arricciato, sembra una visione, non può essere così bello da togliere il fiato anche dopo un orgasmo, ma anche il caos gli dona e c'è poco da fare al riguardo, non importa se ha i capelli annodati ormai, se è ancora sporco di sperma sulla pancia o altro, forse Louis è già fottuto e lo troverebbe la persona più bella del mondo anche con un sacco della spazzatura addosso.
Viene di nuovo baciato sul collo e sulle clavicole, ama tutti questi baci, gli piace esserne ricoperto.
«Stavo pensando ad un modo diverso per attivare il metabolismo, piccolo» il tono di voce di Harry è sempre rauco e rilassante «ti piacerebbe?»
Harry lo accarezza dietro alle cosce, poi le natiche dove si trova ancora il lubrificante «visto che questo è ancora qui, non dovremmo sprecarlo» e poi scende e lo morde sui fianchi «ti ho mai spiegato quanto sia di vitale importanza la morbidezza di questa parte del tuo corpo?» gli chiede scherzosamente, prima di abbassarsi con la bocca sul suo cazzo.
Louis è ipersensibile, non vorrebbe più essere toccato perché ogni sfioramento in quella zona gli fa venire voglia di piangere ma, allo stesso tempo, non vuole nemmeno che si fermi.
«E a te hanno mai detto che hai un tempo di recupero eccessivamente breve? Oh, Dio mio.»










Don't let it break your heart, babyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora